Nei mesi scorsi abbiamo parlato della nomina (ipotetica) di Antonello Cabras alla presidenza della Fondazione del Banco di Sardegna. Abbiamo indicato la ragione (il decoro) per cui ritenevamo e tuttora riteniamo la nomina inopportuna e perciò da evitare. Oggi si riparla con insistenza di questa ipotesi nonostante il buon senso suggerisca la separazione dei partiti dalle banche e dalle fondazioni.
Perché questa ostinazione? Evidentemente perché la questione morale non appartiene alla cultura delle attuali classi dirigenti, anzi se ne allontana sempre più. Se in passato abbiamo sottolineato la necessità di scelte caratterizzate dalla dignità, oggi dobbiamo prendere atto che anche il decoro tende a scomparire.
Per queste ragioni ripresentiamo lo stesso articolo pubblicato il 16 marzo con una modifica nel titolo: Senza decoro. (red)
Marco Ligas
Credo sia difficile, nel panorama politico della nostra regione, trovare un uomo politico che abbia avuto tanti incarichi, di partito o istituzionali, come Antonello Cabras.
Per evitare errori ho controllato il suo curriculum su Wikipedia.
Ecco i dati più significativi: Antonello Cabras, dopo una breve esperienza di insegnante, dal 1984 al 1987 è stato Sindaco di Sant’Antioco. Dal 1987 al 1994 Consigliere regionale per il Partito Socialista Italiano, dal settembre 1989 al novembre 1991 ha ricoperto il ruolo di Assessore Regionale al Bilancio e alla Programmazione; poi, fino al 1994, Presidente della Regione Sarda.
È stato Senatore della Repubblica nelle legislature XIII, XV, XVI , deputato nella XIV Legislatura.
Il 14 ottobre 2007 si è candidato alle primarie del PD per diventare segretario regionale del partito in Sardegna e ha sconfitto il presidente della Regione Renato Soru.
Nel dicembre del 2010 ha presentato la propria candidatura alle primarie per la scelta del candidato sindaco del Comune di Cagliari ma è stato sconfitto da Massimo Zedda.
Nel corso di quegli anni ha avuto diversi incarichi: Sottosegretario, Vicepresidente del gruppo Democratici di Sinistra e di diverse commissioni parlamentari.
Nello stesso periodo non sono mancate le cariche di partito: dal 1984 al 1989 è stato Segretario regionale del PSI della Sardegna, dal 1994 al 2000 Presidente della Federazione Democratica. Per i DS è stato componente della direzione nazionale dal 1998; Segretario Regionale della Sardegna dal 2000 al 2002; componente della Segreteria Nazionale dal 2002 al 2005 come responsabile nazionale Dipartimento Regioni e dal 2006 al 2007 come responsabile nazionale Economia. Infine Segretario Regionale del Partito Democratico della Sardegna dal 2007 al 2008.
Perché questa attenzione sull’esperienza politica di Antonello Cabras? Le ragioni sono comprensibili: nel corso di questi mesi si è diffusa la notizia che dà per imminente la sua nomina a presidente della Fondazione del Banco di Sardegna. E ancora più comprensibile, oltre che legittimo, è un altro interrogativo: perché questo dirigente, dagli incarichi molteplici, concorre ancora una volta per assicurarsi nuovi mandati che, guarda caso, garantiscono nuovi benefici? Tutto ciò avviene nonostante siamo consapevoli, almeno così diciamo, che in una fase difficile come quella attuale sarebbe opportuno attribuire gli incarichi dirigenziali, anche quelli che riguardano le banche, praticando gli avvicendamenti e incoraggiando una classe dirigente più giovane, al fine di evitare ulteriori squalifiche alle nostre istituzioni già così poco credibili.
Alcuni dirigenti politici, affrontando il ruolo delle fondazioni, sostengono che il compito del credito, e in particolare quello delle banche, è fondamentale per far fronte alla crisi devastante che subisce il sistema delle imprese isolane. Tutto ciò è vero ma non si esce dalla crisi se manca qualsiasi prospettiva di rilancio e di ristrutturazione del sistema produttivo, a partire dalle piccole e medie aziende. E questa ripresa non potrà esserci se ci si limita ad una riconferma di un personale politico ritenuto idoneo ad affrontare tutte le situazioni.
Perciò ci auguriamo, se non altro per ragioni di decoro, che i vecchi rappresentanti della casta sappiano mettersi da parte.
16 Marzo 2013 alle 21:31
Caro Marco,
mentre leggevo il corposo elenco degli incarichi del senatore, mi è tornata in mente la prima intervista che rilasciò da novello presidente della Regione Sarda. Nell’entusiasmo per il nuovo incarico e per le imminenti festività natalizie – ricordando ai suo corregionali che avrebbe festeggiato con i suoi amici la nuova nomina – lanciò un severo monito che recitava più o meno così: I Sardi si devono mettere in testa che l’era del posto fisso è finita.. Una parte della dichiarazione era in sardo, ricordo soltanto “su postu fissu….”. Negli anni seguenti abbiamo visto che l’era de su postu fissu era finita soltanto per la grande maggioranza dei Sardi, non per quelli che qualcuno definisce “La casta”. Andiamo avanti, anche questa passerà, probabilmente senza il lancio delle monetine (oggi bisogna fare attenzione anche agli spiccioli), ma passerà. Se trovo la registrazione, la pubblico su Fb.
28 Marzo 2013 alle 06:03
[…] La prostituzione vera e politica è ll’essenza del berlusconismo diffuso. Cos’è la pretesa di Antonello Cabras di accaparrarsi la presidenza della Fondazione del Banco di Sardegna a 300.000 euro l’anno? […]
1 Luglio 2013 alle 17:04
Caro Marco,
non basta più nemmeno la nuova titolazione del tuo intervento e ancora meno sarebbe utile la ricerca da parte mia della registrazione con la dichiarazione augurale dell’allora presidente, come mi ripromettevo di fare nel precedente commento. Sarà necessario trovare altri argomenti per uscire da questo circolo vizioso dell’informazione – informazione ? – quotidiana intorno alla politica e ai politici. Un esempio disarmante d’informazione (in ginocchio) è l’attuale Tg 3 con direzione Berlinguer. Passerà?