La Sardegna non può esistere senza la pastorizia. Il 2 Agosto in piazza con i pastori
1 Agosto 2017Claudia Zuncheddu
La voce inascoltata del mondo agropastorale sardo si riprende la piazza per rivendicare il diritto alla sopravvivenza del settore su cui a tutt’oggi poggia gran parte dell’economia sarda.
Le grandi lotte popolari di questi anni, dentro e fuori la Sardegna, sono costellate da una interminabile storia di tradimenti da parte di una classe politica, oggi come ieri, inadeguata e incapace di comprendere che la Sardegna non ha futuro senza il rilancio delle attività agropastorali e delle economie tradizionali dei territori. Il sintomo più violento della crisi continua ad essere il prezzo del latte ormai ai minimi storici. Si registrano perdite, di cui poco si parla, per centinaia di milioni di euro ma ciò non scuote le coscienze di chi avrebbe dovuto fare di questa emergenza il proprio cavallo di battaglia sui tavoli decisionali da Cagliari a Roma: la classe dirigente sarda.
Le lotte in corso sui grandi temi, dalla pastorizia all’ambiente, dalla sanità alla scuola e al lavoro, se non prevarranno gli interessi delle popolazioni dei territori, porteranno inevitabilmente a più gravi fenomeni di spopolamento ed alla desertificazione non solo ambientale ma anche culturale ed etnica della Sardegna. Queste lotte dimostrano sempre più il solco e il conflitto tra lo Stato italiano e le collettività sarde con la totale perdita di un chiaro ruolo della classe politica locale, sempre più relegata e prona agli interessi di oltre Tirreno e delle multinazionali.
Alla stessa crisi ambientale e climatica non è stata data alcuna rilevanza. Intanto tra calamità invernali con gelate e nevicate insolite e calamità estive con siccità e incendi, si decreta la condanna a morte per malnutrizione del patrimonio ovino, ovvero della nostra reale ricchezza.
Un giovane allevatore racconta: “sentir belare le pecore perché hanno fame, mi strazia. Mi porto le mani alle orecchie per non sentirle e fuggo. Ci mancano le risorse per comprare il foraggio per loro e il pane per le nostre famiglie. E’ difficile sopportare il peso e i tempi della burocrazia. Per il risarcimento delle calamità invernali la Sardegna è stata inserita nello stesso decreto dei terremotati e 76 paesi potranno farne richiesta. Sulle gelate, stanno ancora verificando l’entità dei danni. Per il dramma della siccità il Fondo Nazionale di solidarietà ha stanziato un fondo irrisorio: 15 milioni di euro per tutta l’Italia, Sardegna compresa”.
Ma i problemi dei territori è nei territori che trovano anche la soluzione. I pastori vanno ascoltati nell’analisi dei problemi della campagna e nelle proposte risolutive. Il giovane allevatore prosegue: “Gli istituti di credito non intervengono. Le banche non rispondono… anzi, nonostante la dichiarazione di calamità naturale da parte della Regione Sardegna, le banche non esitano a intensificare le azioni di recupero crediti ricorrendo a decreti ingiuntivi del Tribunale”. A chi comanda e vorrebbe decidere in solitudine il destino di un popolo e della sua economia poco importa se crollano i pilastri portanti di tutto il sistema economico sardo. Poco importa la disperazione delle nostre famiglie prive di sostentamento.
E’ proprio vero che lo Stato italiano in Sardegna è assente quando dovrebbe essere presente e al contrario sa far pesare la sua presenza spropositata laddove è inopportuna. La nostra Regione Autonoma purtroppo è allineata a queste logiche.
La lotta per la difesa del settore agropastorale è tra le lotte prioritarie per la sopravvivenza e una prospettiva di ripresa per tutte le collettività sarde. E’ la parte della stessa lotta che tutti uniti dobbiamo vincere contro lo spopolamento e contro la desertificazione. Dobbiamo far sì che il problema agropastorale esca dall’isolamento in cui la politica lo vuole relegare e sia parte integrante di una lotta più ampia. Le nostre campagne devono tornare a fiorire ed essere prospere e popolate. Bisogna superare la disgregazione dei rapporti storico-culturali tra i centri urbani e la campagna sarda.
Se lottiamo uniti possiamo vincere, se ci arrendiamo saremo perdenti non solo in questa battaglia e non solo oggi. Solidarietà e sostegno alla lotta dei pastori e al Movimento Pastori Sardi.