Un manicomio in Sardegna
1 Gennaio 2014Roberto Loddo
Detto, fatto. Nelle sue 36 pagine del bilancio di fine mandato il Presidente Ugo Cappellacci ha dimenticato di inserire la realizzazione del nuovo manicomio regionale. La preoccupazione denunciata dal 2011 dalle organizzazioni aderenti al comitato sardo Stop Opg si è purtroppo trasformata in una certezza, confermata anche dalla relazione al parlamento sullo stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli Opg. A dispetto dello stesso titolo della relazione viene stravolto lo spirito della legge 180 e delle norme che vogliono il definitivo superamento degli Opg. I programmi regionali e i relativi finanziamenti sono destinati quasi esclusivamente alla costruzione e alla gestione di manicomi regionali. Tanto più che, come denunciato da Stop Opg: “i posti letto programmati sono praticamente pari al numero degli internati presenti oggi negli Opg”.
Il programma presentato dalla Regione Sardegna prevede la realizzazione di una residenza in cui eseguire la misura di sicurezza (REMS). Un vero e proprio manicomio regionale mascherato da struttura terapeutica che contiene le stesse caratteristiche di esclusione e segregazione degli Opg e avrà una dotazione complessiva di 40 posti letto e un costo complessivo di sei milioni di euro. I tempi di progettazione e appaltabilità sono fissati in 18 mesi e quelli di realizzazione sono definiti in 24 mesi. Situato a Ploaghe, in provincia di Sassari. in un ex ospizio gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista che, come scrive Sardinia Post, ha già ricevuto dalla Regione 25 milioni nel 2012 e pochi mesi fa ne ha incassati altri 5.
Non servono nuove gabbie, ma percorsi di cura. L’Asarp, associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica e il comitato sardo Stop Opg più volte hanno sollecitato la giunta regionale ad organizzare, tramite i Dipartimenti di Salute Mentale, i percorsi personalizzati di presa in carico dei cittadini sardi internati negli Opg della penisola attraverso i piani terapeutici riabilitativi individuali. Le risorse finanziarie utilizzate per segregare queste persone potevano essere utilizzate meglio. Al posto della Rems di Ploaghe, che riprodurrà la logica manicomiale di esclusione e segregazione, per queste persone si poteva offrire un percorso di accoglienza, cura e inclusione sociale insieme ai centri di salute mentale del proprio territorio. Perché le persone autrici di reato con disabilità psichiatrica rimangono comunque persone a tutti gli effetti, con pieni diritti e dignità. Sono persone che possono condurre una vita normale anche in presenza delle limitazioni imposte dalla legge, e dalla condizione di sofferenza mentale.
La costruzione del nuovo manicomio deve diventare un argomento del dibattito per la campagna elettorale in corso in Sardegna. Ad oggi, a parte le precise scelte di una giunta regionale di centrodestra che riporta la salute mentale indietro di trent’anni, non si conoscono i programmi di tutte le altre coalizioni che vogliono governare la Sardegna. La giunta Cappellacci è dannosa ogni giorno in più per tutti i cittadini e le cittadine che rivendicano il diritto a delle cure orientate alla ripresa e alla guarigione, ma che alternativa propongono gli altri partiti? Quale alternativa propongono alle persone vengono ancora imprigionate sulla base di una aberrante concezione della salute mentale basata sulla punizione e sulla sofferenza? Fate sentire le vostre voci.
3 Gennaio 2014 alle 15:34
Purtroppo la giunta Cappellaci è cancerogena in qualsiasi settore, non solo in quello della salute mentale e non!
8 Gennaio 2014 alle 01:19
la pichiatria offre alibi ai crimini contro l’umanità. La Pichatria è contro i principi di democrazia e libertà
8 Gennaio 2014 alle 02:39
Segnalo il trailer di un documentario “Gli occhi non li vedono” regia di Maria D’Oronzo, sulla storia della psichiatria e la straordinaria lotta di liberazione dei diritti fondamentali e civili di individui oppressi dalla cultura psichiatria
https://www.youtube.com/watch?v=viecmg2_X0w