Ricostruire l’integrazione europea
1 Giugno 2014Gianfranca Fois
La lista Tsipras ce l’ha fatta. Anche in Italia, nonostante il quasi totale oscuramento da parte di giornali, radio, televisioni, nonostante l’imperversare continuo, in Tv, di Renzi, Grillo, Berlusconi e, in maniera minore, Alfano.
Si pensava non fosse possibile, la lista è nata in questi mesi, i suoi candidati o i suoi aderenti di primo piano sono stati subito stigmatizzati come “professoroni” perché in Italia, soprattutto a partire dal fascismo, avere cultura e competenze è considerato negativo, meglio chi non ne ha, è più facilmente manovrabile, non mette in crisi stereotipi e pregiudizi, non costringe a pensare in modo critico.
Sicuramente il movimento, almeno per il momento, non ha i legami col territorio che ha in Grecia, dove è in prima linea per trovare soluzioni che aiutino i cittadini a fronteggiare la crisi devastante e lo fa in modo ben diverso dal gruppo violento neonazista Alba dorada che tende a creare consensi tramite la distribuzione di generi di prima necessità e tramite il richiamo all’odio contro lo straniero. Ma comunque in Italia grazie al lavoro di tanti comuni cittadini, di ogni età, che si sono impegnati sino allo spasimo ha superato la soglia di sbarramento.
All’interno dell’Unione europea esistono diverse soglie di sbarramento o non ne esistono affatto. Alcune corti europee hanno dichiarato incostituzionale la presenza delle soglie in quanto, a differenza dei parlamenti nazionali, il parlamento europeo è privo di funzioni di indirizzo politico nei confronti del potere esecutivo, nel senso che non dà la fiducia o la sfiducia al governo e non è determinante nella funzione legislativa, anche se in effetti in quest’ultimo periodo le funzioni e i poteri del parlamento europeo sono aumentati e, secondo il Trattato di Lisbona, dovrebbe essere il parlamento a eleggere il Presidente della Commissione europea.
In Sardegna la lista Tsipras ha, nel complesso, ottenuto una percentuale in linea con i risultati nazionali, ha però raggiunto una percentuale più alta a Cagliari, oltre che a Bologna, Firenze. Molto probabilmente questo risultato è dovuto anche al fatto che in città sono ormai numerosi i giovani che hanno scambi con i loro coetanei europei grazie ad Erasmus, al master and back, a progetti internazionali, a dottorati di ricerca. Possono quindi fare confronti con altre realtà, con innovazioni, con idee nuove che purtroppo sono quasi assenti in Italia, ingessata in concetti e modi di operare vecchi, in apparati di potere arcaici e clientelari anche quando si presentano come il nuovo che avanza.
Fa inoltre riflettere il dato riportato da alcuni siti (ad esempio Blasting.News) che mostrerebbe che nel voto dall’estero la lista Tsipras avrebbe raggiunto l’8,22 per cento, se fosse così sarebbe un’ulteriore dimostrazione che per i nostri giovani che lavorano fuori e hanno sviluppato esperienze lavorative e sociali aperte e meno provinciali
Tsipras incarnerebbe quelle idee di sinistra, moderna e solidale, che in Italia non trova rappresentanza. Non è forse un caso che comunque la lista e la sua affiliata spagnola abbiano ottenuto un numero elevato di consensi nei paesi più stremati dalla crisi, Grecia e Spagna, che non hanno ceduto al populismo e/o al razzismo.
Uno degli obbiettivi principali, se l’Europa vuole avere un futuro, sarà pertanto riuscire con strumenti democratici a ridurre sempre più la lontananza dalle istituzioni europee, troppo ligie a politiche di austerità e agli interessi finanziari, di una gran massa di giovani abituati ormai a vivere e lavorare insieme, partecipare della stessa cultura, nonostante lingue e costumi diversi.