Valeria e le cattive compagnie
27 Ottobre 2013Roberto Loddo
Ci sono libri che parlano dei lati più oscuri e scomodi delle nostre esperienze di rivolta giovanili. Esperienze che ci appartengono, storie di errori che nascondono il peggio di noi stessi. Come il libro di Vincenzo Maria D’Ascanio “Valeria e le cattive compagnie” edito da Logus mondi interattivi.
Di fronte al suo libro ho pensato che esistono solo due scelte per chi si riconosce in questa narrazione: Boicottarlo o farlo conoscere. La rassegna culturale dell’ex manicomio “Pazzi per i libri” organizzata dall’Asarp e da ondecorte ha scelto di presentarlo non solo perché è un buon romanzo ma perché contiene importanti elementi di riflessione politica e culturale sulla repressione del dissenso (dal G8 di Genova al mancato G8 de La Maddalena), sull’esperienza del carcere e sul disagio sociale giovanile delle nostre periferie e dei nostri paesi dell’interno.
Abbiamo presentato questo libro insieme a Betty Cara, l’assessore alla cultura del Comune di Dolianova che ne ha curato la prefazione perché “Valeria e le cattive compagnie” è il vincitore della prima edizione del Premio letterario Città di Dolianova, un concorso ideato per scrittori emergenti, che non sempre riescono ad affermarsi attraverso i canali tradizionali. L’assessore Cara ha definito il libro “un piccolo gioiello” perché anche lei è riuscita ad immedesimarsi tra i sogni di rivolta dei protagonisti.
Questo libro contiene anche un po’ della nostra storia. Storie di giovani di sinistra che volevano trasformare l’ordine delle cose esistenti ma si scontrano con l’angoscia della disillusione e della sconfitta. Un libro che ha il merito di fare una critica spietata delle noiose liturgie delle sezioni di partito e dei collettivi antagonisti nelle scuole e nelle università. Luoghi sospesi nel tempo e nello spazio frequentati dai personaggi bizzarri e stravaganti che accompagnano la neocomunista Valeria e l’ingenuo Lorenzo.
Ambientato in una Sardegna dalle atmosfere surreali, il libro ripercorre la storia di un ragazzo appena arrivato a Cagliari da un paese dell’interno per iniziare l’università e animato da un forte desiderio di cambiare il mondo. Tra lezioni e riunioni si innamorerà di Valeria e insieme faranno un viaggio nel cuore della Sardegna devastata dalla crisi, intrecciando drammi sociali con esperienze che superano il romanzo e arrivano alla realtà sociale dei nostri giorni. Un viaggio che intreccia ex sessantottini sognatori cresciuti a pane e utopia, politici predatori bramosi di potere e bombaroli nostalgici degli anni di piombo.
Cattive compagnie che animano un periodo storico ricco di significati, il 2008, l’anno della fine del secondo governo Prodi, composto da una strana maggioranza che andava dai democristiani di Mastella ai comunisti di Diliberto e Bertinotti, ultimi protagonisti dell’esperienza parlamentare della sinistra radicale scomparsa nello stesso anno. Vincenzo descrive in maniera drammatica la fine delle speranze di cambiamento, insieme a tutti gli entusiasmi di un’intera generazione definita: “di piccoli romantici alchimisti alla ricerca di una composizione chimica che li rendesse onnipotenti”.
L’autore, Vincenzo Maria D’Ascanio, è nato a Jerzu, ma attualmente vive, scrive e lavora a Narcao, nel Sulcis. Ha pubblicato due raccolte di poesie ed un romanzo, “la terra dell’odio”.Valeria e le cattive compagnie è pubblicato anche in formato ebook nei migliori store online, nel libro non troverete la biografia completa, perché è stata volutamente omessa. Vincenzo infatti è stato uno dei dei tanti piccoli romantici alchimisti, prima come segretario di un circolo comunista e poi come coordinatore federale dei giovani comunisti. Ogni personaggio descritto nel libro contiene un parte della storia personale e politica di Vincenzo. E anche di tanti noi.