Il numero 52
martedì 16 Giugno 2009La deriva postfascista in atto è rappresentanza fortemente simbolica di un paese difficile da ricostruire. Eppure confidiamo che non sia la sola. Non mancano punti sensibili di attenzione, anch’essi fortemente simbolici, nel lavoro (operai e lavoratori della scuola), a fine maggio con il movimento omosessuale e ora con le donne di Sassari. Discussioni a sinistra grazie a movimenti che non rinunciano affatto ad agire e discutere.
L’unità va probabilmente ricercata nelle lotte che non separano, respingendo ogni provocazione e prestando l’attenzione, che questo delicato momento richiede, alla difesa della democrazia.
Infine, vogliamo ricordare caramente il compagno Ivan della Mea, che ciò ha cantato.
Contributi di Raffaello Ugo, Gianni Loy, Enrico Lobina, Laura Stochino, Marcello Madau, Luisella Cossu, Maurizio Murino, Mario Cubeddu, Natalino Piras.
P.S. Dopo fastidiosi attacchi informatici, sottoporremo nei prossimi giorni il Manifesto Sardo a qualche aggiornamento e maquillage. Ci scusiamo in anticipo se ciò procurerà qualche disagio nella lettura, ma contiamo di risolvere velocemente i problemi che si sono manifestati.