Manifestazione dei migranti e non solo. Foto Roberto Pili
M.Tiziana Putzolu
Mi chiamo Abu e vengo dal Senegal. Ho trent’anni. Mio padre é un dipendente pubblico, in Senegal, ha quattro mogli ed io ho circa venti fratelli. Volevo cambiare vita. Ho preso l’aereo e sono venuto in Sardegna. Sì, in Sardegna. Vivo a Quartu S’Elena, con altri miei quattro cugini. Vendo merci contraffatte nei mercati di Cagliari. In spiaggia d’estate. Nei marciapiedi di fronte al porto della città. Sono regolarmente residente in Sardegna. Sono un commerciante. Per mantenere il permesso di soggiorno e poter rimanere regolarmente qua, devo pagare l’iscrizione alla Camera di Commercio e periodicamente le tasse. Spendo circa duecento euro di affitto al mese per una camera in un appartamento che condivido con gli altri quattro. Tra tasse e documenti burocratici vari mi partono quasi cinquemila euro l’anno. L’anno scorso mi sono sposato, in Senegal. Mia moglie è rimasta lì. Meglio. Una moglie sola basta. Per mantenere più mogli bisogna avere molti soldi. Un giorno tornerò in Senegal. Se diventerò molto ricco forse avrò un’altra moglie. Come si fa a dire alla prima che ne avrò una seconda? Sorride. Ci pensano gli amici. Le dicono piano piano che presto avrà una nuova cugina. Lei capisce.
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