Speculazione a Malfatano e a Nebida
1 Settembre 2010
Stefano Deliperi
In queste ultime settimane è aumentata l’attenzione sulla scandalosa operazione immobiliare in atto sulle coste di Teulada. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno raccolto e pubblicato in un dossier (“Cronaca di una speculazione edilizia annunciata, Malfatano e Tuerredda”, agosto 2010“) fatti, personaggi, attività che ruotano intorno a uno delle peggiori “attentati” alla costa della Sardegna. I mass media regionali hanno mostrato notevole interesse, il TG 3 regionale ha proposto diversi servizi in proposito, numerosi siti internet ne hanno ripreso i contenuti.
E’ giunta la notizia dell’apertura di indagini penali da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Insomma, elementi che regalano qualche speranza per riuscire a salvaguardare una delle più belle coste del Mediterraneo.
Tuttavia, c’è un aspetto – emerso anche da numerosi commenti pervenuti – che merita un po’ di attenzione. Un po’ mi stupisco della “meraviglia” di tanti davanti alla “scoperta” dell’ignobile speculazione edilizia a Malfatano e Tuerredda. Politici, urbanisti, ambientalisti, intellettuali da qualche giorno si stracciano le vesti. Posso solo ricordare che da oltre 15 anni in proposito le istanze e le denunce delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra sono giunte periodicamente sui tavoli di Ministri, Presidenti di Regione, Assessori e funzionari regionali, Soprintendenti, amministratori locali, magistrati.
Ne hanno parlato ampiamente alcuni mass media, principalmente La Nuova Sardegna, Il Manifesto Sardo (i lettori del Manifesto Sardo lo ricorderanno bene!), ma anche L’Espresso, Annozero e Report, mentre è oggetto di un corposo capitolo nel libro “La Colata”, curato da Ferruccio Sansa. Su internet vi sono ampie informazioni. Personalmente ne ho parlato in decine di occasioni pubbliche e con numerosi amministratori pubblici. Eppure oggi tanti cascano dal melo…sui pomodorini di Ovidio, l’ultimo residente-resistente (chissà fin quando) del furriadroxiu di Malfatano. Oggi quel cantiere devastante per l’ambiente va avanti grazie alla normativa transitoria del piano paesaggistico regionale (art. 15 delle norme di attuazione) che ha “premiato” i Comuni definiti “virtuosi” perchè avevano approvato i loro piani urbanistici in attuazione dei vecchi e illegittimi piani territoriali paesistici del 1993 (annullati nel 1998 e nel 2003 su ricorsi degli Amici della Terra), perpetuando così i loro contenuti illegittimi fino ai nostri giorni. Ma anche questo è noto da lunga data.
E’ stato fatto presente, chiedendo le necessarie modifiche negli atti di osservazione al P.P.R. e in svariate occasioni pubbliche. Così come è stato fatto presente pubblicamente e privatamente in mille occasioni che sarebbe stato opportuno far acquisire a quella benedetta Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna le aree di Malfatano e Tuerredda per tutelarle definitivamente dalla speculazione. Eppure non si è voluto far nulla in merito. Forse sarebbe opportuna meno “sorpresa” e un più serio “esame di coscienza”. Ad esempio, fra i tanti recenti casi di speculazione edilizia annunciata ve n’è un altro da tenere bene “in osservazione”. 75 ville, 300 appartamenti, di cui 60 suites, centri benessere, centri sportivi, piscine oceaniche, eliporto a Nebida, il centro minerario sulla costa iglesiente. Questo il disegno della Dimore Esclusive s.r.l. – insieme a un’iniziativa tesa alla ristrutturazione di un hotel a Villasimius – con il Pan di Zucchero resort. Pubblicità nei periodici specializzati e offerte straordinarie sono già ammiccanti. Finora di concreto c’è solo la realizzazione della palazzina “Monte Agruxau” nel centro del paese, in zona “B – residenziale” del vigente P.R.G. di Iglesias. Per il resto non risulta alcun progetto presentato. Gli obiettivi dichiarati sono, come ormai di consueto in questi anni, la “riqualificazione paesaggistica” e soprattutto “una nuova cultura nel centro abitato sul mare, tanti microinterventi capaci di coniugare l’innovativo risparmio energetico della bioedilizia con e tradizioni architettoniche, in grado di rispettare i ritmi, i luoghi, la gente” ovvero, più prosaicamente, “investire nel mattone approfittando dell’attuale fase di stallo può costituire una valida alternativa alla borsa o ai titoli di Stato”. Dietro a volti noti in sede locale la presenza di una società fiduciaria controllata dalla Unipol Gruppo Finanziario – U.G.F. s.p.a., la holding bancaria e assicurativa della Lega delle Cooperative. Capitale interamente versato quasi 2,7 miliardi di euro (esattamente euro 2.698.895.169,10). A Nebida la speculazione edilizia ha già avuto gli onòri della cronaca, anche grazie alle azioni legali delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra. Si tratta di una delle coste più suggestive del Mediterraneo, tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), sito di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE), ricca di testimonianze di archeologia mineraria. E’ d’obbligo, quindi, la massima attenzione. Chiunque di noi, però può fare qualcosa per difendere Malfatano e Tuerredda. Un’azione di sollecito verso chi ha il “potere” di intervenire. Ve la proponiamo.
Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano
[email protected]
al Ministro per i Beni e le Attività Culturali,
[email protected], [email protected]
al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci,
[email protected]
al Sindaco di Teulada,
[email protected], [email protected]
per conoscenza al Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
[email protected]
ho appreso con grandissima preoccupazione della realizzazione in corso di un complesso turistico-edilizio (ville, hotel, residence, servizi commerciali) di 140 mila metri cubi di volumetrie sull’incontaminata costa di Malfatano e Tuerredda, a Teulada (CA).
Se realizzato interamente, il progetto deturperebbe irrimediabilmente una delle più belle coste del Mediterraneo facendo perdere anche qualsiasi attrattiva per il turismo.
Chiedo di fermare i lavori e di ridurre drasticamente le costruzioni previste, da realizzare solo a distanza dalla costa, oltre il piccolo nucleo storico di Malfatano.
Con cordiali saluti.
firma
Un semplice messaggio di posta elettronica, mille semplici messaggi di posta elettronica possono portare a grandi risultati. Diamoci da fare.
Stefano Deliperi (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus)
2 Settembre 2010 alle 13:36
meno male che abbiamo ancora la volontà di stupirci, per fortuna, dal momento che certe situazioni meriterebbero azioni che ci obbligherebbero a cantare il frammento di una canzone famosa di Fabrizio De Andrè: …Se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato…
Dice giustamente Stefano Deliperi: (…) Tuttavia, c’è un aspetto – emerso anche da numerosi commenti pervenuti – che merita un po’ di attenzione. Un po’ mi stupisco della “meraviglia” di tanti davanti alla “scoperta” dell’ignobile speculazione edilizia a Malfatano e Tuerredda. Politici, urbanisti, ambientalisti, intellettuali da qualche giorno si stracciano le vesti. Posso solo ricordare che da oltre 15 anni in proposito le istanze e le denunce delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra sono giunte periodicamente sui tavoli di Ministri, Presidenti di Regione, Assessori e funzionari regionali, Soprintendenti, amministratori locali, magistrati. (…)
Potremmo, dovremmo e dobbiamo dire la stessa cosa per tanti altri abusi che ci offendono ogni giorno sottolineati dalle disattenzioni e dalle dimenticanze dei NOSTRI rappresentanti che ci offendono ancora di più.