Sacconi quello che ne sa

1 Novembre 2011

manifesto sardo

Chissà perché il ministro Sacconi prevede prossime azioni terroristiche. Forse fa propria la definizione di Robert Merton sulla profezia che si avvera per cui ‘una supposizione pronunciata farebbe realizzare l’avvenimento predetto per il solo fatto di essere stato ipotizzato’.
‘E’ il contesto sociale – dice – che fa pensare a possibili ritorni di violenze eversive, alimentate da una politica intollerante che incita all’odio verso il nemico’.
Naturalmente il contesto sociale di cui parla Sacconi non è quello determinato dall’attività del governo di cui lui, per il ruolo che riveste, è uno dei maggiori responsabili. No, lui non ha niente a che vedere con queste responsabilità, i rischi vengono tutti dai futuri brigatisti o da quelli già esistenti che si annidano nelle associazioni eversive.
È da anni che conduce un attacco forsennato contro i lavoratori, colpevoli di aver conquistato un potere sproporzionato mettendo in crisi la dignità dell’impresa. Per lui è giunta l’ora di invertire la tendenza e creare le premesse perché le conquiste del passato vengano cancellate.
Perciò alimenta la tensione e provoca senza citare fatti. O forse sa più di quanto dice e parla a ragion veduta ricordando quel che fece Cossiga quand’era ministro dell’interno.

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