Il rispetto di libertà e diritti

16 Dicembre 2011

Mariano Carboni*

IO VOGLIO LA FIOM IN FIAT
La domanda che mi è stata posta frequentemente è perché la Fiom, la Cgil, il Sindacato Confederale, nel suo insieme, abbia sentito l’esigenza di mobilitarsi in questa fase di estrema difficoltà per il paese. Rispondo in modo articolato, partendo dalle mie modeste conoscenze in materia di economia politica. Nelle scuole secondarie, i primi concetti che insegnano in un banalissimo corso di economia politica sono:
1. la centralità dell’uomo e della famiglia nelle dinamiche economiche di un dato paese e o continente;
2. la propensione al consumo;
3. la propensione al risparmio.
Quando spiegano le teorie keynesiane, sui consumi, qualsiasi docente, anche quello più conservatore, non può fare a meno di sottolineare che la propensione al consumo decresce all’aumentare del reddito disponibile, mentre aumenta la propensione al risparmio. Ti ricorda che qualsiasi provvedimento che miri alla redistribuzione personale del reddito, a favore delle categorie sociali più deboli, non avendo quelle categorie sociali soddisfatto bisogni primari ed avendo una scarsissima propensione al risparmio, può determinare una elevata propensione al consumo. Questo significa che, pur rimanendo costante il livello del reddito nazionale, i consumi possono variare per effetto di una diversa distribuzione personale delle risorse, con conseguente incremento della produzione e dell’occupazione. In sintesi, conferendo risorse ai più deboli, si adotta un provvedimento di politica economica in grado di stimolare la ripresa. Mi chiedo, come mai il Governo Monti, identificato finanche come il Governo dei Professori, abbia, in perfetta continuità con quanto fatto dal Governo Berlusconi, sottovalutato questa regola elementare e varato l’ennesima manovra depressiva? Dove sono le risorse a favore dei più deboli? Perché si continua a penalizzare i Lavoratori Dipendenti ed i Pensionati? La risposta è semplice!
A mio modesto avviso, oltre a non aver compreso il disagio profondo presente nel nostro paese, il sistema dei valori che stà alla base del Governo Monti non è diverso dal sistema dei valori che ha sorretto per anni l’esecutivo Berlusconi. E che cosa dire sull’ennesima riforma della previdenza? Ci hanno parlato, per settimane, di equità, di esigenza di superare i privilegi, dei vitalizi, delle pensioni d’oro, per poi colpire, con durezza, i soliti noti. Si può definire privilegiato un lavoratore privato che ha lavorato, 41 anni, facendo i turni, in catena di montaggio, negli altiforni, nei cunicoli, nelle gallerie, negli spazi confinati, in alta quota, nel settore agricolo, nel settore edile, nel settore metalmeccanico e nel settore chimico? Si è tenuto conto del fatto che sono le stesse aziende private a sollecitare, periodicamente, il ricambio generazionale dei dipendenti ultracinquantenni considerati, dalla stessa Confindustria, meno produttivi e più costosi di tantissimi ragazzi neo assunti? Dove si pensa di inserire tutte quelle persone che vengono espulse dal processo produttivo e che non hanno raggiunto l’età del pensionamento? E non ci raccontino la balla della riforma delle pensioni finalizzata a migliorare le condizioni previdenziali delle giovani generazioni, sempre più precarie ed incerte nel futuro, perché nella manovra economica non vi è traccia di provvedimenti che vanno in questa direzione. Per onestà intellettuale dovrebbero dire che vogliono fare esattamente il contrario, vale a dire, accelerare il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo, avendo la consapevolezza di produrre una contrazione del rendimento finale delle pensioni. Si vuole semplicemente fare cassa! Questi due punti sono sufficienti a spiegare le ragioni della nostra presa di posizione, il presidio costante in Piazza Montecitorio, ed il perché abbiamo definito la manovra iniqua e recessiva.
Mi chiedo, ancora una volta, dove siano i provvedimenti che colpiscono i ceti più abbienti, i grandi patrimoni, le speculazioni finanziarie, l’evasione e l’elusione fiscale? Cosa si fa nei confronti di quelli che dichiarano 20.000 € all’anno e che sono possessori di barche di lusso o addirittura di velivoli? Constato che, nella manovra economica, nessun provvedimento viene adottato nei confronti di questa vergogna tutta italiana. Anzi, hanno spiegato che bisogna stare attenti, ed evitare di spaventarli, altrimenti potrebbero spostare i loro capitali all’estero. Mi pare del tutto evidente che siamo in presenza di un film già visto. Hanno deciso di attuare la politica dei due tempi, che significa far fare i sacrifici ai soliti noti, continuare a tassare coloro che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo. Ecco perché siamo critici e non vediamo discontinuità! Infine, per il Settore Metalmeccanico esiste una ragione in più per la mobilitazione. Basta analizzare quello che stà succedendo all’interno della Fiat.
Per volontà di Sergio Marchionne è stato cancellato il Contratto Nazionale di Lavoro e 40 anni di Contrattazione Aziendale. La cosa ancora più grave è l’azzeramento delle Libertà Sindacali. Non vorrei essere banale sé ricordo, a tutti, che libertà sindacale significa avere la possibilità di “CONDIVIDERE e DISSENTIRE” ogni volta che lo si ritiene opportuno. In Fiat questo non è più possibile perché aver dissentito, sui Diritti Indisponibili, ha significato discriminazioni a danno della Fiom, negazione delle agibilità sindacali, che significa, negazione del diritto all’esistenza. Come si vede si tratta di un tema enorme, la cui gravità non può rimanere confinata all’interno della Fiat. E’ un tema che riguarda tutto il mondo del lavoro ed è per questo che serve un sostegno ampio. Si rischia l’effetto contagio! Noi pensiamo che la mobilitazione debba continuare fino a raggiungere un equilibrio tale da rispettare le libertà di tutti e rimettere al centro il tema del lavoro. Penso sia auspicabile il ritorno, in tempi rapidi, alle urne perché questo parlamento ha dimostrato di non avere queste sensibilità e di essere prigioniero dei residui del berlusconismo.

*Segretario Provinciale FIOM-CGIL Cagliari
Coordinatore Regionale FIOM-CGIL Sardegna

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