Cambio d’identità
16 Marzo 2009Redazione
Il deposito di munizioni di Santo Stefano resterà ancora zona militare. Il Consiglio dei Ministri non ha accolto la richiesta della Regione Sarda tesa alla rimozione della servitù esistente sin dal 1972. ‘Rilevanti interessi militari’ hanno imposto il rinnovo della servitù, dice una nota dell’esecutivo. E così, ancora una volta, la Sardegna viene umiliata dall’arroganza di un Governo che intende usare l’isola come un avamposto delle attività militari.
Se non ci fosse da indignarsi e ribellarsi contro queste continue sopraffazioni, ci sarebbe da ironizzare sui poteri che vengono riservati al nuovo governatore che nei primi trenta giorni del suo mandato ha già subito tante sberle dal suo governo amico. In queste settimane sono spariti nel nulla i finanziamenti tanto declamati per la realizzazione della Sassari-Olbia, è stata chiusa l’Euroallumina, altra perla degli imbrogli elettorali del Premier, è stata avanzata l’ipotesi della localizzazione delle quattro centrali nucleari senza che nessun rappresentante istituzionale la smentisse, ora è la volta di Santo Stefano destinata a restare chissà per quanto tempo una servitù militare. È proprio il caso di dire che la nostra identità regionale si evolve e passa dalla civiltà nuragica a quella nucleare-guerresca.
16 Marzo 2009 alle 12:58
Quanto stà accadendo in Italia e in particolar modo in Sardegna è sconcertante!
Dove sono i sardi che vogliono proteggere la propria terra e la propria unicità… perchè lasciamo che gli interessi economici stravolgano la nostra terra senza?
Voglio una Sardegna ricca di cultura, di tutela dell’ambiente di crescita economica equilibrata che guardi anche al futuro!
Voglio una terra libera dai predatori, dove crescere i miei figli…
Una terra che sia all’avanguardia nel proporre energie alternative dove si possa vivere una vita eco-compatibile, per non piangere nel prossimo futuro!!!