Fare comunità

1 Settembre 2012
Joan Oliva

Riceviamo da Joan Oliva e volentieri pubblichiamo (Red).

Cari compagni e amici fraterni del manifesto sardo vi invio questa breve nota. Sono stato testimone di un momento che mi sembra si possa definire storico. Proprio ieri, dopo quindici lunghi anni (tre sciagurate legislature di centro-destra) nuovamente un sindaco di Alghero ritorna ad impegnarsi di fronte alle famiglie rom di Alghero per la soluzione della loro drammatica situazione. Dopo un irresponsabile fin troppo lunga assenza finalmente l’amministrazione comunale di Alghero, nella persona del sindaco Stefano Lubrano, da poco eletto, accompagnato da due dei suoi assessori, ha fatto un primo incontro presso il campo di Fertilia, con le famiglie che lì vivono (sarebbe meglio dire sopravvivono) in condizioni gravissime di disagio.
La situazione, paragonabile ad un girone per certi versi infernale cui sono condannati a vivere decine di innocenti bambini, alcuni dei quali appena nati, e le loro famiglie, si è determinata in conseguenza del totale disinteresse da parte della passata amministrazione che non ha provveduto ad attuare alcuna iniziativa concreta per affrontare i problemi abitativi delle famiglie rom. Il sindaco Marco Tedde , nei suoi due mandati, aveva preferito non accorgersi della drammaticità delle condizioni igienico-sanitarie, aveva evidentemente preferito far finta di nulla, trascurando di attuare anche quelle minime misure e opere di manutenzione e gestione del campo che avrebbero potuto perlomeno alleviare un po’ la sofferenza delle famiglie rom.
Totale assenza di servizi igienici, insufficiente servizio di raccolta dei rifiuti, precarietà totale nella fornitura idrica e elettrica, mancanza di adeguati interventi di sistemazione del fondo dello sterrato che costituisce la viabilità interna del campo ecc. Decine di bambini (la seconda generazione nata ad Alghero) e le loro famiglie hanno negli ultimi anni subito condizioni che andavano peggiorando, intollerabili e offensive per la dignità delle persone.
L’impegno assunto dal sindaco è ora quello di inaugurare una stagione nuova di attenzione e collaborazione reciproca. Riprendere quel cammino comune possibile che aveva avvicinato vent’anni fa l’amministrazione di sinistra guidata da Carlo Sechi alla allora piccola comunità di famiglie arrivate dalla Bosnia Erzegovina.
Già in campagna elettorale vi era stato un intenso e a tratti commovente incontro organizzato nella sede dell’Obra Cultural dal Cantiere Sociale de L’Alguer, nel quale Stefano Lubrano, allora candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, aveva spiegato ad un folto pubblico, costituito principalmente di giovani capifamiglia rom, il significato del punto centrale del suo programma sintetizzato nello slogan “fare comunità” e come questo si declini per quanto riguarda la questione delle famiglie rom: riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza e coinvolgimento di tutti all’elaborazione e realizzazione delle iniziative per la soluzione dei problemi ecc.

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