Quella trappola può colpire anche te

16 Dicembre 2012
Stefano Deliperi
Ormai mettono anche tagliole anti-uomo, che potrebbero spezzare ossa e articolazioni. Nascondono da tempo tubi-fucile fra cespugli e macchie, dove potrebbero colpire cercatori di funghi e bambini. Anche la tradizionale pappadroxia (un esca di mandorle e altri frutti dolci) occulta spesso bocconi esplosivi. Ecco il nuovo corso del bracconaggio contro Cervi sardi e Cinghiali nel Cagliaritano, dal Sulcis al massiccio dei Sette Fratelli.
Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale. Si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” e circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra. Spesso sono pregiudicati, con condanne penali e sanzioni amministrative per caccia di frodo di decine di migliaia di euro.   Quasi sempre risultano “nullatenenti” e non pagano nemmeno un euro. In molti casi la “manovalanza” del bracconaggio è composta da tossicodipendenti alla ricerca di qualche decina di euro, talvolta si tratta di disoccupati, ma molto più spesso sono persone con un proprio lavoro “ufficiale”, secondo gli accertamenti del La caccia di frodo è, infatti, un reato contravvenzionale punito con sanzioni fin troppo blande dalla legge n. 157/1992 e s.m.i. con sanzioni penali (art. 30) e con sanzioni amministrative (art. 31), nonché dalla legge regionale Sardegna n. 23/1998 e s.m.i. (art. 74). Le sanzioni penali divengono più efficaci solo in caso di violazione della normativa sulle armi e gli esplosivi.
Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine.  Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici.
Dai riscontri anche diretti, però, il fenomeno del bracconaggio appare in sensibile diminuzione, grazie anche alla complessiva quotidiana azione di contrasto da parte delle Forze dell’ordine, con il supporto delle associazioni ecologiste.
Recentemente una quindicina di coraggiosi volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia – L.A.C. ha condotto la sedicesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano. Nonostante giorni di tempo incerto, sono stati neutralizzati quasi 2 mila trappole “armate” per avifauna (latziteddus, esattamente 739 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi e 1.123 lacci a terra), ben 32 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).  Neutralizzati anche più di 2.000 armature in metallo per il posizionamento di lacci.
La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e con il contributo del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.
Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Poggio dei Pini, Rio S. Girolamo, Monte Arcosu.
E’ stato liberato dalle trappole 1 Tordo bottaccio (Turdus philomelos), mentre sono stati rinvenuti numerosi piccoli uccelli privi di vita: 2 Merli (Turdus merula), 1 Cincia mora (Parus ater), 2 Tordi bottaccio.
Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della L.A.C. sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. In alcune occasioni sono stati trovati sul posto bracconieri con cui vi sono stati scontri verbali ed è stato prontamente avvertito per le necessarie operazioni di identificazione il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
Negli stessi giorni sono state svolte “visite” presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.
Andrea Cucini, Eduardo Quarta e Maurizio Gatto, coordinatori della campagna anti-bracconaggio della L.A.C., in proposito hanno dichiarato: “anche quest’anno siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che  combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi”.
La L.A.C. conduce campagne anti-bracconaggio nelle zone del Paese dove il fenomeno è più grave: in Sardegna come nelle Valli Bresciane, come nelle Isole Pontine, come all’Isola del Giglio e a Cipro. Quest’anno la campagna anti-bracconaggio in Sardegna è stata svolta in successione e coordinamento di quella precedente del C.A.B.S. (Committee against bird slaughter).
Un’attività di volontariato ambientale diretta, pratica, senza fronzoli, dalla parte dell’ambiente e degli “altri” animali.

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