Valeria Piasentà
Mancano poco meno di due mesi alle elezioni. Nel caos di nuove liste e vecchi candidati, qui e là saltellanti per non perdere il posto di lavoro
, chi ci offre sicurezza è la Lega Nord con una campagna nel solco rituale della tradizione ‘padana’. Solo in provincia di Bergamo hanno già allestito 200 gazebo corredati di coperte, stufette e vin brulè fra le bandiere coi simboli leghisti, per promozionare la candidatura di Maroni alla presidenza della Regione Lombardia. Ma anche nella Lega chi può abbandona la nave: è il caso dell’eurodeputato Oreste Rossi – quarantottenne perito chimico di Alessandria – che, in un comunicato stampa da Strasburgo, il 15 dicembre ha dichiarato di dover abbandonare il partito per divergenze politiche ma «senza rancore nei confronti di nessuno», specie del nuovo corso maroniano che lo vede dissidente. Rossi ha alle spalle una lunga carriera politica e istituzionale iniziata il 1984 nel
Moviment Autonomista Piemontèis, proseguita con la Lega in consigli comunali, provinciali, regionali, al parlamento italiano e ora in quello europeo. Pur uscendo dal partito che lo ha eletto, non ha alcuna intenzione di dimettersi da parlamentare europeo:
«Ogni decisione riguardo il mio futuro politico, la prenderò in accordo con i miei collaboratori, solamente sulla base delle condivisioni politiche e sulla possibilità di poter continuare le mie battaglie a favore della gente, senza nessuna condizione e limite.… posso affermare da subito che, nonostante le imminenti elezioni politiche, non mi candiderò. È mia intenzione continuare a rimanere nel Gruppo l’Europa della Libertà e della Democrazia», l’ELD, composto da Lega Nord e dagli indipendentisti inglesi dell’Ukip. Dopo il taglio del 40%, ora lo stipendio da europarlamentare è di 6.197 euro netti al mese e la pensione da deputato europeo sarà assegnata al compimento dei 63 anni perciò, insieme a 26 deputati del parlamento italiano dei quali 15 leghisti, il nostro Rossi ha protestato veementemente e inoltrato ricorso chiedendo gli venga erogato a 50 anni il vitalizio dal parlamento italiano (dove è stato il carica dal 1992 al 2000) calcolato col sistema precedente la riforma pensionistica
«6.000 euro sono pochi…se mi toccano il vitalizio mi girano le palle» (da una intervista a Libero del febbraio 2012).
Ad oggi la Lega, che i sondaggi più recenti indicano in crescita oltre il 6% dei votanti, non ha deciso se e con chi allearsi alle prossime elezioni. Per ora sappiamo solo che Maroni ha indicato Tosi come candidato premier alle politiche, e che al simbolo leghista si incollerà il logo (disegnato da Tremonti) della lista Lavoro e libertà fondata da Tremonti. Se questo inserimento è considerato sostenibile, invece accettare le proposte di Berlusconi equivarrebbe a una perdita netta di consensi perciò, e prevedibilmente, il gioco delle alleanze sarà rimandato al più tardi possibile, soprattutto per non ostacolare le ambizioni di Maroni verso la Lombardia e contestualmente la costruzione di un asse di ferro che salderebbe le tre grandi regioni del nord al destino leghista: l’aspirazione della Lega maroniana, come abbiamo già scritto, è tutta concentrata sulla costruzione della macroregione del nord. A questo fine la Lega lavora su più fronti e non dimentica quello culturale, atto a confermare la sua ideologia ‘forte’. A Varese, l’associazione Terra Insubre lo scorso maggio ha organizzato la settimana di studio Tra Lombardia, Piemonte e Svizzera. L’Insubria senza confine, per dibattere intorno alle radici storiche di un territorio transnazionale: dai valichi alpini come elementi di collegamento fra popoli fin dall’età del ferro della cultura celtica; alle libertà comunali nel Medioevo e l’influenza delle Leghe lombarde fra XII e XIII secolo sugli embrioni della Confederazione svizzera; alle attività di Carlo Cattaneo dall’esilio elvetico a Lugano. Successivamente è approdata una interrogazione al Parlamento europeo dalla regione Veneto, presentata dall’europarlamentare e vicesegretaria della Lega Nord Mara Bizzotto, con la richiesta di un referendum per l’indipendenza del Veneto: «E’ giunta l’ora che la UE si esprima in modo chiaro e diretto sulle richieste d’indipendenza che salgono oramai da molti territori e Popoli europei, dal Veneto alla Catalogna, dalla Scozia alle Fiandre…Ciò che chiedo alla UE è di tutelare il sacrosanto diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto. I Veneti hanno il pieno diritto di indire un referendum consultivo attraverso il quale potersi esprimere, liberamente e democraticamente, sull’ipotesi di indipendenza dallo Stato Centrale. Se gli scozzesi celebreranno il referendum per la propria indipendenza da Londra nel 2014, e lo stesso faranno con ogni probabilità i catalani, non si capisce per quale astruso motivo questo diritto dovrebbe essere negato ai Veneti. La nostra non è una posizione di retroguardia, ma una battaglia di libertà e di democrazia per dare al popolo la potestà di scegliere se restare o meno legati a Roma, se rimanere dentro l’Italia o fondare uno Stato indipendente e sovrano. Di fronte all’evidente fallimento degli Stati Nazionali che si stanno sgretolando in ogni angolo del continente, l’Europa farebbe un errore madornale a girare la testa dall’altra parte ».
La crisi economica e quella politica degli Stati nazionali crea grande incertezza nel futuro, che occorre quindi propiziarsi con azioni salvifiche ad alto impatto mediatico. E chi meglio dell’europarlamentare leghista Borghezio può aspirare alla gestione dell’evento? Così, in occasione dell’assegnazione del premio nobel per la pace, Borghezio ha pensato di portare a Strasburgo la rivelazione del terzo segreto di Fatima, con una processione anti-crisi della Madonna dal sagrato della chiesa cattedrale alle porte del parlamento: «Un evento eccezionale che il simbolo dell’Europa unita è un simbolo squisitamente mariano, come ben dimostra la bandiera ufficiale dell’UE con le dodici stelle ed i colori bianco e azzurro della Madonna». Purtroppo la statua – in aereo al seguito della delegazione leghista – è andata persa e la processione sospesa. Ritrovata fortunosamente la Madonna allo scalo di Amsterdam, Borghezio ha pensato bene di solennizzare l’evento miracoloso espandendo la processione fino a Mosca affinché il Papa «consacri in maniera pubblica e solenne la Russia», e cosicché la Vergine possa concedere al mondo un periodo di prosperità e di pace: «Chiediamo a Sua Santità Benedetto XVI di adempiere al volere della Regina del Cielo affinché tutti i problemi economici, politici, sociali e militari, che sono di fronte a noi, possano essere evitati, superati e risolti definitivamente». Peccato che le alte cariche del parlamento europeo non si degnino di rispondere alle richieste di Borghezio e Fontana (vedi articolo).
La cronaca delle prossime settimane ci dirà quali altri spettacoli hanno in serbo i nostri leghisti, per propiziarsi il risultato elettorale del 2013.
Questo articolo è stato pubblicato
martedì, 1 Gennaio 2013 alle 23:03
e classificato in Inchieste.
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