Una stagione di caccia di morti e feriti “anche umani”

1 Febbraio 2013
Stefano Deliperi
Andrea, Paolo, Stefano, Giancarlo, Stefano, Giovanni Raimondo, Y.B., Vincenzo, Nicolò, un pensionato jerzese ignoto, Giacomo, Antonio, un ventottenne mogorese, Pierfranco. Sono nomi di involontarie prede della stagione di caccia 2012-2013 nella sola Sardegna. Morti e feriti in “incidenti di caccia”.
La contabilità dei morti e feriti umani nel corso della stagione venatoria 2012-2013 è giunta in tutta Italia, siamo a ben 58 morti (53 cacciatori, 5 persone comuni) e 103 feriti (89 cacciatori, 14 persone comuni) umani.
Di questi 5 morti (tutti cacciatori, dei quali uno per infarto durante una battuta di caccia e uno travolto da un torrente in piena) e 11 feriti (10 cacciatori e 1 agricoltore) in Sardegna.
Dopo ogni “incidente di caccia” il copione scivola sempre uguale: i soccorsi del 118, le indagini dei Carabinieri, i commenti dei compagni di caccia che immancabilmente parlano di “fatalità” data la “ben nota prudenza” della vittima o dell’involontario sparatore, le proteste ecologiste.
Purtroppo ancora non si comprende e non si vuol capire come la caccia sia l’unico divertimento che procura morte.
L’11 novembre 2012 è stato colpito addirittura un bambino nel bel mezzo di una battuta di caccia al cinghiale. E’ purtroppo morto due giorni dopo.
Eppure nemmeno in questo caso le associazioni venatorie hanno voluto accogliere l’invito –intelligente quanto giusto – degli stessi cacciatori dell’autogestita di Irgoli per uno stop alla caccia almeno per una domenica per ricordare il povero Andrea Cadinu e per riflettere su un’attività sempre più rischiosa era stato accolto dai colleghi cacciatori con nuovi lutti.
Purtroppo anche la commozione è stata sparata da un calibro 12.   Magari quello dell’onorevole Ignazio Artizzu, presidente della Federcaccia provinciale di Cagliari, consigliere regionale F.L.I. e già P.d.L., candidato alle prossime elezioni politiche: “Rispetto molto la proposta di non sparare, ma non la rilancerò”.   Insomma, il cordoglio personale è una cosa, ma non chiedetemi di rinunciare a una giornata di caccia.
L’on. Artizzu, per chi non lo sapesse, è quello che di fatto fa la politica delle associazioni venatorie in Sardegna, è quello che rappresenta i circa 43 mila cacciatori sardi.
E’ ormai una costante degli ultimi anni
Nella stagione venatoria 2011-2012 in Sardegna vi sono stati quattro morti e quattordici feriti, tutti cacciatori (ad eccezione di un pescatore di origine romena), dei quali uno (Domenico Molino, nelle campagne di Ovilò, Loiri Porto S. Paolo) ucciso in circostanze inquietanti per cause legate al mondo venatorio e un altro deceduto per infarto durante una battuta di caccia.    In tutta Italia 25 morti (24 cacciatori, 1 persona comune) e 70 feriti (59 cacciatori, 11 persone comuni).
Nella stagione venatoria 2010-2011 in Sardegna ci sono stati 4 morti, tutti cacciatori, e 11 feriti, dei quali 10 cacciatori e 1 persona comune, una ragazza che cercava funghi.  In tutta Italia ben 35 morti, dei quali 34 cacciatori e 1 persona comune, ben 74 feriti, dei quali 61 cacciatori e 13 persone comuni.
Il trend rispetto agli anni precedenti è in deciso aumento.
I morti e i feriti fra gli altri animali in una stagione venatoria si stimano in centinaia di milioni.
Una vera strage, di umani e altri animali, così, per un divertimento.
E nemmeno un barlume di autocritica, almeno di riflessione, da parte dei capipopolo delle associazioni venatorie.
Questo è l’elenco dei morti e feriti della stagione venatoria 2012-2013:
Morti: Andrea Cadinu (12 anni, originario di Onifai, ma residente a Nuoro, colpito durante una battuta di caccia al cinghiale in svolgimento nei boschi di San Michele, Irgoli, NU); Paolo Serra (66 anni, di Arzachena, capocaccia d’una compagnia di caccia al cinghiale, colpito da un colpo partito dal proprio fucile mentre era alla posta nella macchia di Monti di Li Scopi, San Pantaleo, in agro di Arzachena, OT); Stefano Cara (18 anni, di Lodè, NU, stato ucciso nel giorno del suo compleanno da un pallettone al petto di rimbalzo nei boschi del Montalbo, a Guzzurra, Lula, NU).
Inoltre, Mario Azzena (imprenditore, 70 anni, di S. Antonio di Gallura) è morto d’infarto durante una battuta di caccia, Salvatore Pala (53 anni, di Ossi) è morto nel tentativo di guadare un torrente in piena a Valverde (Alghero).
Feriti: Giancarlo Salis (51 anni, di Jerzu, nei canaloni boscosi dei Tacchi di Ulassai, OG); Stefano Cencetti (42 anni, comandante della Compagnia barracellare di Villa San Pietro, nelle campagne di Bacchixeddu di Pula, CA); Giovanni Raimondo Mele (62 anni, di Burgos, nelle campagne di So e’ Trancheri, fra Burgos ed Esporlatu, SS); Y.B. (50 anni, di Monserrato, ferito dal proprio fucile nelle campagne di Atzara, NU); Vincenzo Porcu (56 anni, poliziotto in pensione, colpito a una gamba da un proiettile di rimbalzo sparato dal proprio fucile nelle campagne di Montresta, SS); Nicolò Partis (28 anni, stato ferito al ginocchio da un colpo partito dal proprio fucile nelle campagna di Sibiola, nel Comune di Serdiana, CA); un pensionato (78 anni, di Jerzu, OG) del quale non sono state rese note le generalità (è stato ferito al piede destro da un colpo partito dal fucile di un compagno di battuta nelle campagna di Serr’e Mari, nel Comune di Tertenia, OG); Giacomo Sanna (55 anni, di Gonnesa, è stato ferito all’addome da un pallettone di rimbalzo nell’area mineraria dismessa di Malacalzetta, presso San Benedetto, Iglesias, CI); Antonio Figus (27 anni, ferito a una gamba durante una battuta di caccia nei boschi di Aritzo, NU); un cacciatore di Mogoro del quale non sono state rese note le generalità (28 anni, ferito da pallini durante una battuta di caccia agli anatidi nelle zone umide del Cirras, in Comune di S. Giusta, OR); Pierfranco Arca Sedda (30 anni, agricoltore di Sassari, ferito – a balla sola – a un polpaccio nel proprio podere a Campo Calvaggiu, presso la borgata di La Corte, Sassari).

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