Riprendiamo il treno e le stazioni
16 Febbraio 2013Giovanni Nuscis
ALBA SASSARI aderisce a partecipa alle iniziative di mobilitazione, occupazione simbolica, protesta e rappresentazione del disagio della cittadinanza che animeranno la stazione della ferrovia regionale della nostra città e regione in occasione della giornata nazionale proclamata dal CIUFER per il prossimo 16 febbraio.
Lo stato di abbandono e degrado in cui versano le ferrovie regionali è il risultato perverso di un piano ferroviario in cui il benessere degli utenti, la corrispondenza tra bisogni e servizi, il potenziamento di una mobilità a risparmio energetico, sono sacrificati ad esclusivo vantaggio dei piani per l’alta velocità, il trasporto costoso e di lusso, il collegamento tra le metropoli degli affari, gli interessi delle multinazionali ferroviarie e delle costruzioni.
La logica delle grandi opere oltre a violentare i territori in cui esse vengono realizzate, lascia completamente prive di mezzi le piccole comunità, condannando migliaia di pendolari, che si spostano per lavoro, studio, cure mediche e assistenziali, a vivere una quotidianità fatta di degrado dei treni e delle stazioni, mancanza di posti a sedere, disservizi, ritardi cronici, sporcizia, mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria, orari precari e mai affidabili.
La Sardegna ha una rete ferroviaria di 1038 km gestita da due società, Ferrovie dello Stato (tramite le società controllate RFI e Trenitalia, per le linee a scartamento ordinario Cagliari-Chilivani-Golfo Aranci/Porto Torres, Cagliari-Decimomannu-Villamassargia-Iglesias/Carbonia) e ARST S.p.a, società interamente partecipata dalla Regione Sardegna, per le tratte a scartamento ridotto Cagliari-Isili, Macomer-Nuoro, e linee per Alghero, Nulvi e Sorso che costituiscono la rete secondaria; nonché per le linee turistiche attive soprattutto in estate, e a richiesta di comitive turistiche (trenino verde), Isili-Sorgono, Mandas-Arbatax, Nulvi-Tempio-Palau.
Nonostante le reiterate richieste di miglioramento del servizio, nel corso degli anni, e le assicurazioni fornite dalle società e dalle istituzioni competenti:
- non sono mai state potenziate linee importanti e altamente frequentate come la Sassari-Cagliari, la Sassari-Olbia, la Sassari-Alghero;
- la linea ferroviaria sarda non è elettrificata;
- la rete ha un solo binario, ad eccezione del tratto Cagliari-San Gavino Monreale (50 km a doppio binario); che costringe ad avvalersi dello snodo di Chilivani per le tratte Sassari-Cagliari e Sassari-Olbia, con la conseguenza di rallentare i tempi di percorrenza delle tratte in questione;
- le locomotrici in servizio funzionano a diesel e sono lente, non superando nella tratta Sassari-Cagliari le 2 h 50’, e la velocità media di 88,4 km orari, con punte di 120/130 km/h. Un tempo eccessivo per i 220 km che separano i due capoluoghi; da anni si è in attesa di macchine più potenti. Il treno ha smesso da tempo di essere il mezzo per eccellenza per il trasporto di persone e merci, con un danno sociale e individuale evidente, trovandosi costretti a utilizzare il mezzo privato o altro mezzo non ostante il costo attuale del carburante; riguardo alle merci la situazione è ugualmente grave, incidendo la maggiore spesa sul trasporto sul costo del prodotto, poco o per nulla competitivo rispetto a quelle provenienti dalla penisola;
- le locomotive e le automotrici sono per lo più datate; a parte i Minuetto in circolazione dal 2005, le altre macchine risalgono agli anni ’80; altre, addirittura, agli anni ’50; si è in attesa dell’entrata in circolazione di 8 treni pendolanti costruiti dalla Keller a Villacidro, acquistati dalla Regione e destinati soprattutto ai collegamenti nord-sud;
- sono state eliminate dalle stazioni sarde sale d’aspetto e biglietterie, e numerose corse: quelle rimaste, hanno spesso orari e ritardi non compatibili coi tempi del lavoro e quelli scolastici, rendendo così inaffidabile e inutilizzato il servizio;
- i convogli sono spesso sottodimensionati rispetto alle esigenze reali, con pochi vagoni fatiscenti freddi d’inverno e caldi d’estate (come quelli della tratta Sassari-Alghero); i convogli andrebbero invece potenziati con carrozze in grado di contenere comodamente tutti i passeggeri ed un buon numero di biciclette e carrozzine, specie nella bella stagione, per incentivarne l’uso per i molti appassionati di bicy, e per le famiglie prive di auto privata, soprattutto in tempi di crisi;
- nel 1996 il servizio ferroviario sardo ha avuto un picco di 5.716.000 passeggeri, che nel 2006 si è ridotto a 4.410.000; ciò è dovuto all’evidente scadimento del servizio, la cui ricaduta finirà per pesare non solo sugli utenti ma anche sugli stessi lavoratori delle ferrovie, se non si appronteranno misure in grado di restituire alle ferrovie della Sardegna la funzione strategica che ha avuto in passato e che, maggiormente, potrebbe avere nel futuro;
- per far questo, si ritiene imprescindibile: 1) coinvolgere le comunità fruitrici o interessate al servizio ferroviario, attraverso le loro istituzioni (Comuni, Province, Regione, associazioni e sindacati di categoria) e le rappresentanze delle categorie produttive; 2) creare con la Regione Sardegna, le Ferrovie dello Stato (tramite le società controllate RFI e Trenitalia) l’Arst, le rappresentanze di categoria, le istituzioni interessate una cabina di regia volta: a) a fare il punto sugli interventi migliorativi del servizio ferroviario e sui tempi previsti, rendendoli pubblici attraverso i media; b) ad accertare e analizzare la domanda del servizio ferroviario nelle diverse realtà e dimensioni (utenti pendolari e occasionali residenti in Sardegna, popolazione turistica stagionale, artigiani, ditte e imprese interessati al trasporto di merci…) al fine di intercettare i bisogni effettivi per uno sviluppo mirato del servizio sotto il profilo quantitativo e qualitativo, per il trasporto di persone e merci (utilizzando lettere, questionari, interviste a campione etc.).
E’ necessario dare una risposta urgente alle molte vite in bilico, ogni giorno, tra necessità di spostarsi e negazione dei diritti di civiltà, dignità e sicurezza che un sistema di trasporto pubblico moderno ed efficiente dovrebbe garantire.
Il flusso di auto che fin dalle prime ore del mattino e poi nella serata attanaglia Sassari e le altre città della Sardegna, con un danno ecologico e per la salute dei cittadini incalcolabile, siamo certi che si potrebbe dimezzare e razionalizzare se il vasto territorio cittadino, provinciale e interprovinciale della regione fosse innervato da una rete efficiente affidabile di trasporti ferroviari.
La riorganizzazione, e il rilancio della mobilità su rotaie di area regionale deve essere obiettivo prioritario e irrinunciabile per le nuove giunte che vorranno governare la Regione e le città sarde.
Il buon governo deve poter garantire il buon vivere, condizioni di sicurezza , agio ed economicità nel trasporto, con azioni promozionali per scolaresche, lavoratori, giovani e anziani, accoglienza per i disabili, interconnessione col turismo ciclistico e di prossimità, valorizzazione turistica dei borghi dell’entroterra e montani, così come della campagna.
Per questo IL 16 FEBBRAIO saremo nella stazione di Sassari e in altre stazioni ad animare insieme a tante donne e uomini, pendolari e non, la protesta e la richiesta per un sistema ferroviario regionale, bene comune e risorsa irrinunciabile di convivenza civile.
Siamo tutti coinvolti!