Raccolta differenziata a Cagliari

1 Agosto 2009

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Enrico Lobina

Da qualche settimana va in onda sul Sardegna e sulla Nuova lo scontro al Comune di Cagliari riguardo l’appalto sulla raccolta differenziata. L’Unione no. Tace. Va tutto bene. La cupola mafioso-affaristica che governa la capitale ha qualche regolamento interno in corso. Alla fine ha risolto, ma è relativamente importante. Al sindaco non ha mai interessato la raccolta differenziata. Fosse per lui, non l’avrebbe mai fatta. A mare ambientalismo e baggianate tipo sviluppo sostenibile. Poi però sono arrivate le multe. E leggi che costringevano a fare qualche cosa. In principio fu la SAM. Una società, di cui era presidente Carlo Ignazio Fantola. Lo stesso che ha un ruolo chiave nell’impero immobiliare di Zuncheddu, e che è nel consiglio d’amministrazione dell’Unione. La SAM era la società mista (pubblico-privata) che aveva il compito di organizzare la raccolta differenziata a Cagliari. Per tre anni la società è rimasta bloccata da ricorsi e contro-ricorsi. Addirittura, il Comune ha fatto ricorso contro se stesso! Il CdA però, con a capo il buon Fantola, ha continuato ad essere pagato.
Poi sono arrivate le multe. I progetti pilota non bastavano più. I Riformatori, padri-padroni dell’assessorato Servizi Tecnologici, hanno pensato di preparare la gara d’appalto della discordia. Un appalto di 9 anni, di importo superiore ai 300 milioni di euro.
La raccolta differenziata non viene vissuta come un’opportunità per rendere bella, attraente e all’avanguardia la città. Viene vissuta come una costrizione. Addirittura c’è chi cita Mao (“sarà una rivoluzione culturale”), ma anche chi la descrive come una “battaglia” o come la “ennesima violenza a danno dei cittadini”. Ma le altre città hanno chiesto l’aiuto dell’esercito per attuare la raccolta differenziata?
Nei mesi scorsi si è urlato: “siamo arrivati al 30% di raccolta differenziata a Cagliari”. Ma dove? Forse perché all’umido si sono aggiunti sfalci e potature? Escluso il ritiro del cartone dagli esercizi commerciali, che funziona perché viene fatto col porta a porta, dov’è il 30% di differenziata?
Abbiamo compiuto un rapido calcolo sulla zona S. Benedetto-via Paoli. Ogni bidone di umido deve servire almeno 1.000 persone, ma si può salire sino a 3.000 e forse più. Attraverso un monitoraggio costante nel tempo, abbiamo registrato come ogni bidone non sia mai pieno. Sempre a metà. Dov’è questo 30% di raccolta differenziata?
La vera raccolta differenziata vi potrà essere solamente con il porta a porta. Le esperienze di tutta Europa, e senza andar lontani del Nord Italia, ce lo dimostrano. Il sistema dei cassonetti favorisce l’indifferenziata.
La raccolta differenziata è il primo passaggio per effettuare il riciclaggio e il riuso delle materie prime che non vanno a finire in discarica. Rientrano nel ciclo produttivo, alleggerendo il carico già elevato sull’ambiente. La raccolta differenziata ci permette di salvaguardare l’ambiente, la nostra sopravvivenza e quella delle generazioni future.
Altro che rivoluzione culturale. I nostri nonni raddrizzavano i chiodi, usavano il fondo del caffè come concime e riciclavano la carta del pane per altri usi. Il modello di vita consumistico e il sistema capitalistico, con la sua logica di massimizzare il profitto dei pochi, ce lo ha fatto dimenticare in nome di un finto progresso.

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