Tuvixeddu, banco di prova di civiltà
16 Maggio 2013Stefano Deliperi
Continua la storia infinita del Colle di Tuvixeddu, la più importante area archeologica sepolcrale punico-romana del Mediterraneo.
E’ certamente un bel pezzo d’identità cagliaritana, ne è stata il cimitero cittadino per più di mille e cinquecento anni, dalla fondazione della Krly punica alla Santa Igia giudicale, e può essere un grandissimo richiamo culturale e turistico per la città e l’intera Sardegna.
Per ora è ancora un campo di contesa, se non di battaglia vera e propria.
Si è recentemente concluso il dibattimento penale su presunti abusi compiuti nell’area archeologica di Tuvixeddu (Cagliari): il pubblico ministero Daniele Caria aveva chiesto quattro condanne e due assoluzioni, ma il Tribunale di Cagliari (I Sezione), presieduto da Mauro Grandesso, ha statuito la condanna soltanto dell’ex Soprintendente ai beni archeologici Vincenzo Santoni a un anno di reclusione, interdizione dai pubblici uffici, pagamento delle spese processuali con i benefici della condizionale e della non menzione per aver dichiarato falsamente che le ulteriori tombe rinvenute fossero nell’area già tutelata con il vincolo storico-archeologico. Assoluzione per l’altro capo di imputazione (abuso d’ufficio).
Assoluzioni e prescrizioni per l’archeologa Donatella Salvi, per i dirigenti comunali Paolo Zoccheddu e Giancarlo Manis, per l’imprenditore Raimondo Cocco e il direttore dei lavori Fabio Angius.
Dal primo grado di giudizio è emerso che l’attestazione dell’allora Soprintendente Santoni riguardante l’assenza di scoperte di ulteriori sepolture al di fuori dall’area tutelata non corrispondesse a verità.
Qualche giorno prima il Collegio arbitrale (il magistrato in pensione Gianni Olla, il docente universitario romano Nicolò Lipari, il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Bilé) ha emesso il suo lodo e, concedendogli più di 70 milioni di euro di indennizzo, sarebbe pienamente favorevole alle pretese della Nuova Iniziative Coimpresa del Gruppo Cualbu, finora uscito soccombente nelle ultime pronunce della giustizia amministrativa. Un componente del Collegio (il dott. Gianni Olla) sarebbe stato fortemente contrario, ma in minoranza. La stessa relazione tecnica dell’advisor Deloitte s.p.a. è all’attenzione della magistratura.
Ovviamente si è riaperto pesantemente lo scontro fra l’attuale Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci e il suo predecessore, Renato Soru, autore delle politiche di salvaguardia oggetto di contestazione.
Non conoscendo il testo del lodo arbitrale, non è possibile una sensata analisi e valutazione delle argomentazioni esposte, delle conclusioni e delle statuizioni finali, analogamente alla relazione di minoranza. Solo una previsione: con elevata probabilità sarà esperito dalla Regione ricorso alla Corte d’Appello di Roma.
Nonostante la situazione fluida determinata dal perdurante contenzioso, esiste – come detto in varie occasioni – una via per raggiungere l’obiettivo della piena salvaguardia del Colle di Tuvixeddu e della realizzazione del grande parco archeologico-ambientale. Il piano urbanistico comunale di Cagliari dev’essere adeguato alle previsioni del piano paesaggistico regionale mediante lo strumento della co-pianificazione Ministero Beni e Attività Culturali – Regione – Comune, in seguito dovrà esser modificato di conseguenza l’accordo di programma immobiliare (finora mai rescisso né oggetto di recesso da parte di alcuna parte) e in tale sede saranno previsti indennizzi, eventuali permute, ecc. per chiudere definitivamente ogni contenzioso.
Fino ad allora non vi potrà essere nessun intervento sull’area Tuvixeddu – Tuvumannu, ma anche – purtroppo – nessuna certezza sul versante della tutela e della corretta fruizione e valorizzazione di un bene culturale unico al mondo. Sarebbe ora di voltare definitivamente pagina e di risolvere una volta per tutte una situazione che a Tuvixeddu fa solo del male.
18 Maggio 2013 alle 06:35
[…] su Il Manifesto Sardo (“Tuvixeddu, banco di prova di civiltà”), n. 146, 16 maggio […]