L’onorificenza a David Grossman
16 Maggio 2013Anna Maria Brancato
Il mondo della cultura a Cagliari è in grande fermento in questi giorni, in particolare a seguito delle ultime feste nazionali che si sono volontariamente o involontariamente trasformate in occasioni per veicolare posizioni ideologiche, più o meno velate, di certe personalità cittadine.
Sono ormai noti, infatti, l’acceso dibattito contro la richiesta di conferire la cittadinanza onoraria allo scrittore israelo-sionista David Grossman e la presenza della bandiera israeliana alla manifestazione del 25 aprile. Credo che questi avvenimenti non siano stati improvvisati e non debbano essere considerati come eventi separati, piuttosto andrebbero letti alla luce di una serie di eventi più o meno recenti.
Cagliari quest’anno per la prima volta si è ritrovata a dare spazio a un evento mondiale, quello della Settimana contro l’Apartheid israeliano. L’evento partecipato e apprezzato non solo da studenti e addetti ai lavori, aveva altresì scatenato l’indignazione dell’Associazione Chenapura – Sardos pro Israele che durante la visita dell’Ambasciatore israeliano Gilon al Centro di Ricerca e Sviluppo di Telit, aveva preso le distanze dall’evento considerandolo “un’opera di propaganda anti-israeliana che si svolge nell’Università sarda anche attraverso la proiezione di documentari su una falsa immagine di apartheid in Israele mentre l’Ambasciatore ha illustrato la democraticità dello Stato d’Israele, unico nel Vicino Oriente e la partecipazione della minoranza di cittadini alle elezioni con propri partiti e parlamentari eletti”. http://www.liberoquotidiano.it/news/1195928/Sardegna-ambasciatore-Gilon-visita–Chenapura-Sardos-pro-Israele–2.html
Nel mentre il movimento BDS di Cagliari, in modo del tutto autonomo, aveva chiesto di fare chiarezza su qualche punto: l’incontro di Soru con l’Ambasciatore Gilon, sul perché tale incontro fosse stato reso noto solo dopo essere avvenuto e sui temi dell’incontro stesso, che facevano presupporre (quantomeno da chi è consapevole che le visite di cortesia in politica non esistono) una possibile collaborazione a livello tecnologico tra il territorio sardo e le imprese israeliane. http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sardegna/Ambasciatore-israeliano-a-Cagliari-visita-Centro-Ricerca-e-Sviluppo-Telit_314233709585.html
Supposizioni, quelle del BDS, che hanno trovato un prima conferma il 16 marzo scorso quando lo stesso Soru, in occasione della presentazione del libro “Tech and the City”, ha lanciato il progetto Open Campus dichiarando che “Tiscali sta crescendo di nuovo e sta cercando qualche decina di ingegneri. Mentre 70 ingegneri lavorano già per la startup Telit, da poco trasferita a Cagliari da Trieste, fondata da giovani italiani-israeliani: si occupa di “Internet delle cose” ed é un esempio della possibilità di Cagliari di diventare un polo tecnologico attraente per talenti di tutto il mondo”. http://tech-and-the-city.com/2013/03/179/
Le richieste di chiarimento, però, del movimento BDS non hanno ottenuto risposta confermando l’esistenza in città di una sorta di “corporazione occulta” che attraverso la facciata del progresso e dello sviluppo tesse le trame di una collaborazione con lo stato ebraico.
E l’ultima testimonianza di questa strana alleanza è stata proprio la volontà di conferire la cittadinanza al già citato Grossman, eletto presidente onorario del Festival di letteratura per ragazzi “Tuttestorie”, suppongo proprio per il suo impegno come autore di libri per ragazzi.
Non voglio dilungarmi sul perché non dare la cittadinanza onoraria a Grossman perché mi pare che la comunità cagliaritana si sia mobilitata abbastanza e stia rispondendo in modo più che positivo contro questa proposta, partita tra l’altro da esponenti del PD.
Grossman ha sicuramente espresso posizione ambigue contro le guerre israeliane, per quanto venga esaltato il suo “pubblico impegno a favore del processo in Medio Oriente” ed è altresì uno strenuo sostenitore dei diritti del suo stato e della “soluzione dei due stati” (per la quale rimando a questo interessantissimo articolo che ne spiega i limiti reali e il forte carattere razziale: http://www.informarexresistere.fr/2012/10/19/smascherare-il-razzismo-dietro-la-soluzione-dei-due-stati-di-haidar-eid/#axzz2Rb3D8yGt)
Se le intenzioni degli organizzatori e di detta “corporazione” che propone ai cittadini cagliaritani di avere come concittadino un israeliano velatamente filo-sionista non avessero contenuto in sé un filo di malizia e fossero davvero volte a creare un clima culturale di dibattito e confronto anche su temi delicati come la questione palestinese, avrebbero forse potuto creare un contesto di par condicio, come amano chiamarlo, dedicando ampio spazio anche alla letteratura palestinese per ragazzi; ma su questo “fastidioso” punto allineo le mie posizioni a quelle di una scrittrice ebrea che si chiede se in effetti sia giusta una tale compensazione, come se “i palestinesi esistessero in conseguenza degli israeliani e non siano invece un popolo ricco di cultura e di storia che annovera tra le sue fila giganti della letteratura e della poesia?” http://miryammarino.blogspot.it/2013/04/sulla-cittadinanza-onoraria-grossman.html
La cittadinanza onoraria, intesa appunto come onorificenza concessa da un Comune a un individuo che si è distinto per meriti, per il suo impegno e per le sue opere, risulta invece totalmente fuori luogo e ha dato finora spazio solo allo scontro e non al confronto o alla crescita, dimostrando che parte di quella “loggia occulta” cittadina, di sinistra come di destra, non intende collaborare fattivamente alla piena ed equa convivenza civile delle varie anime della propria città, ma preferisce professare in pubblico un’ideologia, per poi tradirla con gesti e segni che rivelano l’opportunismo di alleanze contrarie.
Se dunque Grossman diventasse cittadino cagliaritano a mio avviso rappresenterebbe l’ennesima provocazione a una comunità, quella palestinese, che da anni risiede, lavora, studia a Cagliari e che si è sempre distinta per il suo impegno a livello culturale, sociale e di reciproco rispetto con tutte le altre nazionalità e che non ha mai disdegnato il confronto pacifico. Lo dimostra l’enorme mobilitazione cittadina, e non solo, a sostegno delle posizioni sia della comunità palestinese, quanto di quelle dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina.
Si sa, in politica nulla è, né deve, essere lasciato al caso e la scelta di dare la cittadinanza onoraria a un esponente culturale del genere fa parte di una precisa volontà politica, che pare prendere forma giorno dopo giorno.
16 Maggio 2013 alle 20:31
concordo su molti punti dell’articolo, in particolare sul significato politico che di fatto assumerebbe il conferimento della cittadinanza cagliaritana a David Grossmann, di cui apprezzo la scrittura ma che nei suoi discorsi sulla pace esprime una posizione ambigua e non rispettosa dei diritti e perciò della dignità del popolo palestinese (dichiarazioni sull’operazione piombo fuso, dichiarazioni sul diritto al ritorno, riconosciuto da ben due risoluzioni ONU). In questa direzione ho già scritto una lettera al Sindaco di CA, al presidente del Consiglio comunale e a molti consiglieri personalmente, perché la cittadinanza cagliaritana onoraria non sia conferita a David Grossmann. Pinella
24 Maggio 2013 alle 10:05
accidenti, siamo al complotto pluto paperino giudaico…invece di leggere quello che grossman ha scritto sulla pace per anni, invece di verificare la sua storia e quello che rischia in israele per le sue posizioni pacifiste, si creano nuovi complotti, nei quali una libreria per ragazzi tiene le fila di una grande manovra di politica internazionale…insomma, siamo al “vedo gente, faccio cose” aggiornato ai nostri tempi che, insieme alle imbarazzanti contestazioni fate da 20 persone (in rappresentanza di 4 diverse sigle di rivoluzionari puri e duri!), fa rimpiangere la sinistra tradizionale, che almeno invitava a studiare, ad informarsi, a leggere con attenzione. che dire? grossman è uno scrittore, non un rappresentante politico o un componente del governo israeliano, ma purtroppo i rivoluzionari de’noiartri vedono solo il nemico israeliano…auguri, noi continueremo a goderci i suoi libri, lasaciamo a quelli la rivoluzione…e i matrimoni delle valeriemarini di turno.