Sardegna e guerra

1 Gennaio 2014
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Graziano Pintori

Il 2014 sarà l’anno della smobilitazione dall’Afghanistan, della distruzione delle armi chimiche siriane e della rottamazione di centinaia di carri armati dell’esercito italiano, nell’esecuzione delle tre operazioni la nostra isola assolverà un compito strategicamente importante. Nella prima i nostri “dimonios” si occuperanno del trasferimento, verso l’Italia, delle attrezzature di guerra utilizzate in Afghanistan; la mastodontica manovra, particolarmente laboriosa e delicata, è stata preceduta da un periodo di esercitazione tra le dune di Teulada per affinare le capacità di individuazione e disattivazione di eventuali ordigni seminati lungo il cammino del ritorno. Si tratta di un accorgimento fondamentale se pensiamo che i mezzi, uno dietro l’altro, creerebbero una colonna lunga undici chilometri. La seconda parte del programma prevede come scenario, secondo le ultime notizie, l’isola de La Maddalena, il luogo in cui dovrebbe avvenire il passaggio, da navi norvegesi alla nave americana Cape Ray, del carico speciale di armi chimiche. La Cape Ray è un laboratorio di guerra galleggiante, attrezzato per rendere innocui milletrecento tonnellate di armi e ordigni chimici, stipati in centocinquanta container, prelevati dall’arsenale siriano di Assad. Quest’operazione non è cosa da niente, crea incertezza e forte preoccupazione fra gli isolani, innanzi tutto perché novanta sono i giorni necessari per l’intera operazione, poi, di seguito, mancano le doverose e precise informazioni e le dovute garanzie sulla difesa dell’ambiente circostante in cui avverrà il trasbordo. Non a caso il deputato sardo Gian Piero Scanu ha presentato un’interrogazione sul misterioso traffico di navi dalla Siria, avendo individuato fra le carte “…troppi elementi oscuri intorno a questa vicenda”. In continuità con le atmosfere da “Top Secret”, tipico delle forze di occupazione, il porto di Oristano, nelle ultime settimane del 2013, è stato trasformato in un ampio parcheggio di carri armati. Da un giorno all’altro gran parte di quell’area portuale è stata occupata da duecento blindati obsoleti, destinati, secondo notizie ufficiali, alla rottamazione in una località del Pakistan. Quest’ultimo fatto, come gli altri due, ci fa capire che i fondi per qualsiasi manovra militare sono sempre disponibili, compresi quelli per gli acquisti di nuovi armamenti. Prendiamo come esempio, dopo i milioni di euro impegnati per gli F 35, la volontà di sostituire i carri armati con altri mezzi più o meno simili, però più sofisticati e devastanti. Durante l’esercitazione sopraccennata tenutasi a Teulada, presente il governatore Cappellacci, è stata messa all’opera, per le dovute presentazioni alle autorità, una nuova generazione di armi e mezzi di vario tipo, tra cui un medio blindato chiamato Freccia, il primo veicolo digitalizzato dell’esercito italiano. Tutto si è svolto sotto il cielo sorvolato da velivoli “Roven” a pilotaggio remoto, da elicotteri AB 205 del 21° gruppo squadroni “Orsa Maggiore”, mentre il nostro governatore, lo immagino con i ray ban scuri, elmetto e giubba militare, sorride tra quei gallonati dell’esercito che definiscono la Sardegna la loro piattaforma naturale nel Mediterraneo, con ampia disponibilità da parte delle forze NATO. Infatti, secondo la visione guerresca delle lobby militari, la Sardegna è considerata un fronte territoriale avanzato, utile per fronteggiare le eventuali turbolenze dei nuovi nemici africani e/o mediorientali. Tutto questo mi provoca acidità allo stomaco pensando che nel 2013 si è ricordato il decennale della morte di Mario Melis, il leader del PSd’Az che parlava della Sardegna come piattaforma d’incontro dei popoli del Mare Nostrum. L’uomo politico nei confronti dei dirimpettai africani e mediorientali aveva sentimenti di amicizia, arricchiti da una visione culturale progressista tesa alla convivenza pacifica dei popoli. Insomma, si è ricordato un uomo già Presidente della regione Sarda che impersonava l’antitesi di ciò che sta seminando, su tutti i fronti, compreso quello della guerra, il berlusconiano Cappellacci, candidato Presidente della Regione Sarda.

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