Pigliaru commissaria la Conservatoria delle coste
16 Giugno 2014Stefano Deliperi
“…prevediamo di dare un nuovo ruolo alla Conservatoria delle Coste ed all’Arpas, dando piena applicazione alle norme che ne governano il funzionamento”, così ha affermato solo quattro mesi fa Francesco Pigliaru nella sua vittoriosa campagna elettorale che l’ha portato a divenire Presidente della Regione autonoma della Sardegna.
“Rimango a bocca aperta … hanno avuto cinque anni per fare le cose nel modo corretto, confrontandosi con il governo secondo le regole. Invece, nell’incapacità di questa Giunta, si è voluto forzare e di far finta di prendere decisioni che non si sono prese prima, ostenta disprezzo per le regole”, affermava sempre in campagna elettorale Francesco Pigliaru quando annunciava che avrebbe spazzato via quella “approvazione di cartone fatta per fini elettorali”, che ha determinato lo stravolgimento del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).
“Faremo tutto quello che abbiamo detto ai sardi”, affermava il neo Presidente Pigliaru il giorno della sua elezione.
Risultati:
* la Giunta Pigliaru ha disposto l’annullamento in via di autotutela, con la deliberazione Giunta regionale n. 10/20 del 28 marzo 2014, della soladeliberazione n. 6/18 del 14 febbraio 2014 di approvazione definitiva dello stravolgimento del P.P.R., non sufficiente per tutelare efficacemente coste e paesaggio, perché la deliberazione Giunta regionale n. 45/2 del 25 ottobre 2013 di prima adozione è parzialmente produttiva di effetti(in ogni caso il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha impugnato lo stravolgimento del P.P.R.);
* la Giunta Pigliaru, con deliberazione del 12 giugno 2014 (non presente sul sito web istituzionale), ha disposto il commissariamento dell’Agenzia della Conservatoria delle coste in vista della successiva soppressione, nonostante la nutrita serie di attività poste in essere fra mille difficoltà per la costituzione di un vero e proprio demanio costiero sardo, sul modello del Conservatoire du Littoral francese. Spending review? Revochi i fondi per lo scempio ambientale e finanziario della diga di Monte Nieddu-Is Canargius e in un colpo solo risparmierebbe centinaia di milioni di euro.
In pochi mesi già due gravi e pesanti contraddizioni della politica ambientale proposta agli elettori sardi e premiata dal risultato elettorale.
A che gioco stiamo giocando?
16 Giugno 2014 alle 15:57
Mi è difficile schierarmi in difesa della Conservatoria delle coste, visto come hanno gestito la “salvaguardia” del patrimonio costiero, come ad esempio, nella marina di San Vero Milis, con il crollo “controllato” della torre aragonese di Scau’e Sai, e l’intervento sul limite per evitare i crolli delle altre torri.
Fin’ora ho avuto la percezione che questo ente stia, sì, costituendo un demanio costiero sardo, ma senza alcuna cura dello stesso poi. Come un bambino che si compra il pesce rosso e poi non gli dà di che mangiare.