Pigliaru, Firino e le banche ci dissanguano
16 Ottobre 2014Tiziana Troja e Michela Sale Musio
Come tutte le compagnie professionistiche di spettacolo riconosciute dalla Regione Sardegna, anche LucidoSottile attende da oltre un anno lo sblocco dei finanziamenti. Sia quelli già deliberati dall’amministrazione Pigliaru e, purtroppo, anche da quella precedente guidata da Ugo Cappellacci. Risorse con le quali la nostra compagnia (riconosciuta anche dal MIBAC) forma nuove professionalità e garantisce posti di lavoro, oltre che produrre spettacoli che hanno l’ambizione di portare il loro contributo alla crescita culturale di quest’isola e del paese.
Negli ultimi anni i tagli al comparto dello spettacolo sono stati dolorosissimi: ad esempio, la giunta Pigliaru ha ridotto del 40 per cento le risorse destinate alle compagnie. Ma a mettere a serio rischio l’esistenza stessa delle nostre imprese è adesso la volontà dell’assessorato alla Cultura di non procedere alla liquidazione delle somme già deliberate. Anche LucidoSottile attende addirittura il saldo dei contributi del 2011, quello del 2013 e l’acconto per l’attività del 2014. Anche LucidoSottile ha dovuto chiedere un prestito alle banche, pagando così a caro prezzo la cattiva volontà della Regione, che costringe gli operatori culturali ad indebitarsi con gli istituti di credito, pur di non chiudere la propria attività e licenziare i propri dipendenti.
Ormai non possiamo più parlare di inefficienze e di burocrazia ma, a fronte di tante sollecitazioni che sono giunte da parte degli operatori all’assessore Firino e al presidente Pigliaru, dobbiamo parlare di una evidente volontà di questa amministrazione di mortificare e umiliare il settore dello spettacolo dal vivo. La delibera adottata a favore dei gruppi dalla giunta Pigliaru lo scorso mese di agosto non ha ancora prodotto alcuna ricaduta reale, perché le risorse non sono state ancora messe a disposizione delle compagnie.
Le banche ci stanno dissanguando e, con il loro atteggiamento, anche il presidente Pigliaru e l’assessore Firino: ecco il perché della nostra performance.
LucidoSottile chiede l’immediato sblocco del saldo 2013 e dell’anticipo relativo all’annualità 2014…anno che peraltro, sta volgendo al termine.”
Questa è la situazione. I tagli sono pesantissimi, colpiscono tutti e sono comprensibili in questo momento così difficile per il paese intero, ma a nostro avviso troppo duri; sarebbe stato bello se il nostro assessore si fosse battuto per non salire oltre il 20%, così da dar modo al comparto dello spettacolo dal vivo di organizzarsi coi tempi giusti, avere un po’ di respiro, ma il 40% è una scelta politica lucida e violentissima, e un chiaro e netto segnale di disinteresse e disconoscimento, che le imprese di spettacolo non si meritano.
Ma dopo la performance, che è senz’altro servita a qualcosa, il dato sconcertante lo registra il sito dell’Unione Sarda (e non solo) nei commenti relativi alla stessa, che raccontano come, la gente comune, per colpa di Pigliaru e della sua giunta, percepisca il mondo dell’impresa culturale.
Siamo state definite: “sanguisughe dei contribuenti, che fanno festicciole con i soldi della Regione, e che Pigliaru fa bene a tagliare i contributi, o meglio che dovrebbe abolirli una volta per tutte”. E questo non si discosta molto dalla visione di qualche rappresentante politico che è in consiglio e in giunta.
Il nostro settore alla Regione, ha dei regolamenti che ci costringono ad anticipare per assumere, per lavorare, per andare in scena, e questo è giustissimo e l’abbiamo sempre fatto volentieri e con rispetto, perché è reale e chiaro per noi il concetto di “contributo”: una forma di incentivo che serve per aiutare un’attività, non per finanziarla interamente. A noi piace seguire le regole se queste sono conseguenti al contratto. Ma i debiti si pagano. I contributi stanziati sono una promessa che si paga. Noi i debiti li paghiamo e le promesse le manteniamo, e finché si può, si fa fronte con quello che si ha, coinvolgendo tutti, amici, familiari, parenti che credono nel lavoro che facciamo e hanno fiducia in noi. Ma adesso non si può più. Mendicare non è nelle nostre corde, non è giusto, è umiliante e mortificante.
Vogliamo parlare del paradosso del Durc? Quanto è diventato perverso questo sistema? Che pretende da noi la perfezione contributiva quando l’amministrazione regionale non rispetta per prima i tempi di erogazione dei contributi stanziati?
Piccolo promemoria.
Per ottenere il saldo del contributo, se non il contributo stesso, viene lecitamente richiesto di rispettare una serie di parametri (quali la regolarità contributiva o l’assunzione di dipendenti a tempo indeterminato) parametri che devono essere rispettati anticipando i tempi, ovvero prima di ricevere il contributo, questo diventa possibile esclusivamente ricorrendo a un fido bancario, fido disponibile solo grazie ad una fideiussione assicurativa (che viene svincolata solo a saldo contributo e per tutti gli anni in cui non viene svincolata, va pagata) e il fido bancario ha ovviamente un costo mensile o trimestrale. Ma come diventa possibile rispettare i parametri rigidamente imposti dalla legge regionale (legge che abbiamo fortemente voluto e per la quale ci siamo ampiamente battute, al fine di rendere il settore realmente professionale) se la Regione stessa non ha alcun rispetto delle tempistiche di erogazione del contributo e se impone tagli drastici al contributo stesso?
A volte ci chiediamo realmente a cosa stiano pensando i politici che dovrebbero difendere il settore. E’ sconcertante quanto ci sia la volontà da parte degli amministratori di prendere e perdere tempo. Quanto siano complici o disperati è difficile da capire.
Lucidosottile, fino a poco tempo fa era considerata un gioiellino tra le imprese di spettacolo, per efficenza, organizzazione e affidabilità. Quanti giovani e quante nuove figure artistiche abbiamo formato e inserito nel mondo del lavoro regionale e nazionale in questi 10 anni. Tanti. Quanti nostri colleghi hanno usufruito delle nostre figure professionali e tecniche non solo nel campo artistico, ma anche in quello più prettamente amministrativo. Tantissimi dei nostri allievi sono diventati professionisti autonomi nel settore dello spettacolo.
Qualcuno ci sgrida dicendoci che spingiamo la compagnia molto più in alto di quello che dovrebbe volare, che basta fare il minimo richiesto, che non siamo molto sagge in questo, che la nostra poetica e la nostra satira nei confronti della società e della politica ci mette in cattiva luce, ci rende antipatiche e arroganti, e questa nostra “prepotenza” fa si che non siamo ben viste dai benpensanti di questo nostro paese a tratti becero, provinciale e bigotto. Non è forse il ruolo dell’artista di disubbidire alle ingiustizie, quello di svelare trucchi, stuzzicare, mettere pulci nelle orecchie e offrire modi altri di vedere il mondo, le emozioni, la vita?
Noi abbiamo sempre creduto nella politica, e nel nostro settore. E come le imprese che funzionano negli altri settori, nel momento di maggior successo, vorremmo investire, sperando che questo sia percepito e apprezzato. Invece no.
Siamo state tradite da tagli realmente ingiusti e arbitrari.
La performance di venerdì voleva arrivare direttamente a Pigliaru, si presume che sia lui a decidere quando quanto e come liquidare.
Per quanto ci riguarda, la situazione nostra è difficilissima, le banche ci stanno strozzando, il nostro saldo del 2011 addirittura, non è ancora stato erogato e noi paghiamo i ritardi della Regione con soldi sonanti.
L’impresa spettacolo e il settore culturale si basano certamente su un sistema di contribuzione che arriva direttamente dalle tasse degli onesti cittadini, noi e i nostri colleghi, quelli che questo mestiere lo fanno veramente (non i dopolavoristi) facciamo ogni giorno un passo verso i cittadini, volto a restituire un clima culturale nei centri dove lavoriamo che permetta al nostro paese di ritornare ad essere ricco e vivace…almeno intellettualmente.
Cosa sarà del nostro futuro, ora tocca alla politica deciderlo.
Di performance ce ne saranno altre, se necessarie, e saremo molti di più.
16 Ottobre 2014 alle 16:40
Care LucidoSottile, mi spiace che il fuoco abbia raggiunto anche l’arte, pensate a quando IL PRESIDIO PIAZZALE TRENTO iniziò l’occupazione, della piazza antistante il palazzo istituzionale, denunciando il malessere delle micro imprese ormai alla frutta, quando le banche hanno assalito in maniera buccolica i cc ormai scarni e vuoti, quando il lavoro veniva a mancare, quando il DURC è diventato l’arma per il non lavoro….tante altre ingiustizie subite, quando lo stato con le continue vessazioni umiliava e uccideva, abbiamo visto morire la nostra economia, i nostri giovani partire. Tutto questo per dirvi che sono desolata, che capisco tutto…ma l’unica domanda che riesco a fare è: quanto noi dobbiamo ancora patire per poter vivere???
17 Ottobre 2014 alle 13:00
le lucido sottile potrebbero dirci a quanto ammonta, in proporzione al loro bilancio di un anno, questo “contributo”? perché la gente non sa che i criteri di assegnazione di questi soldi pubblici sono esclusivamente quantitativi e non qualitativi: conta il numero di eventi e di spettatori ecc. e allora vorremmo sapere se la compagnia lucido sottile è disposta a dirci quanto fattura in un anno e capire finalmente di cosa si sta parlando. a quanto ammonta questo aiuto regionale? senza i soldi per la cultura la compagnia non campa? se i cittadini conoscessero i criteri con cui ogni anno si regalano i soldi alle solite associazioni senza scopo di lucro altro che sangue sui marciapiedi.. dateci un po’ di cifre, quanti soldi aspetta la compagnia? quanto rappresentano in proporzione alla loro attività ordinaria?