Nuoro: un nuovo poligono militare?
16 Ottobre 2014Graziano Pintori
Leggiamo sui nostri quotidiani: ”Il Tar riarma Capo Frasca: ok, sparate”; “Al ministero riaffiora l’idea: i detenuti 41 bis all’Asinara”. Qualche settimana fa Matteo Renzi con il decreto Sblocca Italia infligge un colpo all’autonomia della Regione Sarda su temi importanti come quello sull’energia (vedi Progetto Eleonora) e territorio (vedi Piano Paesaggistico). In questo clima d’imposizione, che fa strame della specialità amministrativa e dell’autonomia regionale, dovremmo meravigliarci più di tanto se anche a Nuoro, “manu militari”, dovessero impiantare un poligono di tiro? Ormai tutto può accadere, non bastano manifestazioni di popolo contro gli abusi neo colonialisti in campo militare, energetico ed economico, abusi che considerano vacue parole le richieste di lavoro e di un sistema scolastico e sanitario più democratico. La storia tutta nuorese che si vuole raccontare brevemente è questa: l’art. 14 dello Statuto Sardo prevede il passaggio, senza oneri per le casse pubbliche, al demanio regionale i beni dismessi o comunque non più utilizzati dall’Amministrazione Militare. A Nuoro succede, invece, che per ottenere una porzione di questo genere di territorio, per costruire un Campus universitario, si deve disporre, siamo nel 1997, di almeno 40 miliardi di lire; nasce così l’esigenza di un accordo di programma tra il Ministero della Difesa, delle Finanze, la Regione Sardegna e il Comune di Nuoro. Con il tempo i miliardi di lire sono diventati milioni di euro: 10 milioni per il Campus e altri 10 per costruire, come da accordo di programma, una nuova caserma in zona Prato Sardo, luogo in cui i militari dispongono di 521.075 mq. Si dirà, da bravi mercanti:“Gli affari sono affari”. Infatti, 46.075 mq sono stati destinati per la costruzione della nuova caserma, con i costi, nel frattempo, lievitati a 13 milioni di euro, in virtù dell’accordo di programma aggiornato nel 2008. Al netto dei mq utilizzati per il nuovo edificio, restano 475.000 mq, in sostanza inutilizzati. Secondo autorevoli pareri tutta l’area militare sarebbe gravata dagli usi civici e come tale, non esistendo carte che comprovino la dismissione dagli usi civici, potrebbe rientrare nelle competenze dell’Amministrazione Comunale. Oppure ci sarebbe la Legge Galasso che porrebbe un argine all’uso militare di quel territorio inutilizzato. La legge in questione, la 431/85, recita che questa tipologia di terreni sono da salvaguardare perché caratterizzati da valori ambientali, paesistici e naturalistici, oltre che essere testimonianza di antiche forme di gestione collettiva (prados, bidazzones, sartios ecc.). Con le suddette argomentazioni, e qui veniamo al nocciolo della questione, preventivamente si vuole evitare che 475.000 mq possano essere utilizzati dall’esercito italiano per farne un poligono di tiro, come pure si può evitare che la stessa area svenga sfruttata come deposito di armi, munizioni e ordigni convenzionali (segreti), oggigiorno sempre più sofisticati e ritenuti strumenti di morte e sterminio. Per queste ragioni, oltre alle dovute considerazioni sulle servitù militari, bisognerebbe fare notare la questione sicurezza. Infatti, quel territorio confina con la zona industriale di Nuoro e con la cosiddetta e frequentata Città Mercato, distante quanto l’attraversamento di una strada, distanza non sufficiente, in caso d’imprevedibili incidenti, per garantire l’incolumità delle persone e delle cose che gravitano in quei luoghi. Comunque sia nei confronti di quel pezzo di Sardegna, in quel di Prato Sardo di Nuoro, è importante tenere alta l’attenzione sul suo futuro utilizzo, considerato che l’erigenda caserma militare ormai è quasi ultimata e quindi, a breve, sarà in grado di accogliere un battaglione di 150/200 militari. Proprio nella fase di consegna del nuovo complesso edilizio, chi potrebbe opporsi alla richiesta dei vertici militari di voler rimettere in “gioco” la restante area? Ossia 475.000 mq. per un nuovo poligono di tiro? Interrogativi che sono in sintonia con il “clima” decisionista espresso all’inizio di questo intervento, anche se, per onor del vero, bisogna far presente che finora certe richieste non risultano ufficializzate né dai comandi militari, né dai rappresentanti del governo, né dall’ amministrazione Regionale, né da quella Comunale. Considerato che tutto può accadere e cadere sulla testa dei nuoresi in modo improvviso e devastante come certe bombe…..d’acqua, di questa questione sarà coinvolta l’assemblea Comunale di Nuoro con un Ordine del Giorno, con il quale si chiede che i 475.000 mq siano destinati al sostegno del benessere psicofisico degli abitanti la città di Nuoro e comuni limitrofi, attrezzandola opportunamente per lo svolgimento di attività sportive, agonistiche e non.