Nostalgie

1 Novembre 2014
Manifestazione degli studenti La Sapienza
Gianfranca Fois

Ai dirigenti delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado – Oggetto: Campagna di ascolto, consultazione e settimana de “La buona scuola”. Incontro con il Ministro (sic!) Stefania Giannini 23 ottobre 2014 –  Nell’ambito delle azioni de “La buona scuola”, presentato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro (sic!!) Stefania Giannini il 3 settembre scorso, questo USR ha organizzato nell’ambito della “Settimana de La Buona scuola” (dal 20 al 25 ottobre), un incontro con il Ministro (sic!!!) Stefania Giannini, i protagonisti del mondo della scuola e gli altri Stackeholders…

Comincia così la circolare inviata dal Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna per l’incontro in oggetto. Dopo i primi sobbalzi dovuti all’uso della parola Ministro riferita a una donna e l’uso di un termine in inglese in un documento pubblico, chiari esempi del provincialismo della nostra classe dirigente, ho letto in modo più approfondito la circolare constatando con stupore, fastidio e indignazione che l’invito era rivolto anche ai bambini delle elementari, anche le loro classi impegnate a svolgere attività sui contenuti de “La buona scuola”, come raccomandato nella circolare, in caso di partecipazione.
Tralascio il fatto che le Organizzazioni sindacali e professionali invitate avevano a disposizione ciascuna tre minuti per intervenire su tutti gli aspetti della “riforma” e cioè argomenti riguardanti la dirigenza, lo statuto giuridico dei lavoratori della scuola, loro orario e retribuzioni ecc., e infatti hanno declinato l’invito per protesta.
Tralascio altri aspetti inquietanti della circolare come ad esempio “uno degli aspetti più innovativi che caratterizzano questa iniziativa, per la prima volta, è il coinvolgimento di tutti gli attori protagonisti della scuola e dei vari altri portatori di interessi (quali?), che possono dare il proprio contributo (ripeto: 3 minuti su un argomento così complesso) esprimendo la loro opinione per una scuola migliore (lo si dà per scontato)”
Mi soffermo invece sull’invito rivolto anche ai bambini delle elementari ad assistere a una passerella di relatori, tra cui la Ministra Giannini, che poi non si è nemmeno presentata sostituita da un sottosegretario.
Neppure il Ministro Bottai, relatore della fascistissima Carta della scuola del 1939 era giunto a tanto “limitandosi” a far conoscere la sua riforma attraverso la radio (di cui aveva capito l’enorme potenzialità, il twitter del tempo), i convegni degli insegnanti, giornali e riviste.
Eppure è innegabile che il fascismo abbia dato molta importanza alla scuola elementare, proprio in quest’ordine aveva ad esempio nel 1923 reintrodotto l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica per poi estenderlo agli altri ordini solo nel 1929 dopo i Patti Lateranensi. Nello stesso tempo la scuola elementare, radicata profondamente nel territorio, costituì una base per l’organizzazione del consenso al regime, infatti proprio nella scuola primaria, obbligatoria e quindi aperta a tutti i bambini, cominciava l’educazione dell’ ”uomo nuovo” fascista con programmi che dovevano portare “aria nuova nelle aule”
Anche per il governo Renzi sembrerebbe importante la scuola elementare. Appena eletto il Presidente del Consiglio è andato a visitare una scuola elementare di Siracusa, mentre il primo giorno del corrente anno scolastico Renzi e alcuni suoi Ministri si sono presentati nelle aule di alcune scuole elementari, con codazzo di fotografi e operatori televisivi, a sottolineare come la scuola a partire dalla base sia al centro degli interessi del governo, possa anzi costituire un momento importante per lo sviluppo di questo paese.
Peccato però che i finanziamenti alla scuola pubblica siano stati diminuiti con un taglio di 148 milioni nel 2015 e di 421 milioni entro il 2017 (mentre vengono aumentati quelli alle scuole private).
Peccato però che la così detta Buona scuola, degna erede della “riforma “Gelmini, rientri perfettamente nei canoni neoliberisti di una scuola funzionale al mercato del lavoro, incentrata sul saper fare e in cui poco spazio viene lasciato al sapere, al confronto delle idee, alla costruzione di uno spirito critico, alla crescita e allo sviluppo armonico della personalità dei giovani.
Peccato però che il diritto allo studio non venga nemmeno citato e infatti le borse di studio sono sottoposte a tagli continui e il costo per mantenere i figli a scuola sta diventando sempre più difficile, se non impossibile, per molte famiglie.
Peccato però che in definitiva i bambini delle elementari servano solo come arma di propaganda e di manipolazione.

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