Alcoa a basso costo e Scajola nucleare

21 Novembre 2009

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Redazione

E’ un gioco delle parti osceno sulla pelle dei lavoratori, quello che si gioca – come in tanti altri tavoli – sull’americana Alcoa. Il ministro Scajola, quello che ieri dava del rompicoglioni a Marco Biagi e oggi vuole il nucleare, annunciava solo due giorni fa – in parata trionfale con Cappellacci e Cicu – di aver evitato la chiusura e contenuto le multe europee. Poche ora prima i poliziotti picchiavano gli operai sardi davanti a Palazzo Chigi, mentre Cappellacci rimproverava a Mauro Pili (quello che voleva essere al posto di Cappellacci) di agire su più tavoli. Non si capisce chi strumentalizzi maggiormente. Che parata indecorosa.
Ieri le minacce di chiusura di Alcoa, in Sardegna e Veneto, hanno riportato la questione ai suoi termini reali. La crisi verticale del polo dell’alluminio nell’isola, il problema dei costi dell’energia e soprattutto la vera ingiustizia di fondo: sottrarre il diritto all’esistenza per le vite di donne e uomini, di famiglie operaie, di territori. Per garantirlo non serve più di tanto nazionalizzare comparti che, per ragioni talora reali, non riescono a stare sul mercato. Il capitalismo, a maggior ragione in questa fase di sommovimenti planetari, ha bisogno di una sacca strutturale di manodopera disoccupata permanente, flessibile, senza diritti, per imporre l’unica morale e l’unico muro che sembra non cadere mai, quello del profitto ad ogni costo. Noi crediamo che si debba riaprire la discussione sul reddito di esistenza.
Ma certamente si impone una profonda riflessione sull’economia sarda, sul suo apparato industriale, sull’urgenza di una sua riconversione basata sulla proprietà e disponibilità delle risorse, a partire da quella energetica. Mentre il polo dell’alluminio appare in Sardegna in profonda crisi, come ha scritto sul Manifesto Costantino Cossu, è quello della produzione di energia a basso costo il tavolo reale di gioco. Il sorriso di Scajola – che lusinga addirittura le lotte dei lavoratori – non mi pare affidabile e certo non basta a nascondere ai sardi il suo vero obiettivo, quello di dimostrare, anche attraverso le multe europee per gli aiuti indeboliti ad Alcoa, che non ci può essere assistenzialismo di Stato ma reale produzione di energia a basso costo: per lui ed il governo Berlusconi, le centrali nucleari
Lunedì Scajola sarà in Sardegna, a Cagliari, per presenziare ad un convegno sul gasdotto Galsi (gas dall’Algeria). Siamo certi che non perderà l’occasione per i suoi obiettivi radioattivi: d’altronde, le aziende che operano sul gas non sono certo fuori dall’affare nucleare. Sta ai sardi sventare questa pericolosissima minaccia. Agli operai e alle loro rappresentanze politiche e sindacali organizzare una risposta concreta, alternativa e di sistema, senza più svendere ambiente, salute ed autogoverno ai posti di lavoro.

1 Commento a “Alcoa a basso costo e Scajola nucleare”

  1. Mariano Orrù scrive:

    La situazione è terribile, visto quanto accade.
    Il fatto ancora più terrificante è che sono riusciti a disgregare il mondo
    operaio e le loro rappresentanze, (vedi dove è andato il voto , proprio di questi
    operai del sulcis alle ultime regionali) ed ora, appunto per la gravità della situazione, chi, deve prendersi certe responsabilità, si tira indietro,(i motivi li
    conosciamo).Ora, diventa un fatto di coscienza da parte dei lavoratori,
    capire dove si è arrivati e senza più aspettare i capi rivolta,(che non esistono più) organizzarsi e lottare, per cambiare una volte per tutte questo sistema,
    che in qualsiasi caso, (la storia lo dimostra) non da nessun vantaggio a chi
    veramente produce economia con la fatica e il sudore, in questo mondo
    governato da banchieri, finanzieri, speculatori e politici asserviti a questo
    potere.

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