Eliseo Spiga
23 Novembre 2009Pubblichiamo volentieri un contributo di Giacomo Meloni in onore di Eliseo Spiga, recentemente scomparso.
Giacomo Meloni*
Eliseo era figlio del vento e del fuoco. Mi confidò che spesso con i suoi cani andava in montagna e che lì seduto su una roccia ascoltava il vento. Mi ha insegnato ad amare la libertà. Mi spiegava che nella sua lunga esperienza politica aveva sperimentato che non vi è democrazia senza libertà e che la libertà doveva essere sempre il metro di misura della democrazia anche nel Sindacato.
Giovedì pomeriggio 19 novembre 2009 se n’è andato in silenzio in un ospedale cagliaritano dopo pochi giorni di degenza. Era un uomo forte e generoso,un intellettuale scomodo, lucido nelle sue analisi e profetico nelle sue visioni.
Con Eliseo – scrive il suo grande amico Francesco Casula che gli era succeduto nella guida della CSS come 2° Segretario Generale – scompare un grande combattente, uno degli intellettuali più lucidi e creativi della Sardegna: un intellettuale sanguigno, irregolare e disorganico a Partiti e camarille, renitente e utopistico. Spiga si ribellava, infatti, allo sfacelo e alla società alienata della apparente razionalità capitalista del sistema economico e sociale occidentale…non si conformava e non si arrendeva alle logiche e alle ragioni della modernizzazione tecnicista,al mito dello Stato e del Mercato, al Dio moneta.
Scrive Eliseo nel suo romanzo “ Capezzoli di pietra “: ”Se c’è una cosa che mai accetteremo – obiettò Nurghulè colpito da repentina premonizione – è proprio il mercato perché non abbiamo nessuna voglia di sottomettere la nostra economia alla sua malvagità “.
Nato ad Aosta il 14 giugno 1930 da genitori emigrati dalla Sardegna vive la sua infanzia e adolescenza nel suo paese di Quartucciu, segnato dalla guerra, dalla fame e dalle paure in una famiglia contadina e operaia. L’incontro con Emilio Lussu nel primo dopoguerra lo segnerà per sempre nelle sue scelte politiche e di vita.
Agitatore politico, dirigente di partito, militante etnicista, organizzatore di circoli politico-culturali tra cui il principale Città e Campagna con Antonello Satta, giornalista e direttore di periodici come Nazione Sarda e Tempus de Sardinnia, animatore del movimento per i diritti linguistici dei sardi, fondatore del primo e unico sindacato etnico del lavoratori, la Confederazione Sindacale Sarda, di cui è stato il 1° Segretario Generale.
Il sardismo, l’autonomismo ed il rinnovamento economico-sociale della Sardegna sono i suoi temi preferiti. Nel 1968 pubblica sotto lo pseudonimo di Giuliano Cabitza il libro “Sardegna, rivolta contro la colonizzazione”. Erano gli anni di rottura colla esperienza del PCI e la scelta di fondo della Sardegna come universo culturale.
Nel 1998 pubblica il suo romanzo “Capezzoli di pietra “a cui affida la sua visione utopica della Sardegna.” E la città-incalzò Gliuc per conto dei guerrieri di Monte Urpinu – non è fatta per noi Non la vogliamo perché essa è simbolo e giavellotto del potere sovrano del monarca. Da noi sovrana è la comunità e il nuraghe è simbolo e scudo della sovranità comunitaria. Noi non costruiamo città ma villaggi. La città è ostile alla terra agli alberi agli animali e inselvatichisce gli uomini,pretende tributi insopportabili per accrescere la sua magnificenza. In essa, i topolini che rodono la mente trovano pascoli lussureggianti per ingigantirsi:ambizione e voglia di potenza, invidia avarizia e brama di ricchezze superflue, slealtà odio e inimicizia verso i fratelli.
La città crea specie che noi nuragici detestiamo, come i funzionari del tempio e del sovrano, i servi e gli schiavi. Ci porta un mondo di guerre insensate in cui ogni città combatte contro le altre per dominio e superbia “.
Nel 2000 Eliseo insieme al Poeta Francesco Masala e al filosofo Placido Cherchi pubbliica il “Manifesto della gioventù eretica e del comunitarismo“. Nel 2006 la propria biografia ed il suo Testamento spirituale “La sardità come Utopia, note di un cospiratore“.
A Eliseo, politico e sindacalista, combattente per l’affermazione dei valori identitari e comunitari della Nazione Sarda e del Popolo Sardo. Innamorato della Sardegna .ultimo dei nuragici, messaggero di libertà e democrazia. A lui che ci ha insegnato che sardo vuol dire unità e fratellanza,onore per sempre.
*Segretario generale della Confeserazione Sindacale Sarda
24 Novembre 2009 alle 18:34
L’Utopia Sarda – la strada della felicità ” è stato l’argomento che Eliseo Spiga ha profondamento illustrato a Laconi il 4 marzo 2006 in occasione di uno dei Seminari Sardisti organizzati in quell’anno dalla sezione Antoni Simon Mossa di Oristano e dalla Federazione Sardista della stessa Provincia, con un importante contributo organizzativo del gruppo Consiliare Provinciale. Un dibattito che ha lasciato un segno indelebile nella memoria dei partecipanti per la criticità di analisi della situazione socio economica della Sardegna presentata da Eliseo, senza peli sulla lingua, dalla prospettiva di valore universale che secondo la Sua rivisitazione totale, doveva essere ricostruita nel modo di essere e di vivere l’intero pianeta, per evitare il continuo ed inesorabile decadimento dell’essere umano. Pensavo a Lui, inconsapevole del suo destino, e sentivo forte la volontà di riprendere ad organizzare una nuova serie di Seminari Sardisti da promuovere nelle 8 province, ad un livello Nazionale sardo ed Europeo Federalista per sentirmi ancor più sardista e patriota nella mia terra, erede di idee universali ed umane. Ciao Eliseo