Sindaci, non gabellieri
16 Febbraio 2015Graziano Pintori
“L’Amministrazione Comunale di Bolotana è vittima del ruolo attribuito ai comuni dallo Stato, che pretende che i sindaci si trasformino in gabellieri ed esattori, a fronte dei tagli alle finanze locali e ai servizi essenziali…”, con queste parole Ninni Manconi, sindaco di Bolotana, ha ufficializzato le proprie dimissioni al rappresentante del governo in provincia di Nuoro. Un atto di coraggio deciso non a cuor leggero come solo i sindaci sanno fare, perché consci delle responsabilità assuntesi davanti alle comunità, di cui sono espressione diretta. Un atto di coraggio di alto valore simbolico che restituisce dignità alla fascia tricolore, la quale gli fu affidata dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione. E’ evidente che la fedeltà richiesta al sindaco di Bolotana non è altrettanto praticata dai “gestori” dello Stato, ossia il capo del governo con i suoi ministri, che impongono tagli alle risorse destinate ai comuni, costringendo sindaci e giunte a esercire più tasse e balzelli vari dai cittadini. Il governo impone, tramite sindaci e giunte, la revisione e razionalizzazione della spesa pubblica che, inevitabilmente, riduce o cancella i servizi essenziali per le persone, negando in questo modo i principi costituzionali sui diritti fondamentali. Infatti, l’inossidabile scure dello Stato ha privato le comunità di scuole, farmacie, caserme, uffici decentrati, fatto sparire medici condotti e presidi sanitari, fatto ricadere solo sulle spalle già stanche dei cittadini gli effetti della disoccupazione diffusa, l’assenza di reddito, mentre la stragrande maggioranza delle pensioni e di qualche salario sono bloccati sulla soglia di povertà. I sindaci, come se tutto ciò non bastasse, sono costretti ad assistere impotenti allo spopolamento dei comuni sguarniti di qualsiasi strumento che possa invertire il deflusso verso mete lontane soprattutto dei giovani, che fanno venire meno la garanzia del futuro e il cambiamento delle comunità. Compito arduo, quindi, quello affidato ai responsabili delle amministrazioni comunali, dal momento in cui si rendono conto che i municipi da enti erogatori di servizi e da enti gestori della partecipazione democratica dei cittadini sono stati trasformati in avamposti dello Stato, come fossero delle casematte, da cui si emanano strali sotto forma di tributi pesanti e sonori come cannonate. I sindaci ridotti a fare i gabellieri ed esattori di Stato purtroppo non sono più gli interpreti delle attese e delle volontà delle comunità, sono stati ridotti a essere degli implacabili travet che ciecamente, come solo la burocrazia sa di essere, tagliano e tassano, tassano e tagliano. Il peggio è che la faccia feroce di questo Stato si trasforma in un travet supino e accondiscendente quando si trova al cospetto degli altri stati europei, gli stessi che con le banche decidono dove finalizzare le tasse e i risparmi ottenuti dal taglio dei servizi e dal restringimento delle pratiche democratiche. Purtroppo, si sa, molta parte di questi fondi finiscono per essere investiti in armi e in mezzi di distruzione di guerra, tutto per la salvaguardia del prestigio internazionale imposto da un fantomatico protocollo. Infatti, il vero volto di questo prestigio è l’assoggettamento alla volontà del FMI, della BCE e della Commissione Europea, ossia al regime bancario che si alimenta impropriamente dei soldi espropriati con le tasse e i tributi. Non a caso la troika dell’alta finanza si esprime, in modo antidemocratico e irrispettoso, per la negazione di qualsiasi mediazione con la volontà espressa dai cittadini greci in libere e democratiche elezioni, con le quali hanno scelto di riappropriarsi dei diritti fondamentali del popolo, ridotto allo stremo dai giganteschi costi degli interessi sui prestiti internazionali, simili a quelli praticati dai peggiori usurai.
L’episodio del sindaco Manconi di Bolotana, provincia di Nuoro, distante anni luce dal centro di Bruxelles, contiene un enorme valore simbolico e politicamente rivoluzionario. E’ una scintilla che potrebbe infiammare, in senso metaforico, tutto il sistema vessatorio dello Stato centrale se altri sindaci, in sofferenza come il sindaco Manconi, disobbedissero, spogliandosi semplicemente di quella fascia tricolore divenuta sinonimo di Stato nemico e lontano dalle realtà locali e dalle sofferenze dei cittadini.
Foto tratta da luigiladu.it