Terra nemica per i migranti

1 Novembre 2015
foto_Roberto_Pili_Migranti
Gavinu Dettori

La paura dell’uomo, seppure esso si presenta inerme, fa emergere paure inconsce e metodi protezionistici inumani.

Folle di persone si muovono in una terra di fortunoso approdo, che non sentono propria: attraversano terre di altri popoli, non è la terra dell’uomo, si muovono come nel vuoto, senza saper dove, dopo essere scampati alla morte. Sentono di essere in più in questo mondo che li guarda con sospetto, hanno sognato l’accoglienza, sperano di incontrare la libertà, di ritrovare la dignità, ma i popoli chiudono loro le porte.

Sono fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dalle dittature, dalla paura di non essere liberi, dalla paura della morte per sé e per i propri figli, sono fuggiti per cercare la libertà. Sono uomini, donne, bambini, seguono strade ferrate, attraversano fiumi gelati e strade fangose, dormono e riposano in giacigli di fortuna, soffrono la fame, la sete e il freddo, hanno sofferto il caldo torrido del deserto e le umiliazioni: li hanno spogliati dei propri averi, dei vestiti, della dignità; li hanno rinchiusi in recinti e prigioni, solo per essere di passaggio, essendo colpevoli di essere poveri.

Speravano nell’uomo moderno, senza avere preso coscienza che l’uomo moderno, anzitempo, ha devastato le loro terre e spogliato i loro antenati portandoli alla miseria. Ma i giovani moderni non conoscono la storia ed è comodo vivere nel futile benessere: per questo si sentono defraudati nel dover dividere il loro abbondante boccone, il loro lavoro con altri.

Ma non sono i poveri che hanno creato la miseria e le crisi che il mondo ha vissuto e che sta vivendo. La crisi attuale l’hanno creata coloro che li hanno sfruttati e hanno speculato del loro lavoro, manovrando un sistema economico che crea e consolida solo privilegi e diseguaglianze, ma non lascia scampo all’uomo nella terra troppo sfruttata per il profitto di pochi, tendente alla desertificazione e alle variazioni climatiche distruttrici. E’ ben chiaro che l’Europa non potrà accogliere tutta l’Africa e l’antica Mezzaluna fertile,ma è anche ben chiaro che l’Europa democratica non può non accettare i profughi o migranti che siano, dopo che questi hanno affrontato la morte in cerca di libertà.

L’anelito alla libertà e alla democrazia, la fuga dalle dittature e dalla miseria, è un auspicio di pace per i paesi democratici. Vuol dire che anche nei popoli sottomessi esiste e vi cova il seme della libertà: è falsa la credenza che l’uomo si abitua alla sottomissione e alla catena: l’uomo schiavo ha sempre tentato la liberazione. I popoli liberi derivano dalla vittoria della ribellione contro la schiavitù, di cui grandi sacche esistono ancora nell’era moderna. Il progresso, la civiltà e la democrazia sono il frutto delle lotte di liberazione.

Ma la liberazione dell’uomo nel mondo, oggi, deve partire per iniziativa dei popoli che per primi hanno conosciuto la democrazia, la forma di governo che deve evolvere verso l’eguaglianza e la tutela del bene primario naturale che è la Terra. L’uomo deve attuare un sistema economico non distruttivo, un sistema economico non regolato dal profitto e dallo sfruttamento, delle risorse e dello stesso uomo. Deve inventarsi a regolare la distribuzione del lavoro per tutti. Non c’è bisogno di andare a conquistare la inospitale luna, con uno spirito egoistico che la renderebbe piccola, come lo stesso spirito renderebbe piccolo l’immenso universo, quando ancora ci sono spazi inesplorati sulla terra e terre da risanare. Basta soltanto pacificare i popoli, la terra rifiorirebbe.

Il compito dell’Europa è quello di farsi promotrice, in tutti gli organismi internazionali, di far cessare lo sfruttamento dei popoli, di promuovere la valorizzazione delle risorse nei paesi divenuti poveri in modo che ogni popolo possa vivere autonomamente del proprio lavoro e con lo scambio con gli altri popoli. Bandire l’uso spartitorio con le guerre e eliminare il motore commerciale degli armamenti, a cui sono destinati il lavoro di milioni di persone per finire in milioni di morti e distruzioni del patrimonio naturale e storico.

Foto Roberto Pili – manifestazione di migranti a Cagliari

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