Dl Cultura: finanziamenti pubblici tra disparità territoriali e poteri forti

16 Dicembre 2015
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Irene Masala

Analizzando la tabella relativa agli istituti culturali che ricevono finanziamenti pubblici (art. 1 L.534/1996) relativa al triennio 2012/2014, la prima cosa che balza all’occhio è la disparità di allocazione delle risorse finanziarie tra nord e sud. Su 103 istituti sovvenzionati, 53 si trovano nelle regioni del centro Italia: 30 istituti nella sola regione del Lazio, tutti concentrati nella città di Roma, ricevono quasi due milioni di euro (1.925.000 euro) su un totale di 5.430.000 euro.

Da considerare anche che 5 di questi istituti sono onlus, soggetti perciò a un trattamento fiscale vantaggioso: secondo il D.Lgs 460/1997 alle fondazioni onlus sono riservati importanti sgravi fiscali tra cui l’esenzione totale da Ires e Irap, l’esenzione dall’imposta bollo e dall’obbligo di emissione dello scontrino fiscale oltre che dalle varie imposte comunali, provinciali e regionali. Seconda al Lazio la regione Toscana con 19 istituti, divisi tra Firenze (12), Siena (1), Prato (3), Pescia, Pieve S. Stefano e Cortona per un totale di quasi un milione di euro (924.000 euro) di cui 4 sono onlus. Gli istituti sovvenzionati presenti in regioni del nord Italia sono invece 40, così divisi: 11 in Lombardia (9 a Milano, 2 a Brescia) per 535.000 euro; 9 istituti in Emilia Romagna per un totale di 405.000 euro; 10 in veneto (9 a Venezia e 1 a Padova) di cui tre sono onlus per 545.000 euro; 7 in Piemonte per 390.000 euro; 2 in Friuli Venezia Giulia per 55.000 euro e 1 in Liguria per 25.000 euro. Infine dieci istituti destinatari dei finanziamenti pubblici si trovano nel sud Italia: 7 in Campania (5 a Napoli, 1 a Ravello e 1 ad Amalfi) per un totale di 290.000 euro; 2 in Puglia per 50.000 euro e 1 in Sicilia per 70.000 euro e infine un istituto in Abruzzo, a Ortona per 25.000 euro.

La ripartizione tra nord centro e sud risulta essere più o meno questa: su un totale di 5.430.000 euro di finanziamenti pubblici quasi tre milioni vengono destinati a istituti del nord Italia, circa 2 milioni alle regioni del centro e circa 435.000 euro a quelle del sud della penisola. Risultano totalmente assenti dall’elenco istituti delle regioni del Trentino Alto Adige, della Valle d’Aosta, del Molise, dell’Umbria, della Basilicata, della Sardegna e della Calabria. Un’altra caratteristica rilevante, analizzando gli istituti che hanno ricevuto i fondi più ingenti, è la composizione del Cda o della presidenza dei vari istituti culturali, per la maggior parte dei quali si riscontra una commistione col mondo politico e bancario, sopratutto relativamente alla banca CRT (Cassa di risparmio di Torino) e alla Compagnia San Paolo e banca Intesa.

L’istituto culturale che riceve più finanziamenti è la Giunta Centrale per gli studi storici e deputazioni di storia patria, ente istituito nel 1934 per promuovere e sostenere la ricerca storica. La Giunta riceve finanziamenti pubblici per 280.000 euro e a essa fanno capo, in qualità di organi della Giunta stessa, alcuni istituti i cui presidenti siedono di diritto fra i suoi membri. Tra questi troviamo l’Istituto storico italiano per il Medioevo, il cui presidente è il professor Massimo Miglio, al contempo membro della presidenza della Giunta e destinatario di finanziamenti pubblici per l’ammontare di 50.000 euro. Stesso discorso vale per l’Istituto per la storia del risorgimento italiano, il cui presidente è il professor Romano Ugolini, anch’egli membro della presidenza della Giunta e a cui sono stati destinati altri 90.000 euro.

Al secondo posto per ammontare di fondi ricevuti troviamo il museo Galileo di Firenze, 190.000 euro, il cui presidente Aureliano Benedetti ha ricoperto la carica di presidente del cda della banca Cr Firenze (Cassa di risparmio Firenze), dal 2008 è consigliere di Banca Intesa San Paolo e attualmente vicepresidente di Agriventure.spa, società del gruppo Intesa San Paolo. All’interno del Cda del Museo Galileo troviamo un finanziatore della campagna di Matteo Renzi ed ex presidente della Fiera di Firenze, Carlo Bossi, e Lorenzo Casini, membro da settembre a novembre del 2013 della “Commissione per il rilancio dei beni culturali ed il turismo e per la riforma del Ministero”e dall’aprile del 2014 è consigliere giuridico del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Infine Guido Chelazzi, docente universitario appartenente in passato a una loggia massonica. Al pari del Museo Galileo per numero di fondi troviamo l’istituto Luigi Sturzo, destinatario di 190.000 euro e che vede nel suo Cda Enrico Giovannini, presidente dell’Istat fino al 2013 e consulente di Confindustria e del Ministero del Tesoro, oltre che Cavaliere di Gran Croce dell’Omri (Ordine al Merito della Repubblica Italiana). Inoltre è di particolarmente interesse la situazione finanziaria dell’istituto, il cui ultimo pareggio di bilancio risale al 2010.

(nel bilancio 2011 si è registrato un passivo di 528.901,64 euro, nel 2012 un passivo di 1.746.543,67 euro, nel 2013 un passivo di 1.787.869,98 euro, nel 2014 un passivo di 1.113.338,41 euro. Il piano di risanamento ha prodotto nel 2013 la riduzione delle spese generali del 24% e nel 2014 del 28% – fonte: http://goo.gl/F8DkxJ). Segue nella lista la fondazione Luigi Einaudi onlus, destinataria di 190.000 euro, il cui Cda è composto dal professore Enrico Filippi in rappresentanza della Cassa di Risparmio di Torino (CRT), da Giuseppe Berta in rappresentanza della Compagnia di San Paolo e Giuseppe Bracco per il Ministero dei Beni culturali, membro dei Cda di alcune importanti aziende italiane come l’Ansaldo, l’Eni e Microcredito piemontese. Infine Terenzio Cotti, socio dell’Accademia delle Scienze di Torino, destinataria di 50.000 di finanziamenti pubblici, membro del Cda della Compagnia di San Paolo e del comitato esecutivo della Cassa Risparmio di Torino. L’ultimo della lista dei fortunati destinatari di 190.000 euro è la Fondazione istituto Gramsci Onlus che vede come membro del Cda Piero Fassino (PD) e il cui presidente, Giuseppe Vacca, era membro del PCI.

Nella trance dei destinatari di 140.000 euro di fondi troviamo invece la Fondazione Giorgio Cini Onlus, il cui presidente Giovanni Bazoli è al contempo presidente del consiglio di sorveglianza di banca Intesa San Paolo e della finanziaria Mittel. Inoltre Gherardo Ortalli, membro del comitato scientifico internazionale della Fondazione Giorgio Cini è al contempo presidente dell’Istituto Veneto di scienze, lettere e arti, destinatario a sua volta di 90.000 euro di finanziamenti pubblici. Segue la fondazione Gian Giacomo Feltrinelli, di cui sono membri del Cda Giuliani Pisapia (Sel) e Roberto Maroni (Lega Nord). Presenza politica anche tra i consiglieri del Cda della Fondazione Lelio e Lisli Basso Issocco, in cui troviamo Fabrizio Barca (PD). Per quanto riguarda invece la fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII, il presidente Valerio Onida, presidente della Corte Costituzionale nel 2004/2005, candidato sindaco di Milano nel 2011con il centrosinistra e Cavalieri di Gran croce dell’Omri, è anche presidente dell’istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia – INMSLI a cui sono stati assegnati fondi per 90.000 euro. Ancora sul versante dei 90.000 troviamo l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, di cui è vicepresidente Gianni Letta, più volte sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio e tra le altre onorificenze anche Cavaliere di gran croce dell’Omri. Tra i consiglieri c’è Luigi Abate, presidente della BNL, Paolo Astaldi, presidente della società Astaldi e Franco Bassanini, ex ministro, sia deputato che senatore, ed ex presidente della Cassa Depositi e Prestiti dal 2008 al 2015. Per quanto riguarda la Società internazionale per lo studio del medioevo latino (S.I.S.M.E.L.) onlus, il direttore Francesco Santi fa parte al contempo del Cda della fondazione Ezio Franceschini Onlus, a cui sono stati destinati 75.000 euro. Ultimo nella lista degli istituti che hanno ricevuto 90.000 euro di finanziamenti troviamo l’Istituto italiano di studi storici, con presidente Natalino Irti, anch’egli Cavaliere di Gran Croce dell’Omri insieme a Paola Franchomme, Cavaliere dell’Omri, e Alberto Quadrio Curzio, Cavaliere di Gran Croce di San Gregorio Magno, entrambi membri del Cda.

Nel triennio 2015/2017 la situazione è pressoché la stessa, per quanto riguarda gli istituti che ricevono il maggior numero di fondi, come evidente dalla tabella pubblicata nell’atto del Governo n°197, con una decurtazione di circa il 13% rispetto al triennio precedente per un ammontare totale di 5.685.000 euro rispetto ai 5.430.000 euro, allocati su 125 istituti invece che su 103. In Italia non solo vengono destinate alla cultura quote di Pil più basse rispetto ad altre nazioni europee ma sembra mancare anche quella strategia e quel controllo che dovrebbero essere alla base dei finanziamenti pubblici. Ciò che appare invece è il classico quadro all’Italia, in cui prevale la solita rete di tipo “clientelare” che non fa altro che acutizzare quelle debolezze tipiche del settore e del sistema Paese.

Un po’ come dire che una mano lava sempre l’altra, ed entrambe lavano sempre lo stesso viso.

Foto di Francesca Corona

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