La pianificazione urbanistica a Cagliari: una ciambella con il buco intorno
16 Dicembre 2015Stefano Deliperi
Vi sono dei casi che segnalano come ancora vi sia molto da fare perché nelle nostre città si svolga una corretta pianificazione urbanistica, rispettosa delle esigenze di salvaguardia ambientale, dei beni culturali e della effettiva partecipazione dei cittadini.
E’ la situazione verificatasi a Cagliari, con l’adozione del “piano particolareggiato del centro storico – zona A del Comune di Cagliari e della Municipalità di Pirri – nuova adozione” e dello “studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica”, effettuata con la deliberazione Consiglio comunale n. 52 del 7 ottobre 2015. L’attività di analisi e di approfondimento posta alla base dell’atto di pianificazione è, senza dubbio, di grande rilievo, ma vi sono gravi e fondati dubbi di legittimità sull’intera operazione di pianificazione. In primo luogo, non risulta nemmeno avviata la necessaria procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) o di verifica di assoggettabilità a V.A.S..
L’attuale Amministrazione comunale cagliaritana guidata dal sindaco Zedda pensa che sia sufficiente la procedura di verifica di assoggettabilità svolta sulla versione precedente del piano particolareggiato del centro storico, quella dell’Amministrazione Floris, adottata con deliberazione Consiglio comunale n. 10 del 9 febbraio 2011 e conclusa favorevolmente con prescrizioni oltre 5 anni fa con la determinazione Dirigente Settore Ecologia e Protezione Civile della Provincia di Cagliari n. 169 dell’8 settembre 2010, tuttavia la deliberazione C.C. n. 52/2015, è bene sottolineare, provvede alla revoca del piano precedentemente adottato, caducando sul piano giuridico ogni atto connesso, compresa la suddetta determinazione dirigenziale.
La valutazione ambientale strategica – V.A.S., prevista dalla direttiva n. 2001/42/CE, interessa piani e programmi aventi effetti sensibili diretti ed indiretti sull’ambiente e le varie componenti ambientali, la conclusione del procedimento di V.A.S. è precedente e vincolante all’approvazione definitiva ed all’efficacia dei piani e programmi ad essa assoggettati. Infatti, “la valutazione ambientale strategica e’ avviata dall’autorita’ procedente contestualmente al processo di formazione del piano o programma” (art. 11, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). In buona sostanza, accompagna e migliora il processo di pianificazione, coinvolgendo la cittadinanza interessata. Se assente o carente, rende annullabile l’intera procedura di approvazione dell’atto di pianificazione. Forse ancora più macroscopico il vizio di legittimità che rende il piano particolareggiato come una ciambella con il buco intorno.
Infatti, il piano particolareggiato ha natura attuativa dello strumento di pianificazione urbanistica generale comunale, sia esso denominato piano regolatore generale (P.R.G.) o piano urbanistico comunale (P.U.C.), come in Sardegna, per espressa disposizione di legge (artt. 13, comma 1°, della legge n. 1150/1942 e s.m.i. e 21, comma 1°, lettera a, della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.) e non potendo variarne in alcun modo il contenuto, per giurisprudenza costante. In questo caso, al contrario, il piano particolareggiato vorrebbe dare attuazione alle prescrizioni del piano paesaggistico regionale – P.P.R. in assenza di preventivo adeguamento del piano urbanistico comunale (P.U.C.), necessario ai sensi degli artt. 20 della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i., 5 e 82 delle norme tecniche di attuazione (N.T.A.) del P.P.R. E l’adeguamento del P.U.C. di Cagliari alle disposizioni del piano paesaggistico regionale è ancora, colpevolmente, in alto mare. Sono passati quasi dieci anni dalla promulgazione del P.P.R. (settembre 2006) e poco o nulla è stato fatto in proposito. Nel mentre la solita speculazione immobiliare cagliaritana prosegue follemente, senza senso.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra – come già fatto in occasione dell’adozione del piano particolareggiato nel 2011 – hanno, quindi, inoltrato (10 dicembre 2015) un atto di intervento con “osservazioni” nell’ambito della procedura di approvazione del piano particolareggiato del centro storico. E’ stato chiesto l’annullamento in via di autotutela della deliberazione consiliare di adozione per le gravi illegittimità riscontrate e un nuovo avvio del procedimento, dopo l’adeguamento del P.U.C. al P.P.R. e con l’accompagnamento della procedura di V.A.S.
Al di là di codici e leggi e a dimostrare che spesso il rispetto della “forma” è “sostanza”, c’è il fatto che la cittadinanza non è stata adeguatamente coinvolta nelle scelte che decidono la gestione del centro storico cagliaritano per i prossimi decenni. Nemmeno un incontro pubblico. Per esempio, che ne pensano davvero i cagliaritani del progetto di parcheggio interrato del Cammino Nuovo? Con la procedura di V.A.S. avrebbero potuto esprimersi…
Foto Francesca Corona