Oltre il referendum del 17 aprile
16 Aprile 2016Gavino Dettori
Votare “SI“ non solo per limitare le ricerche e la produzione del petrolio nel mare, in qualsiasi mare, che è il luogo naturale per eccellenza, ma in qualsiasi luogo con vocazione produttiva della terra.
Ed anche nei deserti perché il petrolio, il carbone ed anche i gas, distruggono gli elementi naturali che generano la vita e ammorbano l’aria che respiriamo: non sono più compatibili con la vita. Per questo è urgente iniziare a ridurre la loro produzione e pensare a nuove fonti naturali di energia compatibili con l’ambiente. Fonti di energia che si possano produrre in ogni luogo e non riservandone l’esclusiva a coloro che, per improprie divisioni della terra, oggi le detengono, generando squilibri e guerre tra i popoli.
Chi ha studiato in matematica la teoria dei limiti, dell’infinito e dell’infinitesimo, si è trovato di fronte ad un paradosso che apparentemente contraddice la realtà: due rette parallele si incontrano all’infinito.
Curiosamente, nel linguaggio politico, un concetto simile fu attribuito ad Aldo Moro che ha parlato di “convergenze parallele” pensando a possibili compromessi fra i partiti nella azione politica tra la democrazia cristiana e il partito socialista (ma anche con il pci). Sarebbe interessante trovare invece l’elemento di convergenza delle classi sociali: l’interesse comune a tutte le persone dove far convergere le azioni positive umane, economiche, etiche e comportamentali di ogni azione quotidiana.
Il punto è stato individuato, ed è concreto, non ideale come l’infinito geometrico. È la salvaguardia dell’AMBIENTE che comprende tutto l’ecosfera terrestre: i prodotti naturali della terra, l’acqua, l’aria, l’irradiazione solare, le temperature.
L’urgenza è tale che i “grandi del mondo, quelli che hanno guidato e condotto il mondo alla situazione disastrosa in cui ci troviamo, ne hanno parlato, allarmati, in un incontro mondiale a Parigi ed hanno organizzato la fiera mondiale del cibo a Milano e il Papa ha emesso una enciclica sull’ambiente.
Ma un problema tanto reale quanto maligno limita ed esclude azioni risanatrici: l’economia mondiale in un sistema liberista non ammette freni nello sfruttamento delle risorse e della forza-lavoro.
Per questo ci sarà ancora da raschiare nel barile di petrolio perché i “grandi della terra” sono ciechi di fronte al denaro, e serve la crescita della sensibilità sociale per smuoverli da quel feticcio corrosivo. Si! Il teorema di Moro sarà verificabile soltanto quando le classi sociali capiranno tutto ciò.
E questo presuppone una collaborazione di tutti nella scelta dei prodotti compatibili con la tutela dell’ambiente.
Per questo c’è da domandarsi come sarà la terra dopo l’esaurimento del petrolio (fra trent’anni), e se non sia urgente che la sua ricerca e produzione si limiti e cessi, per dedicarci con urgenza allo studio di fonti energetiche più compatibili per la salvaguardia della nostra vita
Per tornare al linguaggio geometrico, noi possiamo convergere, unendo le classi sociali, e nel loro interesse, verso il bene, salvaguardando l’ambiente ; o disgregandoci, andando verso il male, distruggendolo
Per contribuire a salvare l’ambiente, la risposta è “SI“ al referendum, al di là della formulazione non molto precisa del quesito su cui siamo chiamati a votare.