Un’esperienza antimilitarista esemplare
16 Gennaio 2017Red
Il 24 settembre 1970, l’assemblea dei lavoratori delle Moncenisio aveva votato all’unanimità una mozione antimilitarista, una diffida esplicita rivolta alla proprietà, perché non accettasse eventuali nuove commesse dall’industria bellica.
Mozione approvata all’unanimità
I lavoratori delle officine Moncenisio, considerando che il problema della pace e del disarmo li chiama in causa come lavoratori coscienti e responsabili e che la pace è supremo interesse e massimo bene del Genere Umano; preoccupati dei conflitti armati che tuttora dilacerano il mondo e il corpo della Umanità e dello spaventoso aumento del potenziale distruttivo in mano agli eserciti […]
- Diffidano la direzione della loro officina dall’assumere commesse di armi, proiettili, siluri o di altro materiale destinato alla preparazione o all’esercizio della violenza armata di cui non possono e non vogliono farsi complici;
- Avvertono tempestivamente e lealmente le Autorità Aziendali di non essere pertanto in nessun caso disposti a lavorare, trasportare, collaudare i suddetti materiali bellici;
- Esigono dallo Stato e dal potere politico che il pubblico denaro, che è denaro dei lavoratori, sia investito nella costruzione e nella fabbricazione di cose utili ai loro interessi, richieste dalla loro dignità umana, rivendicate dal loro senso di giustizia e dal loro amore alla pace di cui l’umanità ha estremo bisogno;
- Chiedono alle Organizzazioni Sindacali di appoggiare la loro strategia di pace, di propagandarla in Italia e, tramite le Internazionali Sindacali, fra i lavoratori di tutto il mondo […];
- Invitano caldamente i lavoratori italiani e di tutto il mondo a seguire il loro esempio di coerenti e attivi costruttori di pace.
Principale promotore di quella lotta era stato l’operaio Achille Croce, all’epoca trentacinquenne. In attesa dell’assemblea, aveva preparato il terreno distribuendo volantini pacifisti e passando ai colleghi testi come L’obbedienza non è più una virtù di don Lorenzo Milani
[da: Wu Ming1 , 2016, Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No Tav, TO, Einaudi, pagg. 222-223]