I signori delle rinnovabili
16 Settembre 2017Antonio Muscas
Perché la Sardegna non è in grado di dare lavoro e reddito ai suoi cittadini, costringe all’emigrazione decine di migliaia di persone, eppure garantisce guadagni milionari a individui che non hanno neppure necessità di mettere piede nell’isola?
Il rinnovabile rappresenta oggi in Sardegna il nuovo affare per gli speculatori. Gli impianti si sono moltiplicati a dismisura negli ultimi anni passando dai 193 tra eolico e fotovoltaico nel 2007 a 354 eolici e 33.296 fotovoltaici nel 2016. Ciò senza mettere in conto gli altri impianti cosiddetti a energia rinnovabile. Nel contempo, a parità di potenza installata, la produzione da idroelettrico si è più che dimezzata, passando nello stesso periodo da 611,9 GWh a 274,6 GWh e, in maniera totalmente insensata, negli ultimi anni è calata pure la produzione di eolico e fotovoltaico. Alla faccia del rinnovabile!
Un quadro paradossale, ben evidenziato dai dati di produzione elettrica forniti da Terna, come paradossale è lo Slogan della giunta Pigliaru, secondo la quale la Sardegna si appresterebbe alla transizione rinnovabile. Senza farsi mancare, però, una nuova centrale a carbone nel Sulcis, la metanizzazione dell’isola, con tanto di serbatoi di gassificazione in giro per le coste e un metanodotto che l’attraverserà da nord a sud, più due inceneritori nuovi di pacca, spacciati per revamping dei vecchi esistenti, i quali dovrebbero contribuire all’apporto energetico dell’isola.
Cosa dovremmo farcene di tutti questi impianti di produzione elettrica, di tutta quest’energia disponibile in un territorio scarsamente popolato come il nostro? È una domanda questa a cui evidentemente al nostro governo non interessa rispondere. Da diversi anni siamo in esubero di potenza installata e produciamo energia in eccesso tra il 30% e il 40%. Ma, nonostante ciò, ci sono in previsione una marea di nuovi impianti, tra eolico, fotovoltaico, termodinamico, biomassa, geotermico ecc. Che ragione avrebbero allora gli affaristi, gli investitori arraffa tutto, ad approdare in Sardegna se in prospettiva i loro impianti dovranno restare fermi per buona parte del tempo? La ragione, semplicemente, risiede nel fatto che questi impianti vengono remunerati che producano o meno. Se vengono distaccati dalla rete per decisione di Terna, come succede per tutta una serie di questioni tecniche difficili da spiegare in questa sede, hanno diritto ad essere ricompensati come se stessero producendo. Perciò ai produttori non interessa affatto l’esubero di impianti e quindi di potenza installata e capacità produttiva.
Ma se fino a ieri i signori delle rinnovabili scorrazzavano tranquillamente nei nostri campi grazie anche al mito dell’energia verde e alla collaborazione di politici nostrani, promettendo posti di lavoro e fortuna per tutti, oggi, quando la verità sta emergendo in tutta la sua evidenza, i posti di lavoro e la ricchezza si sono rivelati pie illusioni e molti comitati sono nati e stanno loro contrapponendosi in maniera convinta, governo italiano e sardo stanno risistemando il terreno agendo in ambito legislativo al fine di consentire la facilitazione e velocizzazione delle procedure autorizzative. In questo modo, grazie ai diversi dispositivi messi a punto negli ultimi tempi, si sta tentando di rendere praticamente impossibile a comitati e semplici cittadini di partecipare alle conferenze di servizio e presentare osservazioni e, come nel questo caso specifico del nuovo parco eolico di Villacidro, la Regione eseguirà gli espropri dei terreni a favore di società private senza necessità del parere dei proprietari.
Una prevaricazione senza precedenti, un assalto ai diritti delle comunità escluse dai processi decisionali riguardanti il futuro loro e del territorio in cui abitano. Una sottrazione di democrazia grave e pericolosa per il nostro futuro. Preludio di un sistema autoritario, non più credibile, violento ma al contempo debole, e per questo disposto al ricorso all’abuso, alla prepotenza e alla coercizione. La storia insegna che proporzionalmente al livello di oppressione aumenta il desiderio di libertà. La consapevolezza delle nostre potenzialità, il diritto legittimo di decidere, parimenti all’evidenza dei disastri prodotti da anni di cattiva gestione e inettitudine politica, sono gli elementi che ci muovono verso un percorso di riconquista democratica. La sera del 14 settembre ci siamo riuniti in assemblea a Villacidro per discutere di eolico e discariche (altro tema scottante di cui tratterò in altra sede).
In un incontro partecipato e di notevole livello, grazie anche alla presenza di molte delle figure maggiormente rappresentative del mondo politico sardo, sindacale e movimentista in lotta contro le emergenze che interessano oggi il territorio, si è posato un altro mattone verso la consolidazione di un percorso già delineato di costruzione di un’alternativa al falso binomio destra-sinistra. Ingredienti fondamentali in questo percorso sono la conoscenza e la consapevolezza, la precisa volontà di costruire una società diversa, più aperta, inclusiva, egualitaria e rispettosa dell’ambiente. Un futuro diverso si può immaginare, ma le soluzioni risiedono necessariamente nello studio, nel confronto, nella comprensione e nella continua tessitura di relazioni e collaborazione a tutti i livelli.
22 Settembre 2017 alle 08:34
[…] (Articolo pubblicato per il manifestosardo il 16 Settembre 2016 http://www.manifestosardo.org/i-signori-delle-rinnovabili/) […]