Vergogna
16 Gennaio 2019[Graziano Pintori]
Vergogniamoci! Vergogniamoci! Vergogniamoci! Tuonava Cacciari dagli studi di 8 e mezzo della 7 rivolgendosi all’Europa e alla ministra Bongiorno durante un dibattito sul decreto sicurezza e migranti, quelli sotto sequestro nell’ultimo lembo della civilissima Europa. Vergognatevi! Vergognatevi! Vergognatevi! Ripeteva altisonante il filosofo riferendosi alla ministra leghista, refrattaria al suo discorso altamente etico e armata di codice e matita rosso/blu per sottolineare tutto ciò che non era in linea con l’ottusità del Salvini antistraniero, antidiverso. Un episodio, quello cui abbiamo assistito nella trasmissione della Gruber, che indica quanto sia crudo, duro, insensibile, ritroso e anti etico il pensiero leghista, che i supporter di Salvini personificano alla grande. Si veda il dopo rimbrotto a Baglioni, il quale oltre cantare si occupa di migranti e, occasionalmente, ha espresso un giudizio sulle responsabilità del ministro sul sequestro di Malta. Una scintilla che ha provocato un brodo culturale atrocemente respingente e una valanga di volgarità, insulti, provocazioni, intimidazioni, minacce, falsità che dai social si è abbattuta sul cantautore. Aah! Se cantasse il prode Salvini come Baglioni, ci risparmierebbe tanta lordura verbale e le banalità del suo senso comune, che oltretutto oltraggia le varie divise con le quali usa mascherare il suo vero volto.
Invece non canta, ha scelto di fare un altro mestiere.
La lunga pratica politica e la permanenza nei luoghi del potere politico hanno consentito al ministro Salvini di crearsi il mestiere di deputato con l’uso della comunicazione, anche se quest’ultima non collega il ragionamento alla parola. In altri termini: quando Salvini parla costruisce dei puzzle, senza rendersi conto che sta costruendo orripilanti mostri, tipo quelli che hanno caricato i social di improperi verso Baglioni. Il multi felpato ministro da l’idea che tutto ciò che dice sia scontato, legittimo e automaticamente condivisibile, per esempio, quando dice “Prima gli italiani!”, egoisticamente tanti si schierano con lui, senza rendersi conto che le tre parole sono così come sono, cioè prive di logica ma ostinatamente dirette a tenere chiusi i porti italiani e creare consenso. Infatti, l’autarchico verde-padano è uomo pratico, non si perde nelle riflessioni e strategie future, è uomo del presente: cosa c’entra il 2050 quando la popolazione mondiale conterà 9,7 miliardi di persone, di cui il 20% saranno africani sempre più costretti ad abbandonare le loro terre a causa della fame e di altre tragedie? Purtroppo l’analfabetismo politico – funzionale che avviluppa il sapere del ministro non va oltre i lager libici, o del “peggio per loro” che si fanno inghiottire dalle acque dei nostri mari resi silenti e privi di testimonianze scomode come le Ong, ormai criminalizzate. Tutto questo può accadere grazie al fatto che anche buona parte dei media è trascinata dal “vento che tira”, che lascia scorrere il linguaggio apodittico del salvinimbonitore. Non a caso linguaggio e messaggi del mestierante ministro non sono approfonditi, non sono esplicitati su quali piloni antisismici fondano l’oculatezza, la praticabilità e l’equilibrio con gli aspetti umani che insorgono con l’emergenza demografica e la fame. Un altro dettaglio del vento che spira dalla bocca di Salvini è quello diretto verso la tangenziale a due corsie: sicurezza e migranti. Se per incanto le due questioni scomparissero dalla politica italiana, Salvini di cosa può parlare? Come assolverebbe l’incarico ricevuto se le due emergenze sparissero d’incanto? Senza miele per mosche e formiche cosa s’inventerebbe? Tornerebbe alle “zecche comuniste”? Agli zingari e ai meridionali terroni, a Roma ladrona? Alla Fornero messa in soffitta? All’omofobia? Oppure, vista l’aria che tira anche in termini di consenso, butta giù ogni ritrosia e inizia a parlare come mangia, tipo il razzista ultraconservatore polacco J. Kaczjnski o del populista Jair Bolsonaro, il fascista presidente del Brasile che come primo atto ha deciso di spurgare la pubblica amministrazione dai “rossi” infiltrati nei gangli dello Stato? La Bongiorno in questo caso, codice e matita rosso/blu alla mano, sarebbe un ottima sostenitrice della testa vuota del viceprimoministroinpectore.
Tutto questo forse è azzardato, però consentitemelo perché se mi guardo attorno per sapere chi è che contrasta Salvini mi cadono, come diciamo noi, “braztos e coddos”. Quale opposizione contrasta il sistema leghista che si sta costruendo? Quali programmi, anche ideologici, contrastano la visione del mondo leghista? Esprimo la necessità di un’opposizione radicale a questo governo, perché è l’anticamera del fascismo versione terzo millennio, cioè la poltiglia mentale e culturale prodotta da un pericoloso imbonimento generalizzato. Non so se anche la parte più democratica del 5stelle se ne renda conto.