Perché anche i cinquestelle sono complici della fascistizzazione della società
1 Febbraio 2019[Grziano Pintori]
Pubblichiamo la risposta di Graziano Pintori al commento di Andrea Pubusa sul suo articolo.
I 5Stelle hanno sottoscritto un contratto con la Lega da gestire come le automobiline nell’autoscontro del luna park: scontrarsi quando è necessario e circolare a destra per evitare intoppi. I veicoli da divertimento si scontrano sulla TAV, invece circolano a destra (anche in senso politico) quando si parla di Ong, migranti e Libia; oppure tengono la sponda destra quando attaccano la stampa, criminalizzano gli stranieri approvando il pacchetto sicurezza con uso e consumo di armi, avvicinandoci sempre più all’amerikano Donald Trump.
Gentile professore, dal mio punto di vista l’articolo non è stato ispirato da “ombre e luci” del governo giallo/verde, ma dall’insieme delle azioni della compagine governativa che, a mio avviso, con scienza e coscienza determinano la fascistizzazione della nostra società. Per esempio, secondo il mio modestissimo parere, sul referendum del 2016 le due componenti governative votarono contro Renzi, piuttosto che contro lo stravolgimento della Costituzione.
Ciò è palesemente dimostrato dalle continue violazioni della Carta Costituzionale da parte del governo in carica, vedi pacchetto sicurezza di cui sopra, il sequestro di persone sulle navi di soccorso, la chiusura dei porti, le intimidazioni contro i sindaci non allineati e alla generale strafottenza salviniana su tutto e tutti. Altra questione che dimostra l’indifferenza del binomio Salvini/di Maio nei confronti della Costituzione è palesata dalla mancata riforma del sistema elettorale, anch’essa completamente elusa come se si trattasse di una pietra d’inciampo stile duemila, in ricordo di quelli che hanno tradito la democrazia.
A questo proposito, e chiudo, sono rimasto spiacevolmente colpito dal candidato presidente Zedda, il quale anche lui ha evitato di rispondere a Marco Ligas quando, nell’intervista pubblicata su questo giornale, gli aveva chiesto “l’impegno per correggere la legge elettorale sarda, pessimo esempio del rispetto della Costituzione”. A questo punto, non solo a livello nazionale ma anche locale, una legge elettorale rispettosa della volontà popolare e delle minoranze non è materia del governo giallo/verde e, ahimè, non lo è nemmeno della campagna elettorale sarda. Cordialmente