Sangue e manette

10 Aprile 2019

Foto Vincenzo Livieri – LaPresse

[Roberto Loddo]

La politica italiana è fatta di sangue e manette. Nonostante la Cassazione abbia annullato senza rinvio la condanna a due anni di reclusione nei confronti di Ignazio Marino “perché il fatto non sussiste” non abbiamo ancora letto nessuna dichiarazione di scuse da parte di quei Savonarola a cinque stelle che hanno alimentato per anni il disgustoso linciaggio mediatico dell’ex sindaco di Roma. Ricordo una conferenza stampa con una cassetta di arance rovesciata sul tavolo dei giornalisti con i consiglieri comunali grillini insieme a Di Maio e i membri romani del direttorio a 5 stelle, Di Battista e la Taverna.

Ciò che è accaduto a Ignazio Marino rappresenta un prezioso insegnamento per tutte le persone libere che non si arrendono all’ideologia della violenza del governo della lega e dei cinque stelle e vogliono combattere la deriva collettiva di populismo penale. Una deriva simile a un maremoto che ha sconvolto l’ordine democratico e civile della società, un maremoto sempre più forte e sempre più radicato nel senso comune e nei linguaggi della politica che ha prodotto una distorsione del funzionamento delle istituzioni.

Gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per combattere l’ideologia della violenza del movimento cinque stelle sono proprio il diritto e la politica. Non ci può essere nessuna possibilità di connessione tra la sinistra, il mondo democratico e progressista e il movimento cinque stelle. Chi evoca le manette come soluzione ai problemi della società e utilizza la politica basandosi solo sul consenso per ogni scelta deve essere contrastato culturalmente e politicamente in maniera radicale.

Non ci rimane molto tempo.

1 Commento a “Sangue e manette”

  1. Gianni Pisanu scrive:

    La memoria non è il nostro forte. Nei giorni più caldi della caccia a Marino, il sindaco osava trovarsi fuori sede mentre i Casamonica celebravano il funerale con musiche, carrozza con tiro a sei ed elicottero. I media diffondevano la foto di Marino con maschera e pinne (risalente a dieci anni addietro) e il PD romano commissariato organizzava l’assassinio della giunta mediante atto notarile fuori dalle prassi istituzionali. Niente discussione in Campidoglio come sarebbe stato giusto.
    Renzi non aveva mandato giù il boccone Marino che osava esistere e resistere senza l’etichetta DOC renziana. L’editto era “Fuori Marino”. Orfini si è dimostrato sicario obbediente e diligente. Il PD tranne pochi coraggiosi era allineato e coperto. Chi dissentiva veniva regolarmente insultato, la stampa e i media pressoché compattamente partecipavano al linciaggio.
    Ricordo che a Cagliari nel terrapieno nel corso di un evento culturale, un noto giornalista che conduceva la serata non potendo resistere al clima generale dispensò alla platea spiritosaggini assortite sulle ferie del sindaco Marino e sul funerale che lo stesso Marino aveva consentito. Per fortuna l’ospite della serata De Cataldo prendeva le distanze precisando che le ferie erano -ancora- un diritto, e i funerali ciascuno li fa come vuole. Questo per dire il clima.
    La reattività e il discernimento degli italiani ha fatto il resto.
    Quanto alla reattività, da quel momento è iniziata la discesa del PD.
    Quanto al discernimento, i dissidenti del PD hanno tentato di opporsi in tutti i modi alla deriva liberista renziana che tanto danno ha fatto alla sinistra, sono stati oggetto di insulti, attacchi e perfino dileggio da tutte le parti fino ad essere costretti alla scissione, schierandosi con decisione forse tardivamente per il no al referendum. Nel parlamento italiano la sinistra ha rischiato di scomparire, e di non raggiungere il 3% alle elezioni del 4 marzo, mentre Lega e grillini hanno fatto il pieno.
    In conclusione, sottoscrivo totalmente l’articolo di Roberto sul M5S, ma temo che con i guai, vedi l’ennesima sceneggiata ad uso dei media e del del popolo bue (flat tax progressiva), siano solo all’inizio. Temo che l’attuale governo avrà ancora vita facile giocando due ruoli nella commedia in scena dal 4 marzo 2018. La Sinistra avrà qualche prospettiva se sarà una e non una moltitudine di schegge impazzite e insignificanti.

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