La Corona de Logu: la casa degli amministratori locali indipendentisti
1 Giugno 2019[Francesco Casula]
Bauladu, il piccolo ma dinamico centro oristanese, da più di mezzo secolo è il simbolo del sardismo e dell’Indipendentismo. E indipendentista è l’attuale sindaco, Davide Corriga, per il secondo mandato.
Per 20 anni (dal 1964 al 1984) ha avuto un sindaco sardista, Italo Ortu, l’ultimo dei patriarchi e dei dirigenti storici del PSD’Az: consigliere regionale per due legislature, assessore, segretario nazionale del Partito sardo. Uno dei sardisti più convinto del Bilinguismo perfetto. Più volte da sindaco ha voluto usare la lingua sarda nella formula del giuramento davanti ai prefetti di Oristano, mai particolarmente entusiasti della sua iniziativa che, comunque, pur a mala gana , ingoiavano.
Bauladu – peraltro come alcuni (ahimè ancora pochi!) altri paesi sardi come Ollolai, Santu Lussurgiu, Escalaplano ecc. – sloggiati i tiranni sabaudi e loro compari, dedica meritoriamente le sue Vie e Piazze a personaggi sardi. L’odonomastica infatti, è interamente dedicata a personaggi e vicende storiche sarde. Is arrugas di Bauladu raccontano la storia di un intero popolo: da Amsicora a Mariano IV e Leonardo Alagon; da Prete Muroni, ai Martiri di Buggerru fino a Sebastiano Satta, Montanaru ed Emilio Lussu. Una storia per prendere maggiore coscienza, creando la consapevolezza necessaria per valorizzare il presente, far parlare i luoghi e generare ricchezza sul territorio.
Ma parla in sardo l’intero paese, nel modulo dell’insieme urbanistico, nel colore ferrigno delle case, oltre che nelle scritte di vie e piazze: rigorosamente bilingui. Non è dunque un caso che il 6 ottobre 2018, sia nata proprio a Bauladu la Corona de Logu – Aministradores de sa Natzione sarda, “la casa e la voce degli amministratori locali indipendentisti sardi”, come recita l’articolo 1 della Carta Istitutiva.
Con questo obiettivo “la promozione e la difesa del diritto dei Sardi all’autodeterminazione nazionale attraverso lo scambio d’idee e buone pratiche, la formazione interna, l’elaborazione di progetti e posizioni comuni sui problemi dei territori sardi e della Sardegna nel suo complesso, lo sviluppo della capacità di pesare sulla politica sarda”.
Eletto come presidente dell’organismo – non a caso – il giovane e combattivo sindaco di Bauladu Davide Corriga e vice presidente il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, Corona de Logu si è presentata per la prima volta ufficialmente al pubblico il 6 aprile scorso a Cagliari, con un’Assemblea aperta a tutti e in cui sono stati illustrati obiettivi, finalità e organizzazione: fra l’altro il nuovo Organismo si è dotato di tre garanti (l’antropologo Bachisio Bandinu, il sociologo Nicolò Migheli e chi scrive questa nota) e di un Comitato legale (con uno stuolo di avvocati: fra gli altri Giulia Lai, Adriano e Gianfranco Sollai, Gianfranco Congiu).
Alla fine dell’Assemblea il cuore dell’evento è stata la firma della Carta Istitutiva della Corona de Logu, da parte delle decine di amministratori locali indipendentisti (sindaci, assessori, consiglieri comunali), provenienti da tutto il territorio nazionale della Sardegna.
Subito al lavoro, la Corona de Logu, fortemente evocativa del Parlamento degli antichi regni giudicali, ha recentemente preso l’iniziativa di rivolgersi al nuovo Presidente della Giunta regionale sarda, Christian Solinas, con cinque precise proposte, cinque importanti sfide sulle quali misurare l’effettiva volontà del nuovo governo sardo di agire per il bene dei sardi e della Sardegna.
Le proposte – scritte in italiano e in sardo – al primo punto prevedono la riscrittura dello Statuto della Sardegna che ridefinisca i rapporti che intercorrono tra lo Stato italiano e la Nazione sarda. Uno Statuto che restituisca dignità al popolo sardo, basato su alcuni principi irrinunciabili: il riconoscimento della Nazione sarda, la co-ufficialità della lingua sarda e delle altre lingue della Sardegna, il diritto all’autodeterminazione, il diritto ad una propria rappresentanza nelle istituzioni europee e alla conclusione di accordi e intese internazionali (con articolare riferimento al bacino del Mediterraneo).
Le altre proposte riguardano:
La politica fiscale (Rendendo definitivamente operativa l’Agenzia Sarda delle Entrate al fine di gestire in modo certo, diretto, costante e trasparente la ricchezza prodotta dai sardi. L’emanazione di una legislazione ad hoc per un fisco sardo, pensato su misura per il tessuto socio-economico dell’Isola, che permetta di decidere liberamente il giusto prelievo tributario e di pianificare le politiche redistributive);
La riforma della scuola sarda (faghende una polìtica de importu pro s’impreu de su sardu e s’imparu de s’istòria e de sa cultura sarda in sas iscolas, cun s’obietivu de aunire s’annestru a is territòrios, pesare una cussèntzia nazionale noa e torrare aficu a is giòvanos de oe. Pro custa finalidade est pretzisu otènnere sas cumpetèntzias pro su chi pertocat su sistema de s’annestru – a die de oe guvernadu dae s’Istadu – cun s’idea de fraigare iscolas chi respùndant a is bisòngios de crèschida sotziale e de traballu in s’Ìsula);.
La promozione dell’agricoltura e la salvaguardia del paesaggio, attraverso un programma per la modernizzazione delle aziende agricole della Sardegna al fine di ridurre la dipendenza dai fattori esterni. Incentivando il miglioramento genetico degli animali, la diversificazione dei prodotti e la creazione di una filiera sarda dei foraggi e dei mangimi per rispondere alla crisi del latte.
La riforma della legge elettorale perché quella attuale è iniqua e antidemocratica. Lo dimostrano i tempi smisurati di proclamazione degli eletti, la serie imbarazzante di ricorsi avanzati a seguito delle ultime due tornate elettorali, le decine di migliaia di preferenze che non ottengono alcun seggio, la sconcertante disparità di genere nel Parlamento dei sardi. Appare urgente una riforma della legge elettorale che garantisca pluralismo, rappresentatività e pari opportunità.
28 Ottobre 2019 alle 12:44
Bene meda! Mi ndhe allegro!
Fortza paris e totus unidos
de is Sardos sa mente e is coros!
Sa bandhera de is Bator Moros
est s’idea, sa lughe, sa ghia!