Come fermare Salvini e la sua voglia di ‘pieni poteri’?
10 Agosto 2019[Ottavio Olita]
Ed ora pentastellati? I vincitori con distacco delle elezioni del 2018, dopo essersi trasformati in mosche cocchiere delle Lega per 14 mesi, fino all’ignobile voto sul decreto ‘Sicurezza Bis’, sono stati brutalmente scaricati da quel loro alleato al quale avevano permesso di tutto: dalla personale gestione dei porti e della Tav (di competenza Toninelli e Trenta), fino ai rapporti diretti con le forze sociali (scavalcando di fatto Conte e Tria).
Su questo stesso giornale avevo scritto molti mesi fa che il suicidio politico al quale il Movimento 5 Stelle si stava avviando stava raccogliendo segnali significativi: le elezioni regionali di Abruzzo, Sardegna, Basilicata, fino al tracollo delle Europee. L’unica risposta non è stata politica, ma un farsesco tentativo di riorganizzazione interna, non attraverso faccia a faccia anche con gli elettori e i simpatizzanti, ma utilizzando la maliponabile Piattaforma Rousseau.
Infine il penoso tentativo di giustificazione del voto di fiducia sul decreto ‘Sicurezza Bis’ che ha trovato voce in un’intervista comparsa il 6 agosto scorso su ‘L’Unione Sarda’. Farsi numero qualunque, all’ammasso, conta di più del coraggio di chi si dissocia come da tempo aveva fatto Gregorio De Falco? Quanto conta ancora la dignità personale, anche in politica? E quanto è distante quel vergognoso tentativo di giustificazione dalla dichiarazione del responsabile delle navi ‘Open Arms’: “Meglio pagare multe che diventare complici”! Sì, complici, perché quel Decreto è la legalizzazione di un delitto contro l’umanità, anche se porta l’autorevole firma di promulgazione da parte del Capo dello Stato, nonostante un suo tentativo di presa di distanza.
Il ‘capitano’ che evidentemente aspira a diventare presto ‘duce’, ha dichiarato senza mezze misure che dal prossimo voto anticipato vuole per sé ‘pieni poteri’ e per questo si candida a premier.
Cosa possono rispondere le forze democratiche di questo Paese, mai caduto così in basso dopo il ventennio fascista? Faranno ancora una volta finta di niente? Crederanno davvero che la scelta di Salvini sia una mossa tattica per evitare di affrontare da governante i problemi posti dalla prossima legge di bilancio e non dettata dalla precisa volontà di bruciare i tempi per sfruttare al massimo la spaventosa ondata reazionaria e conservatrice che attraversa l’Italia? Una crisi di governo in omaggio ai sondaggi, in totale disprezzo del Paese.
Sarebbe suicida sminuire la drammaticità del momento politico per ridurlo ad una questione di tattica parlamentare. E’ in gioco il futuro culturale, sociale, politico dell’Italia. Il sovranismo, contro cui Papa Francesco ha rivolto parole chiare e nette, è il presupposto per le divisioni, non per le unioni tra gli Stati. Un’Europa smantellata farebbe immensamente comodo a gente come Trump o Putin. E, tanto per evitare dubbi, Giorgia Meloni l’ha detto chiaro e tondo che con la Lega andrebbero a costruire un’alleanza per un governo sovranista.
Come combattere questa prospettiva? Il Pd continuerà a restare reclinato sul proprio ombelico, cercando ancora una volta di sanare il dissidio renziano, o comincerà a delineare una strategia rivolta soprattutto a quanti – disgustati anche dagli errori commessi dai governi di centrosinistra – non stanno più andando a votare?
Anche di questo ho scritto più volte e non mi tiro indietro proprio ora: la più profonda crisi della nostra democrazia è data dalla diserzione delle urne da parte di quasi la metà dei cittadini. Non è un caso se l’ultima, massiccia partecipazione ad una consultazione elettorale si sia avuta nel dicembre 2016 con il voto sul referendum voluto da Renzi. Allora i cittadini capirono che in gioco, attraverso quella che veniva spacciata come una riforma per modernizzare la Costituzione, c’erano importanti questioni democratiche, come l’autonomia delle Regioni.
Guarda caso, ancora una volta, la Lega e i suoi alleati di destra cercano di spaccare il Paese in due, dando due diverse velocità alle regioni del settentrione e del sud, individuando ‘nemici interni’, ripetendo ogni giorno parole d’odio. Davvero la maggioranza degli italiani può accettare la logica di chi usa il rosario in mano per appiccare incendi umani? Possibile che l’unica risposta possa essere lasciata al violento ‘j’accuse’ lanciato da Andrea Camilleri?
Sono convinto che il futuro dell’Italia si giochi sul piano culturale prima ancora che su quello politico. Possibile che non solo non ci siano più i luoghi idonei, ma che non si sia più in grado di raccontare, spiegare, far comprendere che stupide frasi come ‘prima gli italiani’, ‘prima l’Italia’, o ‘prima i sardi’ non hanno sostanza storica, sociale, economica? Perché far spacciare per ‘buonismo’ il rispetto di tutti gli uomini e le donne, di qualunque etnia, indirizzo sessuale, religioso siano portatori? Quanto è distante questa Italia da quella che venne ricostruita sulle macerie della seconda guerra mondiale? O le macerie culturali, politiche, sociali di oggi fanno più paura di quelle?
Ecco perché credo sia indispensabile cominciare a ragionare sulla necessità di costruire una grande Alleanza Democratica contro questa deriva reazionaria che, se disgraziatamente dovesse vincere, potrebbe portare a una disastrosa prospettiva, che sfortunatamente i nostri padri e nonni hanno già conosciuto.
Se si riuscirà a fermarla non bisognerà limitarsi a cantare vittoria, ma bisognerà mettersi subito al lavoro perché innanzi tutto la scuola recuperi il ruolo e la dignità che le sono stati progressivamente sottratti a danno degli studenti, delle famiglie, della società italiana, oltre che degli stessi insegnanti.
E’ pronto questo progetto del futuro? Io non credo. Cosa si aspetta allora perché le forze progressiste chiamino tutti i democratici ad un serio impegno di programmazione, in una logica di forte collaborazione. Se si perderà altro tempo cercando di sanare le divisioni interne, o se l’unica previsione di quel che accadrà sarà la nascita di un nuovo partito di centro, beh, allora, prepariamoci ad altri durissimi anni di quello che gli studenti di tutta Italia, senza mezzi termini, hanno cominciato a chiamare lega-fascismo.
11 Agosto 2019 alle 06:36
Paura é lo stato d’animo nel quaale sono precipitata.
Io cel’ho con chi non va a votare sentendosi pure superiore.
Siamo davanti alla necessità di una Resistenza contro una gestione fascista ormai palese.
11 Agosto 2019 alle 09:25
Bisoogna dire quali forze denono firmare la grande alleanza democratica. La deriva attuale nasce dalle chiusure pregiudiziali verso i musi gialli, che non paiono cessate. L’ astio verso Marilotti ne e’ una conferma, visto il trattamento diverso verso i parlamentari del centrosinistra quando massacravano i diritti dmei lavortormi, l’a rt. 18 e la Carta. Lal’ascesa di Salvini e’ il risultato di molti errori, ai quali non si sta ponendo rimedio.
11 Agosto 2019 alle 13:19
Interessante. Pure i commenti!
11 Agosto 2019 alle 14:56
Caro Ottavio,
sottoscrivo interamente quanto dici e aggiungo che è ora di smetterla con le ripicche come quelle che intravedo anche qui sopra. Contro il pericoloso lega-fascismo di oggi si dovrebbe invocare un grande Fronte popolare e democratico chiamando a raccolta tutti e ciascuno, a partire da tutte le forze politiche che ci stanno, senza fare il giochino infantile del ‘no tu no, perché ieri…’.