Emergenza coronavirus. In Sardegna nuovi tagli alla sanità pubblica
16 Marzo 2020[Claudia Zuncheddu]
La difficoltà di gestione dell’epidemia in corso è il banco di prova degli effetti dei tagli esercitati nel tempo sulla Sanità pubblica. Le regioni ricche d’Italia fanno mea culpa e si pensa a nuove misure di potenziamento, in Sardegna a colpi di Note istituzionali, si decretano ennesimi tagli sugli ospedali già in ginocchio.
L’epidemia per molti aspetti imprevedibile, fa emergere le disfunzioni della rete ospedaliera, non più in grado di dare risposte né alle nuove emergenze né alle necessità ordinarie.
ll Dipartimento delle Attività Ospedaliere, con la nota della Direzione Sanitaria NP/2020/0012451 del 11/03/2020, annuncia, contro ogni logica di buonsenso, tagli pesantissimi agli ospedali di La Maddalena, Bosa, Sorgono, Ghilarza, Isili e Muravera.
La sospensione immediata del servizio di Anestesia e Rianimazione e l’abolizione del Pronto Soccorso H24, nei sei ospedali, implica che nessuna urgenza potrà essere risolta in loco. Nessun tipo di indagine diagnostica che prevede la presenza di un anestesista/rianimatore potrà essere eseguita. L’assenza di questi specialisti, indispensabili dentro e fuori dalle sale operatorie, penalizzerà tutti i reparti ospedalieri, i servizi di indagine diagnostica con mezzo di contrasto, la stessa somministrazione di terapie oncologiche.
Non ci sarà soluzione per le emergenze-urgenze dei territori sia per le distanze geografiche sia per la crisi degli stessi grandi ospedali sardi. La preoccupante emergenza coronavirus, non può essere affrontata in modo maldestro accrescendo altre emergenze.
Alla carenza di medici non si può rispondere con la chiusura dei reparti. Il Presidente Solinas e i parlamentari sardi esercitino pressioni presso il governo per agevolare i giovani medici e perché si aboliscano i test di accesso a Medicina.
Si chiede al Presidente Solinas, all’assessore della Sanità Nieddu e a tutta la classe politica sarda, di porre fine ai tagli in Sanità. L’epidemia di coronavirus non si affronta sacrificando gli ospedali ma potenziandoli. Così come scongiuriamo che gli Hospice sardi, già insufficienti per i malati oncologici gravi, vengano destinati al coviD con dimissione dei ricoverati.
Sarebbe un atto di cinismo e di viltà che la nostra classe politica non dovrebbe permettersi.
Claudia Zuncheddu è la portavoce della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica