I diritti non vanno in quarantena
22 Marzo 2020[red]
Un gruppo di cittadini del Sulcis Iglesiente, con il supporto di RUAS Rete Unitaria Antifascista Sulcis Iglesiente e del Coordinamento della Rete Sarda della Sanità Pubblica del Sulcis Iglesiente, ha deciso di attivarsi per lanciare la campagna #iostoconlasanitàpubblica – la solidarietà e i diritti non vanno in quarantena per dare un segno concreto di vicinanza e supporto in primo luogo agli operatori sanitari, che in questi giorni si trovano a lavorare in condizioni assolutamente inaccettabili, e per rivendicare con forza il diritto alla salute di tutti e tutte.
L’invito a firmare la petizione si accompagna alla richiesta di dare un segno di solidarietà visibile, con uno striscione da appendere fuori dalle finestre. Gli organizzatori propongono inoltre alla cittadinanza di partecipare inviando foto: “Ci sembra ancora più urgente e importante prendere parola in un momento come questo, e in particolare, in seguito alle iniziative gravissime prese dalla Regione Sardegna nei confronti degli operatori sanitari e dell’attacco alla libera manifestazione del pensiero”.
L’appello #iostoconlasanitàpubblica
Nella situazione di grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo in queste settimane, ci troviamo ad affrontare le conseguenze degli sconsiderati tagli alla sanità pubblica degli ultimi decenni portati avanti dai Governi e dalle Giunte Regionali, sia di centrodestra che di centrosinistra, che hanno portato alla chiusura o al forte ridimensionamento di molti presidi sanitari nei territori. Questi interventi scellerati sono stati costantemente denunciati e contrastati dai comitati, mai ascoltati dalle istituzioni.
Su tale situazione ad oggi sembra rimasta inascoltata anche l’ultima importante mobilitazione di CGIL CISL e UIL dell’8 giugno 2019 in difesa del Servizio sanitario pubblico. Ugualmente USB Sanità aveva portato l’attenzione sugli effetti nefasti della privatizzazione e della distruzione della sanità pubblica. In questi mesi in Sardegna il sindacato NurSind aveva già denunciato una situazione al limite della sostenibilità, con un personale sanitario ridotto all’osso, situazione che stava già mettendo a rischio la possibilità di garantire il diritto alla salute anche in condizioni ordinarie.
Un sistema al collasso che adesso rischia di essere travolto dall’emergenza sanitaria. Il personale sanitario degli ospedali sardi (e non solo) infatti si trova, in questi giorni, ad operare pericolosamente senza avere nemmeno i presidi minimi di sicurezza, nonostante il rischio più alto di contagio sia proprio negli ospedali. Rispetto alla situazione che stanno vivendo adesso gli operatori sanitari, l’11 Marzo 10 primari hanno chiesto addirittura la chiusura dell’ospedale di Nuoro.
Citando poi ancora una volta il NurSind, emerge una situazione sempre più intollerabile: “E’ indecente che i dispositivi di protezione individuale idonei per la protezione contro il Coronavirus siano centellinati in reparti di prima linea, come Pronto Soccorso, 118 e malattie infettive, mentre – in diverse realtà dell’isola – nei reparti di degenza ordinaria siano quasi totalmente assenti. Siamo arrivati al punto che vengono razionate anche le semplici mascherine chirurgiche“. Anche in Lombardia USB Sanità ha denunciato l’inaccettabile disattenzione dello Stato verso gli stessi lavoratori che oggi combattono il virus nelle corsie degli ospedali.
La situazione che stiamo vivendo richiede un forte richiamo alla responsabilità e coscienza dei cittadini non soltanto nell’esprimere solidarietà e sostegno alle denunce e rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità ma anche per rivendicare una Sanità Pubblica, per il diritto alla salute per tutti e tutte.
Rilanciamo e facciamo nostre le rivendicazioni e le considerazioni del Coordinamento del Sulcis-Iglesiente e della Rete Sarda della sanità, con l’invito e la volontà di sensibilizzare tutti all’impegno attivo quando l’emergenza sarà finita nell’organizzazione una grande manifestazione per riottenere nuovamente la piena funzionalità dei nostri ospedali.
Per informazioni scrivere a: [email protected]