Ma siamo sicuri che andrà tutto bene?
18 Aprile 2020[Ottavio Olita]
Sconcertante. Agli italiani che stanno dimostrando grande senso di responsabilità, rispetto delle regole e degli altri, comprensione della gravità della situazione, si contrappone lo sguaiato comportamento di alcune forze politiche che ambiscono a governare quegli stessi italiani così diversi da loro.
Non bastavano le anarcoidi scelte dei governatori delle regioni, nelle quali è più diffuso il contagio ed è maggiore il numero dei morti, nei confronti non tanto del governo centrale, quanto del mondo scientifico, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’OMS… negli ultimi giorni, come ciliegina sulla torta, ci si è messo il voto al Parlamento europeo sull’emendamento proposto dai Verdi per l’istituzione dei ‘coronabond’. Invece di pensare all’utilità che quei fondi avrebbero avuto per l’Italia – in alternativa o in aggiunta al tanto odiato Mes – Lega e Forza Italia hanno votato contro, insieme con tutte le destre europee, affossandolo. E l’indomani, sulla proposta francese di istituire il ‘Recovery found’, il Movimento 5 Stelle si è diviso in due tra voti contrari e astensioni.
Dato il quadro, io credo che l’appello disperato che dobbiamo lanciare è ‘Cercansi statisti’, visto che abbiamo a che fare con propagandisti che pensano solo alla propria parte politica e non al bene collettivo.
Ma come si può pensare di avere credibilità continentale se ci si comporta così? Quale forza potrà avere il Presidente del Consiglio italiano al tavolo delle trattative il prossimo 23 aprile?
Del resto altri segnali altrettanto gravi si erano avuti in queste ultime, terribili settimane, quelle che dovrebbero preparare la cosiddetta – dalle caratteristiche a volte fantomatiche – ‘Fase 2’. Le volgari accuse e contraccuse sul Mes; i cortei di camion militari carichi di bare avviate alla cremazione di massa, simili alle terribili fosse comuni per i poveri allestite nei ricchissimi Stati Uniti, seguiti dagli ‘Eterno riposo’ orribilmente recitati per l’audience televisiva; la spaventosa burocrazia italiana che, anche in situazioni di totale emergenza come quella che stiamo vivendo, deve dimostrare il proprio potere rallentando il più possibile il pagamento delle cifre stanziate per alleviare i gravi disagi dei cittadini e delle imprese; il ‘massacro’ di anziani nelle case di riposo, così come autorevolmente denunciato dal vicedirettore dell’Oms, Ranieri Guerra. E tante altre disfunzioni, come i ritardi o le mancanze di dispositivi di protezione individuale.
Che ne sarà, domani, di tutto questo, se lo spettacolo politico al quale assistiamo oggi è di frammentazione, lotta partitica come ai tempi della cosiddetta ‘normalità’ – alla quale siamo stati purtroppo abituati -, attacchi personali, discredito?
E cosa dire del silenzio, coperto, nascosto, accondiscendente, di gran parte del mondo intellettuale che invece di denunciare scollamenti, impreparazione, approssimazione, tace in attesa di andare a bussare alla porta dei prossimi vincitori?
E cosa riserverà ai cittadini rimasti privi di lavoro o di altre forme di aiuti un futuro che si preannuncia buio, incerto, ancora una volta affidato agli umori dei capibastone?
L’Italia uscì dalle macerie della seconda guerra mondiale con un formidabile sforzo collettivo che non solo consentì lo sviluppo economico, ma sottrasse gran parte della popolazione, soprattutto meridionale, all’analfabetismo. E come non ricordare la straordinaria stagione del Rinascimento che grazie alla cultura, all’architettura, alla scultura, a tutte le forme d’arte, costruì le bellezze che ancor oggi costituiscono una delle maggiori fonti di ricchezza per tutto il Paese?
Ecco, allora, chi dovrebbe sul serio scendere in campo. Chi è capace di progetti; chi è capace di immaginare un futuro diverso dalla crescita scellerata e incontrollata che ci ha portato alla disastrosa situazione attuale, diffusa nel mondo; quanti già da tempo, inascoltati, avevano previsto tutto, a cominciare da Papa Francesco con la sua ‘Laudato sì’.
Se invece lo spazio continuerà ad essere occupato solo da parolai capaci di lanciare slogan e di gesticolare come se fossero detentori di certezze assolute, credo che la frase con la quale ci stiamo continuamente consolando “Andrà tutto bene!” dovrà essere completata non con l’attuale arcobaleno, ma con cinque, dieci punti interrogativi.