Femminismo e autodeterminazione
16 Maggio 2020[red]
Caminera Noa in collaborazione con Il Manifesto Sardo ha organizzato un dibattito dal titolo “Femminismo e autodeterminazione” che si è svolto sabato 23 maggio alle ore 17.30 in diretta dalla pagina Facebook e YouTube di Caminera Noa, e dai siti web di Pesa Sardigna e del manifesto sardo.
hanno partecipato Tiziana Albanese da Palermo, studentessa universitaria, militante di Antudo: “Rete dei comitati territoriali per l’indipendenza della Sicilia”; Giovanna Casagrande da Nuoro, attivista femminista, indipendentista di Sardegna Possibile; Luana Farina Martinelli da Ozieri, portavoce di Caminera Noa, attivista indipendentista, femminista e poeta; Marta Onnis da Cagliari, psicologa, attivista politica femminista e indipendentista, impegnata sui temi dell’autodeterminazione e empowerment di individui, gruppi, comunità; Benedetta Pintus da Cagliari, giornalista e attivista femminista, formatrice sul contrasto alla violenza e alle discriminazioni.
Le relatrici rifletteranno e si interrogheranno, partendo ognuna dalla propria esperienza di militanza, su argomenti di interesse ed attualità, dal rapporto tra autodeterminazione di genere e autodeterminazione di un popolo; diritti di genere e analisi della realtà socio-economica-culturale in cui sono rivendicati; quote-rosa e neo femminismi; uomini femministi e donne maschiliste; diversità e normalità: uso e abuso dei due termini/concetti; il razzismo, il sessismo, l’abilismo, l’omofobia, la transfobia, la xenofobia e ruolo dei media.
L’incontro nasce dalla necessità, divenuta impellente, di avviare un confronto dialettico tra militanti, che evidenzi le forti contraddizioni esistenti anche all’interno dei partiti e/o movimenti di appartenenza, riguardo il dichiararsi per l’autodeterminazione del proprio popolo ed invece usare nella pratica politica, e non solo, azioni, atteggiamenti e linguaggi discriminatori, propri di chi invece nega il valore e il diritto all’autodecisione, sia della singola persona, sia di un popolo.
È necessario quindi interrogarsi, confrontarsi, tutte e tutti, su come l’autodeterminazione non sia mera liberazione individuale e rivendicazione di un diritto della persona, ma debba essere soprattutto azione politica comune e collettiva, che deve necessariamente orientarsi a “destrutturare un vecchio pensiero” per costruirne uno nuovo, non solo nelle parole.