Il fallimento delle primarie

29 Ottobre 2020

[Ottavio Olita]

Prima avveniva solo per comuni medio-piccoli; ora il fenomeno riguarda le città. Il Pd e tutte le forze politiche democratiche dovranno tenerne conto.

A Nuoro e Quartu i candidati scelti con le primarie sono stati nettamente sconfitti da  esponenti della società, dichiaratamente progressisti, che però non rientravano nel sistema di controllo preteso dal Pd. Un grave errore derivato sostanzialmente dall’ormai decennale perdita di contatto con le realtà sociali, economiche e politiche nelle quali un tempo era radicata la presenza del partito che peraltro aveva un altro nome e altri programmi.

         Il prosperare delle liste civiche, visto sul nascere quasi come una forma di qualunquismo, va oggi analizzato in tutt’altro modo. E’ il chiaro segnale che le comunità vogliono trovare rappresentanti che partano da un’analisi approfondita delle realtà in cui agiscono o che abbiano dimostrato competenza guadagnando la fiducia degli elettori. Scegliere il personale politico nelle segrete stanze delle direzioni, degli apparati o delle appartenenze si poteva anche comprendere, pur non giustificando il metodo, quando era garantita la fedeltà al simbolo perché quella sigla era portatrice di una precisa scelta di campo. Ma oggi?

         Certo sarà difficile, dopo tanta smania di dirigismo, ritornare ad una prassi democratica che ricolleghi partito e società, ma è l’unico modo per contrastare i populismi che senza ritegno parlano alle pance degli elettori, evitando che ragionino e valutino con ponderatezza.  Gli slogan contrapposti non servono perché i loro sono più violenti, diretti, volgari. Per far sviluppare i ragionamenti bisogna riproporre la partecipazione, il dibattito, il confronto. Bisogna parlarne ora che, costretti dalla pandemia, siamo chiusi nel privato in modo che, con la ripresa della vita collettiva, ci sia un progetto nuovo che non si limiti a mandare i leaders nei talk show televisivi, ma che rimetta davvero in campo tutti i cittadini democratici che hanno perso certi punti di riferimento.

         E’ per cercare di contrastare questa dispersione delle forze democratiche che alcune liste civiche hanno saputo costruire progetti condivisi dagli elettori. Non si tratta di avere la tentazione di mettere il cappello su quelle. Si tratta di imparare la lezione e ricostruire rapporti lacerati da una sbagliata idea di gestione del potere.

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