La ricerca pubblica al servizio dell’industria bellica
1 Marzo 2021[red]
Il processo è in corso da anni e A Foras e tante altre realtà del movimento sardo contro l’occupazione militare lo denunciano da tempo. Eppure, è passata relativamente sotto silenzio l’ultima notizia che arriva da Pula, dove ha sede Crs4. Pubblichiamo una nota di A Foras.
Il Centro di ricerca sviluppo e studi superiori in Sardegna è una società a responsabilità limitata partecipata unicamente dalla Regione Sardegna, che la controlla attraverso la sua agenzia Sardegna Ricerche, da anni guidata da un commissario straordinario. Il suo scopo statutario sarebbe quello di favorire lo sviluppo di un tessuto di imprese ad alta tecnologia nell’isola e nei suoi 30 anni di vita – è stato fondato nel 1990 – ha certamente raggiunto risultati importanti. Da un po’ di tempo a questa parte, però, e per precisione da quando alla guida di Crs4 è arrivato Giacomo Cao, influente docente dell’Università di Cagliari e anima del Distretto AeroSpaziale della Sardegna, l’impressione è che la mission del centro di ricerca stia progressivamente slittando verso il potenziamento dell’industria aerospaziale nell’isola. E industria aerospaziale significa quasi sempre industria militare.Sul Distretto AeroSpaziale abbiamo scritto tanto in passato, è un consorzio pubblico privato che raggruppa soci istituzionali e aziende del complesso industriale bellico ed è di casa, complice di ciò che accade al suo interno, nel Poligono di Quirra dove partecipa anche alla costruzione del nuovo sito per i test sui motori dei razzi che desta molte preoccupazioni sulle ricadute ambientali e sanitarie e sul futuro dell’area occupata dal poligono. Anche Crs4 entra in questo sistema ora. Come? Costituendo un Comitato consultivo che ovviamente avrà un peso enorme nel decidere le linee strategiche di sviluppo del centro. Non ci vuole molto a capire l’aria che tira. Dentro il Comitato consultivo appena costituito troviamo Carlo Magrassi, generale dell’aeronautica militare italiana, esperto di sicurezza e difesa, a suo tempo consigliere militare del presidente del Consiglio dei Ministri e segretario generale della Difesa: in sostanza parliamo dei vertici amministrativo-politici delle forze armate. Ma non finisce qui. Fra gli otto membri anche Gaetano Bergami, presidente del Distretto AeroSpaziale dell’Emilia Romagna. Quest’ultimo ente, a differenza dell’omologo sardo, non è egemonizzato dalla presenza di colossi dell’industria bellica quali Leonardo, Alenia o Vitrociset. Il complesso industriale aerospaziale italiano, però, ha trovato comunque il modo di essere rappresentato dentro il Comitato consultivo di Crs4. Troviamo infatti anche Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, joint venture aerospaziale tra la francese Thales e l’italiana Leonardo.Il sistema è complesso, le connessioni non sono scontate. È chiaro però che questi tre nomi, insieme all’amministratore di Crs4 Giacomo Cao, sono strettamente legati al mondo dell’industria bellica e che l’impegno del centro di ricerca a Quirra e, in generale, nell’ambigua zona grigia del dual use (quelle tecnologie buone sia per pratiche militari che per pratiche civili) è destinato a crescere.Noi lo ribadiamo da anni: la ricerca, in Sardegna, non deve essere complice di quanto accade nei poligoni e deve essere al servizio dei cittadini. I soldi pubblici che vengono spesi in ricerca dovrebbero avere lo scopo di migliorare le nostre vite, non quello di ideare sistemi d’arma innovativi, anche se attraverso la sperimentazione legata a pratiche dual use. E, certo, i nostri sospetti escono rafforzati quando vediamo che nel Comitato consultivo del principale ente di ricerca sardo si è deciso di infilare un generale dell’aeronautica, la stessa che bombarda nelle terre sarde occupate dalle forze armate italiane.