Asinara in vendita
7 Aprile 2010Marcello Madau
Asinara in vendita. E il modello vincente è l’albergo di lusso. Dopo la delirante proposta che il Ministro dell’Interno Roberto Maroni fece sei mesi fa (di nuovo supercarcere), ecco quella vera, da parte del Ministero della Difesa: un hotel cinque stelle all’Asinara, nel faro di Punta Scorno.. Ha il pregio della chiarezza. E’ più diretta – pur avendone simile natura – delle cartolarizzazioni tremontiane: si dismette la struttura e si propone di gestirla. Dopo due ministri, ci manca solo, Dio ce ne scampi, il ‘pensiero’ del Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Intanto a darne la comunicazione è stato il sottosegretario alla Difesa dott. Crosetto, a suo tempo responsabile attività produttive e credito di Forza Italia. Speriamo che l’idea venga affondata.
Il quadro che si sta componendo in Sardegna sotto i nostri occhi è di singolare chiarezza simbolica: forse i cassaintegrati nell’isola potranno avere qualche manovalanza data in subappalto ai sardi (se Bertolaso e Marcegaglia vorranno dispensarci le briciole, “che a sos canes sutta sa mesa”, come ai cani sotto la tavola). Oppure le loro fabbriche potranno continuare a vivere con l’energia a basso prezzo prodotta da una bella centrale nucleare. C’è chi si appresta a fare nuovamente carne di porco della nostra isola.
Effettivamente la proposta pone seri problemi istituzionali e giuridici: in barba al federalismo gli enti territoriali sono ignorati, poiché questo centro destra, al di là delle parole, è centralista nell’anima. In barba ai problemi giuridici relativi alle normative ambientali e urbanistiche, alla Conferenza Europea del Paesaggio ed alla stessa natura di un Parco – pur commissariato – Nazionale.
Ma il problema centrale sta da un’altra parte, nelle regioni dello sviluppo pulito del territorio. Luoghi dove pochi vogliono guardare, perché le mani nel cemento le vorrebbero mettere un po’ tutti. Da Berlusconi e Cappellacci te lo aspetti di più, ma anche il centro-sinistra alcuni anni fa, pronuba la CGIL, propose un convegno con Renato Soru e Giovanni Maciocco per dire che si, va be’, nessuna speculazione anzi, ma insomma, un po’ di albergo e artigianato per creare lavoro bisognava pur farlo.
E poi è anche di moda dire che destra e sinistra sono concetti superati, perché ciò che conta è chi decide: sardi o continentali, o, più radicalmente, sardi o italiani. Lo dicono, con tonalità diverse, Mauro Pili e gli indipendentisti.
Ha fatto bene il sindaco di Porto Torres a dire che ci sono altre urgenze per l’isola dell’Asinara, in attesa di non lievi lavori di risanamento: ma la conservazione dell’Asinara deve essere integrale, mirare per la prima volta a costruire un modello che sappia creare ricchezza senza il modello albergo, tanto più di lusso.
Forse l’Asinara è l’ultima occasione che resta, perciò è fragile e così desiderata.
Visto che si parla di UNESCO, pochi ricordano che l’isola, assieme all’arcipelago della Maddalena, è inserita nella sua ‘tentative list’, in altre parole le candidature a “patrimonio mondiale dell’umanità”. I suoi esperti dicono che le maggiori insidie per una saggia conservazione di questo prodigioso compendio marino è il modello del turismo alberghiero.
Il cuore del problema sta proprio in quel modello di sviluppo messo in atto dal capitalismo, che ha regalato fallimento e devastazioni. La proposta della destra, ad esso organica, è diretta e tradizionale: il progresso lo porta il cemento e, in un ambiente di straordinaria bellezza, il cemento di lusso.
Una storia già vista, alla quale, soprattutto a sinistra, dovremmo opporci, per conservare la possibilità che l’Asinara, contesto irripetibile, sia tutelata e diventi un’icona attrattiva a livello mondiale, perché non lo sia per pochi privilegiati ma per tutti; e insomma perché chi vuole vedere un ‘paradiso non perduto’ se ne stia in albergo e si riempia di creme nelle coste di fronte, in quelle vicine e meno vicine, ma non all’Asinara. Mi piacerebbe mostrare alle ‘generazioni attuali’ e a quelle future che almeno una volta in Sardegna non si è distrutto un posto magnifico. Dire che è possibile formare i cassaintegrati di uno sviluppo sbagliato nei tecnici di uno sviluppo sostenibile.
In questo numero del Manifesto Sardo, prima della notizia di oggi, abbiamo lanciato un dibattito sui nuovi modelli di sviluppo per l’isola. La proposta del Ministero della Difesa per Punta Scorno ci conferma nell’urgenza di questa discussione.
Per la sinistra essere concettualmente innovativi sembrerebbe una necessità storica, oggi più che mai essenziale per la sua sopravvivenza. Sarebbe anche una meravigliosa sorpresa sulla quale lavorare duramente, perché è difficile attendersi molto dai quadri dirigenti, ancora in sella, che hanno di fatto voluto la SIR di Porto Torres ed il Rocca Ruja di Stintino.
8 Aprile 2010 alle 15:31
“…. un hotel cinque stelle all’Asinara, nel faro di Punta Scorno. ”
Ottima idea. Si raccomanderebbe anche nella stagione bassa per letture di opere letterarie frattanto fuori infuria il maestrale invernale. Edgar Allen Poe, Mary Shelley, H.G Wells, Bram Stoker …. , sí,…. ma si potrebbe pensare anche alle tre opere letterarie di primo rango sulle bestialità della Grande Guerra: “All’ovest niente di nuovo” di Erich Maria Remarque, “Un anno sull’altopiano” di Emilio Lussu e “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus. Quest’ultimo nella scena nr.55 fa passare le atrocità della Grande Guerra nella mente del lettore in un staccato flash di immagini descritte in modo laconico con pocche righe. Quelle su Asinara sono:
“Winter auf Asinara. Gefangene nehmen den an Cholera verstorbenen Kameraden die Kleider ab. Hungernde essen das Fleisch von Verhungerten.”
(Inverno su Asinara. Prigionieri togliono i vestiti dei loro compagni morti di colera. Affamati si mangiano la carne dei morti di fame.)
Un hotel cinque stelle all’Asinara: Quanto la storia si diverte!