85 anni fa a Monserrato l’OVRA arresta un gruppo di giovani antifascisti
27 Settembre 2023[Marco Sini]
Una nota del Prefetto di Cagliari informa che l’operazione che ha portato all’arresto del gruppo degli antifascisti monserratini alle prime luci dell’alba del primo ottobre del 1938 è il compimento di una delle tre principali operazioni che l’OVRA compie a Cagliari e dintorni.
Oltre agli arresti di Monserrato, vengono eseguiti arresti a Cagliari città: i primi presso la tipografia del cavalier Giacomo Doglio e riguarda i componenti di un nucleo antifascista e lo stesso Doglio, mentre altri vengono arrestati nella abitazione di Giovanni Casari, dove un gruppo si riunisce per ascoltare Radio Londra.
A Monserrato, c’era stato un intenso lavorio per conto dell’OVRA fin dalla sua costituzione in Sardegna nel 1937. Grazie all’attività di spionaggio attivata dal suo corrispondente “fiduciario” di Monserrato, di cui nessuno sospettava, che si avvalse di poliziotti in borghese, iniziarono i pedinamenti e la raccolta di informazioni e sorveglianza nei confronti di giovani che avevano costituito un gruppo antifascista da almeno un anno.
Quando nel 1936 ha inizio la vicenda che ha come protagonisti questo gruppo di giovani monserratini che si opposero alla dittatura fascista, i loro “leaders” Mario Corona, noto “Fidellinu” e Antonino Tinti, noto “Sceriffo”, avevano rispettivamente 20 anni e 17 anni, più o meno questa era anche l’età degli altri ragazzi “sovversivi” che saranno accusati di voler “attentare all’unità nazionale”. Per l’OVRA si tratta di due Gruppi che interagirebbero tra loro: il “Gruppo comunista Tinti Corona” e il “Gruppo Sardista Corona Tinti”. Sia Corona che Tinti diranno sempre che il Gruppo era unico ed “era di ispirazione sardista lussiana e giellista”.
La diffusione dei manifestini a Cagliari e al cinema Olimpia il 27 settembre 1938, effettuata dal gruppo di Corona e Tinti accorcia i tempi dell’operazione arresti. Inoltre, in quei giorni i carabinieri avevano già provveduto all’arresto di un componente del gruppo, Angelo Picciau con l’accusa di falsificazione di valori, ma in realtà perché, in previsione della visita di Mussolini a Carbonia, ritennero utile procedere a una serie di arresti o fermi per impedire eventuali azioni di disturbo della visita del duce. Probabilmente anche questo aspetto, la prossima visita di Mussolini a Carbonia, aveva contribuito ad accelerare i tempi dell’operazione del 1° ottobre, considerato che Mario Corona aveva appena iniziato il lavoro di muratore proprio a Carbonia, così come Eliseo Marras, uno degli arrestati che aveva procurato il lavoro a Corona e che nel rapporto della polizia politica fascista è indicato come «sebbene iscritto al P.N.F. ha preso parte a riunioni sovversive per la diffusione dei manifestini».
Inoltre, dalle carte dell’OVRA risulta che Antonino Tinti era pedinato ed era stato «sorpreso nel prendere un treno in direzione Carbonia con passaggio a Siliqua».
L’operazione del 1° ottobre aveva comportato la perquisizione “senza preavviso” delle abitazioni con contestuale arresto dei sospettati che oltre a Corona e Tinti avevano riguardato il già citato Angelo Picciau, alcuni giorni prima, Efisio Sarigu, Guglielmo Pili, che Mario Corona, nel suo libro autobiografico “Ricordare non è peccato”, indica con il soprannome di famiglia “Auseddu” (mentre altri lo ricordano come “Callella”), e ancora Antonio Zuddas, noto “Ciclista”, sospettato di essere uno dei lanciatori dei manifestini al Cinema Olimpia con Tinti e Corona. Al già citato Eliseo Marras, seguono Stefano Atzeni, Giuseppe Dessì, Amedeo Dessì, Attilio Spiga, Italo Manca e Ambrogio Foddis. Mario Corana scriverà che “gli arrestati erano solo una parte del gruppo che era ben più numeroso”.
Oltre a questi monserratini, come componenti del gruppo (o dei due gruppi uniti in fronte unico come dai capi di accusa dell’OVRA), vengono arrestati nei giorni immediatamente successivi anche Silvio Floris, di Bolotana e domiciliato a Fluminimaggiore, studente, arrestato il 7 ottobre mentre presta il servizio militare a Livorno; Francesco Comida, di Tortolì, arrestato il 13 ottobre a Cagliari; Sebastiano Tosciri, falegname di Bosa, arrestato il 12 ottobre mentre presta il servizio militare presso il Genio a Bologna.
Le perquisizioni danno un esito positivo per Tinti, Corona, Floris, Pili e
Comida, negativo per tutti gli altri. Mentre tutti gli altri del gruppo saranno condannati al confino, Corona e Tinti saranno condannati dal Tribunale Speciale fascista nell’aprile dell’anno successivo, il 1939, a cinque anni di carcere.
Corona li sconterà tutti e in carcere diventerà un militante del Partito Comunista. Uscirà solo a marzo del 1944 dal carcere di Massa e sarà partecipe, da partigiano e in qualità di commissario politico garibaldino della Resistenza nell’empolese fino a guidare il primo settembre del 1944 la Liberazione della cittadina di Fucecchio. Dopo il rientro a Monserrato e a Cagliari sarà un dirigente della Camera del Lavoro e eletto nel 1946 al Consiglio comunale di Cagliari nella lista del PCI. Nel 1948 si dimetterà e tornerà a Fucecchio di cui sarà sindaco dal 1975 al 1980.
Antonino Tinti, usufruirà di una amnistia e a fine 1940 esce dal carcere in libertà vigilata e continuerà la sua attività antifascista clandestinamente a Pordenone e poi a Monserrato dove nell’agosto del 1941 viene di nuovo arrestato insieme ad altri antifascisti monserratini, come viene annotato nelle carte dell’OVRA. Anche Antonino Tinti sarà consigliere comunale di Cagliari dal 1946 al 1952, eletto nella lista sardista e poi passato con Lussu al Partito Socialista. Sarà doppiamente Vicepresidente regionale con Giovanni Lai sia dell’Alleanza Contadini e Pastori sia dell’ANPPIA.
Sabato 30 settembre rievocheremo l’85° anniversario degli arresti del gruppo antifascista di Monserrato alle ore 19 presso la sede dell’Associazione Pauly Aps., Via Del Redentore 216, promosso dal Circolo del Cinema Nuovo Pubblico. Sarà proiettato un VIDEO che contiene alcune testimonianze registrate nel 1990 e 91: di Mario Corona, che guidò, il Gruppo dei giovani antifascisti monserratini insieme a Antonino Tinti, di sua sorella Gesuina Corona che assistete all’arresto di Mario, di Lella Spiga che ricorda l’arresto del padre Emanuele e di Carlo Sanna, allora diciottenne.
Con Lino Ariu rievocherò quanto accadde a Monserrato in quel primo ottobre del 1938.