Sugli attacchi del governo ai giudici sgraditi
7 Ottobre 2023[red]
Pubblichiamo il comunicato dell’associazione dei giuristi democratici sul provvedimento emesso da una giudice italiana lo scorso 29 settembre —l’ordinanza del Tribunale civile sezione immigrazione di Catania— che rende chiari intenzioni e progetto politico del governo di destra attualmente in carica.
Non solo nella gestione dell’ingresso, dell’accoglienza e dell’integrazione in Italia dei tanti profughi, naufraghi provenienti in particolare dai Paesi dell’Africa subsahariana.
Soprattutto nella visione del principio della separazione dei poteri, del rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, dell’osservanza dei fondamentali diritti che riguardano ogni cittadino e ogni persona che si trovi nel nostro Paese.
In una sola frase pronunciata dall’attuale Presidente del Consiglio («Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro, compito che non spetta alla magistratura, e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto»), seguìta a ruota dai corollari emessi dai suoi alleati, c’è l’essenza di questa visione che allarma e impone risposte.
È in carica un governo che ha deciso di considerarsi fautore, promotore ed impositore di nuove regole del vivere civile ed istituzionale che non hanno legittimazione nel nostro Paese, che non hanno riscontro e fondamento nella Costituzione repubblicana, a cui per primo dovrebbe dare osservanza.
Un altro giudice civile, ieri a Firenze, ha disapplicato il cosiddetto decreto Cutro ritenendo illegittima la detenzione forzata di chi, senza avere commesso reati, è colpevole solo di provenire da Paesi che un decreto ministeriale —e non la legge ordinaria come è sancito— ritiene “Paese sicuro”.
C’è la sicumera di chi, solo perché afferma di essere “un governo democraticamente eletto” —saltando a piè pari il concetto fondamentale che nella Repubblica italiana ad essere eletto è un Parlamento, non il governo che esso esprime— ritiene di poter manovrare le istituzioni e di modellarle secondo il suo (squilibrato) volere, denigrando a livello personale e attaccando chiunque contesti questo modo di operare.
Ed ecco gli attacchi alla magistratura, a singole persone che ne fanno parte: non ai suoi provvedimenti giurisdizionali, sui quali non entra nel merito perché sa ne uscirebbe perdente, ma alle persone che li emanano.
Non siamo più all’epoca degli attacchi ad un giudice, mal visto per i suoi provvedimenti inattaccabili, perché portava i calzini azzurri (governo Berlusconi docet).
Siamo oltre: mai come ora incompetenti, inidonei ma prepotenti membri del governo più a destra della storia del Paese, stanno operando per scardinare nell’opinione pubblica ruolo e funzioni di una istituzione che costituisce tutela e difesa dei cittadini. Proprio perché istituzione autonoma e indipendente dal potere esecutivo, qualunque sia la maggioranza che lo componga. Gli attacchi sono personali, diretti a magistrati a cui si vorrebbe negare l’esistenza e la partecipazione alla vita pubblica come cittadini.
Come Giuristi Democratici, che operano nella giurisdizione in difesa dei diritti delle persone, respingiamo con determinazione qualunque tentativo di diffondere nella collettività l’idea che la magistratura sia un corpo istituzionale alle dipendenze del potere esecutivo di turno, appiattito a un progetto politico che nulla ha in comune con l’esercizio della giurisdizione. Un progetto che oggi intende eliminare ruoli e funzioni di istituzioni che nella Costituzione hanno trovato il fondamento della democrazia parlamentare in cui viviamo.
A questo ci opponiamo; e opporremo ogni resistenza perché questo governo non trovi spazio per delegittimare le istituzioni in cui cittadine e cittadini trovano tutela e difesa dei loro diritti.