Riprendiamoci il futuro: Fridays For Future, le realtà palestinesi ed ex-GKN manifestano uniti
21 Aprile 2024[red]
Ieri, sabato 20 aprile 2024 Fridays for Future ha continuato lo sciopero globale per la giustizia climatica. Lo ha fatto con una manifestazione cittadina insieme alle realtà palestinesi e ai lavoratori della ex GKN.
Gli ostacoli dall’alto non sono mancati: “Sala che con la sua amministrazione si dipinge di verde ha personalmente cambiato i percorsi delle manifestazioni ecologiste, relegandoci a strade strette che portano lontano della città. Tutto ciò per non disturbare l’unica Milano che gli interessa: quella dell’apparenza e degli interessi economici” dichiarano le attiviste di Fridays For Future.
Nonostante ciò, siamo scese in piazza per sottolineare che non c’è transizione senza coinvolgere i lavoratori e che giustizia climatica e sociale sono connesse. Abbiamo organizzato una manifestazione insieme alle realtà palestinesi di Milano, evidenziando così che la lotta per il clima non avrà successo senza la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutte le popolazioni oppresse nel mondo. Basti pensare che per colonizzare la Palestina sono stati sradicati più di 800.000 ulivi e altri alberi da frutto locali e sono stati sostituiti con colture intensive e occidentali, che danneggiano il suolo e richiedono l’impiego di molta acqua.
Nel frattempo, le riserve idriche sono sistematicamente sottratte al popolo palestinese da anni e il mare di Gaza viene spartito tra compagnie del fossile per aprire nuovi pozzi di gas, le cui royalties andranno a Israele. Secondo Martina Comparelli di Fridays For Future “Ciò che succede a Gaza è un’ingiustizia sociale ma anche climatica. La Palestina è un territorio particolarmente esposto agli impatti della crisi climatica e i bombardamenti degli ultimi mesi stanno uccidendo il clima oltre alle persone. L’impatto degli attacchi di Israele da ottobre 2023 a gennaio 2024 sono pari a 281.315 tonnellate metriche di diossido di carbonio, una cifra equivalente alla combustione di 150.000 tonnellate di carbone. Chiediamo che si metta fine al genocidio e all’ecocidio della Palestina.”
La mobilitazione portava anche delle proposte. Infatti nel corteo di oggi si è ribadito quanto espresso nel primo report della campagna “Lavori Climatici”: è necessaria una transizione ecologica a pianificazione democratica in cui ci sia una democratizzazione anche del lavoro stesso. C’è impellente bisogno di una riconversione industriale che produca i beni e servizi chiave per decarbonizzare I settori a più alte emissioni e realizzare la giustizia sociale.
Per questo la proposta di partenza scelta si lega al rilancio della produzione di autobus in Italia, fra i tanti beni fondamentali al bene comune che perlopiù importiamo.
L’evidenza che oggi si vada in una direzione diversa e peggiorativa, priva di una guida che salvaguardi assieme occupazione e benessere, viene anche dalle politiche energetiche di questo come dei precedenti governi.
Oscurando l’esperienza dei lavoratori e delle lavoratrici ex GKN che propongono di produrre pannelli fotovoltaici, si continua a supportare chi investe sul gas, una scelta senza futuro per cui si è disposti a continuare con estrazioni come quelle in programma da Eni al largo delle coste di Gaza e inserire fra i progetti strategici nazionali quello del gasdotto EastMed Poseidon a sostegno sia del legame Israele-Italia come hub fossili nel Mediterraneo, che di possibili recrudescenze a Cipro.
In questo modo lo Stato italiano, in totale continuità con le politiche delle aziende fossili, oltre a condannarci ad una crisi climatica sempre più violenta, si rende responsabile di una altra violenza, il genocidio in Palestina.
Fridays for Future è nato grazie a mobilitazioni studentesche e quella è sempre stata la principale base. Questa cosa non cambierà, ma “oggi più che mai è necessario unire le lotte al momento disaggregate. Abbiamo il potere di ribaltare questo sistema insostenibile e tossico, per finalmente poter conquistare il futuro che vogliamo e che ci meritiamo. Siamo più forti di come ci vogliono.” dice Antonio Iodice, attivista di Fridays For Future.