Speculazione energetica? Molto di più!

19 Luglio 2024
Presidio al porto industriale di Oristano (Foto linkoristano)

[Francesco Casula]

Siamo di fronte non a semplici speculatori ma a veri e propri nuovi colonizzatori faccendieri e predatori incalliti invasivi invadenti e sbrigativi, alle porte della nostra Sardegna. Anzi: sono già entrati in casa nostra. Senza permesso.

Predatori venuti da tutto il Pianeta, d’oltreoceano e d’oltralpe, che hanno deciso di mettere a ferro e fuoco, ogni angolo di questa terra promessa, votata al ruolo di genio naturale, trasformata per scelte scalmanate e devastanti in terra di servitù per industrie nere e inquinanti, armi, rifiuti e ora pale eoliche e distese infinite di pannelli cinesi.

Piani di assalto studiato nelle casseforti delle banche d’affari mondiali, congegnato nelle diplomazie europee ma messi a punto “accolti” e “legalizzati” nei Palazzi romani. E, ahimè con il beneplacito o, comunque la connivenza e collusione dei “basisti” e vassalli locali: di ieri come di oggi.

Vengono per sfruttare, deprivandocene, le nostre risorse: vento e sole, terra e mare. Suolo e sottosuolo. Devastando il nostro territorio e imbruttendo il nostro paesaggio.

Ma non solo.

Violentando l’ambiente. Sradicando gli alberi. Interrando la nostra storia e la nostra cultura e identità etno-antropologica, e linguistica.

Noi sappiamo bene che l’ambiente è una risorsa, limitata e irriproducibile: la più preziosa che abbiamo. Di qui la necessità di difenderlo con le unghie e con i denti e di conservarlo, valorizzandolo e non semplicemente sfruttandolo e divorandolo: come vorrebbero fare i nuovi invasori e furones.

L’ambiente per noi sardi è la necessità stessa per sopravvivere. Ed il territorio deve essere certo utilizzato anche come supporto di attività turistiche, economiche e produttive ma nel rigoroso rispetto e della salvaguardia del nostro complesso sistema di identità ambientali, paesaggistiche, geografiche, etno-storiche, archeologiche culturali e linguistiche.

La loro propensione predatoria e di spoliazione si ammanta di mascherature ideologiche, odiose e mistificatorie quanto false: le energie rinnovabili, la transizione ecologica. Con cui siamo assolutamente d’accordo: purché lo sia veramente.

Insieme alla transizione ecologica occorre tener presente gli interessi dei sardi. La nostra Autonomia e Autodeterminazione. Il consenso e il coinvolgimento delle popolazioni e delle comunità? Che sono stati calpestati e interrati. Come nel passato. Più che nel passato.

A fronte dei novelli predatori savoiardi, chi dae su bentu e su sole nde cherent faghere milliones, pigandesi su ranu e lassende a nois sa palla.

Di qui la necessità di una mobilitazione capillare e ubiquitaria e di una lotta delle comunità sarde. Come in parte sta succedendo. Ma cui fin’ora, da parte dello Stato, nei confronti della protesta – penso soprattutto a quanto è successo nei giorni scorsi nel Porto di Oristano – c’è stata soltanto la risposta della forza e della repressione.

C’è da chiedersi, a questo proposito: ma lo Stato rappresenta e difende i “faccendieri” o dovrebbe rappresentare e difendere le popolazioni e i cittadini?

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