Speculazione energetica e confronto Stato Regione. Quale strada seguire?

23 Agosto 2024

[Roberto Mirasola]

Il dibattito pubblico relativo all’installazione sull’isola di nuovi impianti eolici e fotovoltaici a terra, si arricchisce di un importante punto di vista che denota una volontà di apertura a tutte le forze politiche consapevole dell’importanza della posta in gioco.

Non è un passaggio scontato e dalle colonne dell’Unione Sarda si riconosce finalmente il Consiglio Regionale come organo legittimo a intervenire in campo legislativo. Se è vero che “il governo ha utilizzato nei nostri confronti una vera e propria bomba atomica”, è anche vero che oggetto di quella bomba è l’ormai famosa L.R. 5/2024. Si chiede giustamente un’azione politica forte delegando in un sol colpo la Presidente, la Giunta e il Consiglio.

Una strada ben diversa da chi invece delegittima e squalifica le Istituzioni Regionali relegandole a un ruolo quasi di ascari dello Stato Centrale. Questa mancanza di senso delle Istituzioni rende poco credibili le proposte di legge che si vogliono portare avanti utilizzando impropriamente il ruolo della stampa, che da informatore diventa incredibilmente attore politico, denotando una pericolosa deriva tutta Sarda del ruolo dell’informazione.

La verità è che per portare all’interno del Consiglio proposte di iniziative popolari ci vogliono capacità politiche di chi guida i comitati. Capacità di mediazione, di ascolto, di confronto con i corpi intermedi che poco hanno a che fare con la presunzione di chi è convinto di avere la verità in mano. Ciò detto, bisogna riconoscere che la richiesta di sospensione della L.R. 5/2024 è un atto di forza nei confronti dell’autonomia della Sardegna, tant’è che, come è stato scritto, ha solo un precedente.

Come reagire? La proposta che viene fatta chiama in causa l’art.51 dello Statuto della Sardegna, anch’esso uno strumento eccezionale come autorevoli giuristi hanno fatto notare. È la strada giusta? Può darsi ma tanto ha il merito di chiamare in causa le forze politiche che hanno l’obbligo di dare una risposta unitaria perché le possibilità di scrivere un ricorso da parte della Regione che possa essere vincente esistono.

Conoscitori della materia hanno già evidenziato dei punti deboli dell’impugnativa governativa e sarebbe opportuno ascoltare il loro punto di vista data l’esperienza sul campo. La Corte costituzionale è un organo dello Stato e come tale a volte può dare letture non solo giuridiche ma anche politiche.

Vi è timore da parte di studiosi del diritto che vista la vigenza della legge Calderoli che, di fatto, toglie poteri allo Stato Centrale, vi possa essere un riequilibrio centralista che possa passare per la sentenza che riguarda appunto la Sardegna, se così fosse ci sarebbe da non star sereni.

La pronuncia della Corte potrebbe riservare dei principi che possono ridimensionare notevolmente le aspettative di gestire il proprio ambiente e paesaggio da parte dei sardi.

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